2022-04-30
Kiev tenta l’evacuazione dell’acciaieria
Mentre Azovstal è sotto assedio Volodymyr Zelensky annuncia l’operazione. I marine ucraini: «Siamo oltre la catastrofe». Il Pentagono: nuove armi in 24 ore. Intanto altri due inglesi finiscono nelle mani dei russi. Mosca: «Sono spie». A Odessa coprifuoco rafforzato da lunedì.Nel sessantacinquesimo giorno di guerra sono stati evacuati dalla città ucraina di Mariupol, verso la Repubblica secessionista del Donetsk, altri 125 residenti, tra i quali ci sarebbero 22 bambini. È continuato anche l’accerchiamento delle forze russe intorno a Mariupol, dove un’altra area è stata chiusa in vista di un altro possibile tentativo di attacco all’acciaieria Azovstal e a darne notizia è stato Petro Andrushchenko, consigliere del sindaco di Mariupol. Qui la situazione è «oltre la catastrofe umanitaria», come ha dichiarato alla Cnn Sergiy Volyna, comandante della trentaseiesima brigata di fanteria marina ucraina, asserragliato da giorni nella fabbrica. Secondo Volyna nello stabilimento ci sono 60 minori (il più giovane ha quattro mesi), che vivono in una situazione nella quale «mancano le attrezzature mediche vitali ed è rimasta pochissima acqua e molto poco cibo». Nel pomeriggio si è diffusa la notizia attraverso l'agenzia Reuters,che citava l’ufficio del presidente ucraino Volodymyr Zelensky, che era in programma un’operazione di evacuazione di civili dall’acciaieria. Secondo l’Institute for the study of war, nei prossimi giorni l’esercito russo potrebbe impedire ogni tentativo di evacuazione dei civili ucraini che si trovano nell’acciaieria Azovstal di Mariupol, lasciandoli morire di stenti. L’Ucraina ha ripetutamente chiesto un cessate il fuoco per consentire ai civili che sono nascosti nell’acciaieria di fuggire in sicurezza, ma finora la Russia non lo ha mai permesso. Hanno un nome i due volontari britannici catturati dall’esercito russo negli scorsi giorni; si chiamano Paul Urey e Dylan Healy, che si trovavano in Ucraina secondo l’organizzazione non governativa Presidium Network, come «attivisti indipendenti», una qualifica alquanto obliqua. L’Ong ha reso noto che i due britannici sono stati catturati nei pressi della città di Zaporizhia, dove si stavano occupando della «consegna di aiuti umanitari nelle operazioni di evacuazione di una famiglia ucraina». Per Mosca i due sarebbero delle spie e ora si trovano in carcere russo. Salgono così a quattro i cittadini inglesi nelle mani dei russi, visto che lo scorso 18 aprile erano apparsi alla tv di Stato Russa due combattenti inglesi, Shaun Pinner e Aiden Aslin. Morto invece un contractor americano, ex marine, deceduto in battaglia. Nel frattempo il bilancio dell’attacco avvenuto lo scorso 28 aprile a Kiev, mentre era in corso l'incontro tra il presidente Zelensky, e il segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres, è di dieci feriti. A tal proposito non ci sono dubbi che bombe cadute nei pressi del consolato inglese dove erano in corso i colloqui, che non siano state un errore ma un vero atto dimostrativo di Putin. Per tornare con gli scarponi sul terreno ieri le forze ucraine hanno reso noto di aver riconquistato il villaggio di Ruska Lozova (regione di Kharkiv), si tratta di un luogo strategico sull'autostrada Kharkiv-Belgorod che i russi hanno usato per bombardare Kharkiv. In giornata si sono registrati degli attacchi cyber rivendicati da hacker filorussi conosciuti come «gruppo Killnet» ad alcune pagine istituzionali del governo romeno, una ritorsione vista l'intenzione di Bucarest di fornire aiuti militari a Kiev. A Odessa è scattato un coprifuoco rafforzato in occasione dell’ottavo anniversario della strage nella Casa dei sindacati, dove morirono oltre 40 persone. Lo ha annunciato il primo viceministro dell’Interno, Yevhen Yenin, secondo quanto riporta l’agenzia Unian, «per prevenire provocazioni». A proposito di armi il giornale Die Welt, riferisce che Berlino sta ragionando sulla fornitura di obici semoventi PzH 2000 all’Ucraina e della partita potrebbe esserci anche Italia e l’Olanda che già lo utilizzano. In ogni caso il contesto ucraino, ad oggi, rappresenta lo scenario antiaereo ed anticarro più diversificato al mondo come ci conferma Franco Iacch, analista strategico e tra i massimi esperti di sistemi d’arma: «Le forniture occidentali, è bene ricordarlo, non sono concepite per far vincere l’Ucraina, ma per democratizzare il contesto rendendo inaccettabile ed insostenibile l’invasione di Mosca. Controbilanciare, quindi, la disparità delle forze sul campo riscrivendo le equazioni di difesa in base alle necessità. Migliaia di armi anticarro, contraeree ed altri asset continuano a riversarsi in Ucraina, ma il destino dei sistemi trasportabili una volta concluso il conflitto resta incerto». È questo il vero tema: quando un giorno (forse) finirà questa guerra tutte queste armi dove finiranno? Il pericolo che l’Europa corre è quello del ripetersi di quanto accadde in Afghanistan dopo la fine dell’invasione russa. Anche all’epoca il mondo inviò armi di ogni tipo ai mujaheddin afghani che lottavano contro i russi invasori. Prima usarono i missili stinger per buttare giù gli elicotteri dell’Armata rossa poi finita la guerra, li usarono contro gli occidentali. Un pericolo che Iacch sottolinea: «Non avendo una presenza militare in Ucraina, gli Stati Uniti e la Nato possono fare ben poco per tracciare i sistemi missilistici portatili inviati o monitorare il loro impiego in tempo reale». E mentre scriviamo il Pentagono ha reso noto che «altre armi arriveranno nelle prossime 24 ore». Infine ieri ha parlato monsignor Sviatoslav Shevchuk, capo della Chiesa greco-cattolica che ha accusato senza mezzi termini la Russia: «In Ucraina è in corso un genocidio».
Jose Mourinho (Getty Images)