2019-12-19
La Borsa spagnola non fa scintille. Dieci prodotti per invertire la rotta
Nonostante l'economia forte, Madrid è cresciuta la metà rispetto all'Eurostoxx 600. Pesa la spada di Damocle sulle banche, che potrebbero dover pagare risarcimenti miliardari se condannate per i tassi dei mutui.Per la Borsa spagnola il 2019 è stato un anno positivo ma deludente rispetto alle altre piazze europee, con una crescita dell'indice di oltre la metà inferiore rispetto all'Eurostoxx 600. A pesare negativamente è soprattutto l'andamento negativo del settore bancario, come risulta evidente dal peso massimo del listino, Banco Santander, che ha perso in media il 6% in sintonia con il comparto.Tutto questo, «nonostante Banco Santander sia considerata fra le banche europee che più stanno investendo nel fintech e la stessa economia spagnola è fra quelle in Europa che meglio si sono comportate in Europa», spiega Salvatore Gaziano, direttore investimenti di Soldiexpert, società di consulenza finanziaria indipendente, «In realtà a pesare negativamente sul settore bancario che ha un peso importante nella Bolsa de Madrid è il rischio di risarcimenti che molte banche spagnole potrebbero essere chiamate a pagare per i mutui indicizzati al tasso interbancario Irhp erogati a partire dal 2000. Un tasso che le autorità spagnole come la Corte suprema hanno riconosciuto come scorretto e se la Corte di giustizia europea confermerà questo giudizio i risarcimenti che gli istituti spagnoli potrebbero sborsare sarebbero molto ingenti e nell'ordine di diversi miliardi di euro», dice l'esperto.Detto questo, dal 2015 in poi la crescita spagnola è stata superiore a quella della media europea, anche se negli ultimi tempi i tassi trimestrali sono diminuiti. Tuttavia, il Pil spagnolo dovrebbe continuare ad avanzare a un passo superiore rispetto alla media dell'Eurozona. Va aggiunto, inoltre, che il prodotto interno lordo negli ultimi anni ha galoppato a un tasso medio del 3%, superiore a quello di Francia e Germania. Inoltre, il rapporto deficit/Pil è sceso sotto il 3%, come richiesto dalle autorità europee. Questo prova che c'è stato un sostanziale miglioramento dei conti pubblici, a tutto vantaggio di chi preferisce investire in un Paese solido.L'Ibex 35, il principale listino azionario di Madrid, resta comunque una scommessa per chi ama investire all'estero e in mercato sviluppati. Complice il legame dalla Spagna con molti mercati sudamericani, molte società quotate stanno registrando importanti entrate dall'estero. Così, la media dei dividendi offerti dall'azionario spagnolo è del 3,79%, un valore interessante per chi è alla ricerca di cedole senza puntare su mercati più redditizi, ma anche più rischiosi. In effetti i prodotti di investimenti per chi ama la Spagna non mancano. Tra i fondi comuni e gli Etf ci sono molte delle maggiori firme del mondo del risparmio gestito che hanno un prodotto che punta su Madrid. Il Fidelity Iberia, ad esempio, negli ultimi tre anni ha reso il 27,5% e da inizio anno il 20,1%. Lo stesso vale per l'Amundi etf msci Spain, cresciuto del 12,14% in tre anni e del 15,6% dall'inizio del 2019.Sono andati bene anche i prodotti obbligazionari. Il Lyxor bono, che punta sulle obbligazioni sovrane spagnole, è cresciuto del 16,6% in 36 mesi e del 10,42% da inizio anno. Lo stesso vale per l'iShares Spain govt bond, in salita del 12,63% in tre anni e dell'8,71% da inizio anno. Anche per chi vuole investire direttamente in titoli azionari ci sono buone opportunità. Con ogni probabilità, il titolo del Banco Santander dopo un anno molto duro tornerà a salire e chi lo compra oggi potrebbe spuntare un prezzo particolarmente di favore sperando in una sua ripresa.In compenso ci sono titoli che già da tempo stanno galoppando. È il caso di Repsol, che in 36 mesi ha registrato un rendimento del 19,92% e da inizio anno del 5,34%. Bene anche Grifols, che in tre anni è salito del 6,81% con un exploit nel 2019, anno in cui il titolo è salito del 27,8%. C'è stata una buona ripresa quest'anno anche per Telefónica. Nonostante una crescita dello 0,65% in 36 mesi, quest'anno il gruppo che opera nel settore delle Tlc è cresciuto dell'8,86%. Ha fatto bene anche il gruppo tessile Inditex, proprietario di Zara, che nel 2019 è cresciuto del 9,21% a fronte di una crescita ben più bassa (3,16%) negli ultimi tre anni.