2022-06-20
Kiev torna di nuovo sotto attacco. Gas liquido, storico patto Eni-Qatar
Severodonetsk vicina alla caduta. Dagli Usa altri 1.400 sistemi missilistici Stinger.Sono 116 i giorni di guerra e l’Ucraina è sempre sotto le bombe che ora cadono di nuovo anche a Kiev, come ha scritto il governatore della regione, Oleksiy Kuleba, su Telegram: «Esplosioni sono state udite nel distretto Vyshhorod questa mattina. La difesa aerea ha sparato contro obiettivi nemici ma i raid non hanno causato danni o feriti nella capitale ucraina. Voi restate nei vostri rifugi». Violente esplosioni nel centro della città Donetsk, Capitale dell’omonima regione orientale separatista ucraina, mentre secondo la Ria Novosti: «Per due volte i russi hanno colpito lo stabilimento Azot di Severodonetsk, distruggendo il check point e gli impianti di trattamento delle acque reflue della fabbrica, dove sono nascosti circa 500 civili». Secondo Ukrinform gli invasori hanno bombardato di nuovo i ponti della città del Lugansk e hanno lanciato missili contro Lysychansk, Metolkine, Borivske, Bila Hora, Ustynivka, Mykolaivka e Belogorivka mentre i bombardamenti aerei hanno interessato la città di Bila Hora, Myrna e Verkhnyokamyanka. Ma dove sono finiti i comandanti del reggimento Azov catturati a Mariupol? Secondo la Tass «si trovano detenuti nella prigione di Lefortovo a Mosca». Ieri l’ambasciatore dell’autoproclamata Repubblica Popolare di Lugansk in Russia, Rodion Miroshnik, ha dichiarato su Telegram, che i combattenti del battaglione nazionalista ucraino Aidar e alcuni ufficiali si sarebbero arresi all’esercito russo nei sobborghi di Severodonetsk. L’esercito invasore ha ottenuto qualche risultato alla periferia di Severodonetsk lo scorso 18 giugno, ma ora in gran parte i russi sono bloccati lungo altri assi di avanzamento. Secondo l’Institute for the study of war: «È probabile che le truppe russe subiscano perdite crescenti e il degrado delle truppe e dell’equipaggiamento complicherà i tentativi di rinnovare le operazioni offensive in altri luoghi critici mentre la lenta battaglia per Severodonetsk continua». Gli analisti dell’Isw ritengono che Severodonetsk cadrà nelle prossime settimane «ma per farlo i russi dovranno concentrare la maggior parte delle loro forze disponibili in questa piccola area». Sempre nella giornata di ieri è arrivato l’annuncio dell’arrivo in Ucraina di nuove armi dagli Stati Uniti, che stanno per inviare oltre 1.400 sistemi missilistici di difesa contraerea Stinger e 6.500 sistemi anticarro portatili Javelin. Ieri ha parlato anche il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, che in un video su Telegram ha dichiarato: «Non daremo via il Sud a nessuno, restituiremo tutto ciò che è nostro e il mare sarà ucraino e sicuro». È gelo invece tra Kazakistan e Russia dopo che al Forum di San Pietroburgo e davanti a Vladimir Putin, il presidente kazako, Qasym Toqaev, ha dichiarato che non riconoscerà nessuna delle eventuali neorepubbliche russe nel Donbass e ha rifiutato l’Ordine di Nevsky. Ottime notizie invece arrivano sulla rotta Italia-Qatar grazie all’Eni, che è entrata nel più grande progetto al mondo di gas naturale liquefatto (Gnl): la società italiana è stata selezionata da QatarEnergy come nuovo partner internazionale per l’espansione del progetto North Field East, nel Paese del Golfo Persico. L’accordo è stato firmato ieri dal ministro per gli Affari energetici, presidente e ad di QatarEnergy, Saad Sherida Al Kaabi, e dall’ad di Eni, Claudio Descalzi.