
Non si placano le polemiche dopo le dichiarazioni del Papa. Olaf Scholz potrebbe far arrivare i Taurus in Ucraina passando per la Gran Bretagna. Il ministro degli Esteri polacco: «I militari dei Paesi Nato sono già sul terreno».Mentre la Turchia di Recep Tayyip Erdogan ribadisce di esser pronta a ospitare una conferenza di pace per far sedere al tavolo rappresentanti di Russia e Ucraina, non si placano le polemiche sulle parole pronunciate da papa Francesco, che in un’intervista ha sostanzialmente invitato Kiev ad alzare bandiera bianca (concetto poi parzialmente corretto dalla santa Sede). L’Ucraina ha convocato il nunzio apostolico, monsignor Visvaldas Kulbokas per rendergli nota la «delusione» provocata dalle parole del Papa. Kulbokas ha cercato di contestualizzare le parole del Papa in un’intervista a Repubblica: «Il cuore del Papa è addolorato da tante vittime della guerra in Ucraina. È necessario cercare le vie della pace. E per prima cosa la Russia dovrebbe smettere di uccidere». Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky non l’ha presa bene e ha sfruttato l’occasione del suo discorso alla nazione per replicare a Bergoglio. «Se gli assassini e i torturatori russi non avanzano verso l’Europa è solo perché vengono fermati dagli ucraini», ha detto Zelensky, «in Ucraina c’erano molti muri bianchi di case e chiese che ora sono bruciati e distrutti dai proiettili russi. E questo dice in modo molto eloquente chi deve fermarsi affinché la guerra finisca». Secondo Mosca però sarebbe solo Kiev a non voler negoziare. «Il nostro presidente ha ripetutamente parlato della nostra apertura alla discussione e del nostro desiderio di risolvere i nostri problemi attraverso i negoziati», ha dichiarato il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov che ha aggiunto: «Kiev rifiuta assolutamente di prendere in considerazione la possibilità di avviare negoziati». Per il presidente Usa Joe Biden, che sottolinea di avere grande rispetto per Papa Francesco, la pace si raggiungerebbe «se la Russia decidesse di mettere fine a questa guerra ingiusta e non provocata e ritirasse le sue truppe dal territorio sovrano dell’Ucraina». Secondo l’Ue «la pace è nelle mani di Putin». Sul tema è intervenuto anche il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg: «Il sostegno della Nato all’Ucraina salva vite e deve continuare. Putin ha iniziato questa guerra e potrebbe mettervi fine oggi, ma l’Ucraina non ha questa opzione. Arrendersi non è pace». Il cancelliere tedesco, Olaf Scholz ha chiarito di non essere d’accordo con le parole del Papa. Il suo ministro degli Esteri, Annalena Baerbock, ha precisato di non capire la posizione di Bergoglio, aggiungendo che se l’Ucraina e i suoi alleati «non mostrano forza adesso, non ci sarà pace». Tutto questo mentre la Cnn fa sapere che la Russia produce il triplo delle munizioni prodotte da Usa e Ue. Anche per questo la Germania sembra pronta ad accettare uno scambio di missili Taurus con il Regno Unito per trovare il modo di fornire a Kiev nuovi missili a lungo raggio nonostante il divieto imposto da Scholz che si è sempre rifiutato di fornire direttamente questo sistema d’arma agli ucraini.Tra i motivi del rifiuto ci sarebbe il fatto che la cessione diretta dei Taurus da parte della Germania a Kiev comporterebbe la partecipazione dell’esercito tedesco, il che equivarrebbe a trascinare il suo Paese nel conflitto. Da qui il probabile escamotage. Il ministro degli Esteri britannico David Cameron sabato scorso ha dichiarato al quotidiano tedesco Süddeutsche Zeitung che Londra è pronta ad aiutare Berlino a risolvere le questioni relative alle possibili consegne di missili Taurus a Kiev. Alla domanda se fosse plausibile uno scambio di missili tra Londra e Berlino, Cameron, pur rifiutando di fornire dettagli, ha detto che il Paese è pronto a considerare tutte le opzioni per massimizzare l’impatto per l’Ucraina. Inoltre l’Ucraina dopo mesi in cui se ne è parlato soltanto, a luglio potrebbe schierare i primi cacciabombardieri F-16 forniti dai Paesi occidentali. Tuttavia, secondo quanto riferisce il New York Times, dei 45 aerei promessi solo sei potrebbero finire nelle disponibilità di Kiev per il momento. Il quotidiano statunitense ha evidenziato infatti che i piloti ucraini non hanno ancora iniziato l’addestramento avanzato presso la base aerea di Fetesti, nel Sud della Romania, dove vengono addestrati anche i piloti della Nato. Ad oggi solo 12 piloti- meno di uno squadrone - potrebbero essere pronti a volare sugli F-16 questa estate, dopo 10 mesi di addestramento in Danimarca, Regno Unito e Stati Uniti. A proposito di addestramento e soprattutto a proposito di Nato, nuove dichiarazioni alimentano i dubbi circa l’effettiva presenza di personale dell’alleanza atlantica nelle zone del conflitto. Il ministro degli Esteri polacco, Radoslaw Sikorski durante una conferenza ha detto: «Vorrei ringraziare gli ambasciatori di quei Paesi che hanno preso questo rischio. Questi Paesi sanno chi sono, ma non posso rivelarli. Contrariamente ad altri politici, non li elencherò». Queste parole non sono un fulmine a ciel sereno perché già la settimana scorsa attraverso un audio intercettato dalla Russia e diffuso da media di Mosca, ufficiali tedeschi avevano suggerito la presenza di militari britannici in Ucraina, mentre qualche settimana prima il Regno Unito aveva confermato l’invio di piccole unità nel Paese per l’addestramento medico. Queste rivelazioni, se così si possono definire, ridimensionano le dichiarazioni del presidente francese Emmanuel Macron che aveva ipotizzato l’invio di personale Nato in Ucraina. Parole che avevano sollevato le prese di distanza di numerosi alleati nonché la reazione di Mosca che aveva commentato così: «Le truppe occidentali sono già presenti in Ucraina da tempo». Concetto ribadito oggi dalla portavoce agli Esteri Maria Zakharova: «È impossibile nasconderlo». Insomma Macron non avrebbe fatto altro che ufficializzare il tutto e Sikorski lo avrebbe confermato.
Da sinistra: Piero De Luca, segretario regionale pd della Campania, il leader del M5s Giuseppe Conte e l’economista Carlo Cottarelli (Ansa)
La gabella ideata da Schlein e Landini fa venire l’orticaria persino a compagni di partito e possibili alleati. Dopo la presa di distanza di Conte, il dem De Luca jr. smentisce che l’idea sia condivisa. Scettici anche Ruffini (ex capo dell’Agenzia delle entrate) e Cottarelli.
«Continuiamo così: facciamoci del male», diceva Nanni Moretti, e non è un caso che male fa rima con patrimoniale. L’incredibile ennesimo autogol politico e comunicativo della sinistra ormai targata Maurizio Landini è infatti il rilancio dell’idea di una tassa sui patrimoni degli italiani. I più ricchi, certo, ma anche quelli che hanno già pagato le tasse e le hanno pagate più degli altri.
Jannik Sinner (Ansa)
All’Inalpi Arena di Torino esordio positivo per l’altoatesino, che supera in due set Felix Auger-Aliassime confermando la sua solidità. Giornata amara invece per Lorenzo Musetti che paga le fatiche di Atene e l’emozione per l’esordio nel torneo. Il carrarino è stato battuto da un Taylor Fritz più incisivo nei momenti chiave.
Agostino Ghiglia e Sigfrido Ranucci (Imagoeconomica)
Il premier risponde a Schlein e Conte che chiedono l’azzeramento dell’Autorità per la privacy dopo le ingerenze in un servizio di «Report»: «Membri eletti durante il governo giallorosso». Donzelli: «Favorevoli a sciogliere i collegi nominati dalla sinistra».
Il no della Rai alla richiesta del Garante della privacy di fermare il servizio di Report sull’istruttoria portata avanti dall’Autorità nei confronti di Meta, relativa agli smart glass, nel quale la trasmissione condotta da Sigfrido Ranucci punta il dito su un incontro, risalente a ottobre 2024, tra il componente del collegio del Garante Agostino Ghiglia e il responsabile istituzionale di Meta in Italia prima della decisione del Garante su una multa da 44 milioni di euro, ha scatenato una tempesta politica con le opposizioni che chiedono l’azzeramento dell’intero collegio.
Il sindaco di Milano Giuseppe Sala (Imagoeconomica)
La direttiva Ue consente di sforare 18 volte i limiti: le misure di Sala non servono.
Quarantaquattro giorni di aria tossica dall’inizio dell’anno. È il nuovo bilancio dell’emergenza smog nel capoluogo lombardo: un numero che mostra come la città sia quasi arrivata, già a novembre, ai livelli di tutto il 2024, quando i giorni di superamento del limite di legge per le polveri sottili erano stati 68 in totale. Se il trend dovesse proseguire, Milano chiuderebbe l’anno con un bilancio peggiore rispetto al precedente. La media delle concentrazioni di Pm10 - le particelle più pericolose per la salute - è passata da 29 a 30 microgrammi per metro cubo d’aria, confermando un’inversione di tendenza dopo anni di lento calo.






