2022-11-30
Juve, riaffiora lo spettro della serie B
La Procura Figc chiede gli atti a quella di Torino: in caso di illecito sportivo il club rischia penalità o retrocessione. La Liga scrive alla Uefa: «Sanzioni immediate». Mentre la polvere si deposita per terra arriva un primo segnale: la vita continua e sarà da Juventus. Almeno in campo. Lo dimostra la designazione immediata del nuovo presidente da parte della holding Exor: sarà il commercialista Gianluca Ferrero, oggi nei cda di Fincantieri, Lavazza e Biotronik, molto vicino a John Elkann. Si insedierà dopo l’assemblea del 18 gennaio. Il secondo gesto è ancora più importante: Andrea Agnelli ha respinto le dimissioni del direttore sportivo Federico Cherubini e del suo staff, che in piena solidarietà con il vertice avevano deciso di lasciare in blocco. Il supporto tecnico alla prima squadra non mancherà e gli obiettivi di mercato saranno perseguiti con determinazione. Per esemplificare l’unicità bianconera, nella lettera di addio il figlio di Umberto Agnelli ha citato Friedrich Nietzsche: «Chi non poteva sentire la musica pensava che chi ballava fosse matto». Ecco, la Signora continuerà a danzare. Il problema è che fuori dal campo dovrà farlo sulla musica della Procura di Torino e su quella della Procura Figc che ha chiesto gli atti per verificare la presenza di eventuali illeciti. Proprio la conferma di Cherubini e l’annotazione che la parte sportiva del club non è stata toccata potrebbero far pensare a una vicenda da derubricare a «ballon d’essai» finanziario con antipatici risvolti d’immagine, ma non è così. Gli ipotetici reati penali emersi nell’inchiesta Prisma sulle gestioni 2018, 2019, 2020 sono pesanti. I pm Ciro Santoriello e Mario Bendoni hanno messo sotto inchiesta 16 persone fra le quali Agnelli, il vicepresidente Pavel Nedved e l’ex responsabile dell’area sportiva Fabio Paratici, oltre all’attuale amministratore delegato Maurizio Arrivabene, per «falso nelle comunicazioni sociali» e «false comunicazioni rivolte al mercato» (trattandosi di società quotata in Borsa), vale a dire falso in bilancio. Si parla anche dell’«ostacolo all’esercizio delle autorità di pubblica vigilanza (Consob)» e di «aggiotaggio informativo». Ad alcuni indagati è stato contestato pure il reato di «dichiarazione fraudolenta mediante l’uso di fatture per operazioni inesistenti», con danno contestuale all’erario per indebita detrazione dell’Iva. In più ci sono le scritture private con i giocatori (Cristiano Ronaldo su tutti) per spalmare gli stipendi su più esercizi, anche in caso di cessione ad altri club. Proprio in virtù delle accuse, la Procura di Torino a suo tempo aveva chiesto alcuni arresti ma non li aveva ottenuti dal gip. Circola l’ipotesi che il passo indietro generale del cda costituisca un gentlemen agreement per evitare scene imbarazzanti. Definire oggi la portata sportiva di un simile terremoto giudiziario è impossibile perché solo un eventuale proscioglimento generale o un processo potranno offrire contorni più nitidi all’intera vicenda. Se, una volta provati i reati, l’illecito fosse solo amministrativo (stipendi occultati) la Juventus rischierebbe un’ammenda sostanziosa e al massimo - per violazione dell’articolo 31 della giustizia sportiva - «la penalizzazione di uno o più punti in classifica». A rischiare sarebbero anche i calciatori coinvolti, con una squalifica che il codice definisce «di durata non inferiore a un mese».Se invece si arrivasse a formalizzare il doping finanziario, l’intero scenario diventerebbe più pericoloso. In quel caso la finalità potenziale non sarebbe più quella di arricchire soci e amministratori ma di gestire la rosa dei giocatori fuori dalle regole. Si chiama illecito sportivo, mancherebbero i requisiti per l’iscrizione al campionato. A seconda della gravità, le sanzioni partono dalla penalizzazione e arrivano alla retrocessione. Dopo l’esperienza di Calciopoli lo spettro torna a turbare i sonni dei tifosi, ma per ora sembra nebuloso e lontano. Nel giorno della caduta degli dei bianconeri il mondo del pallone è impegnato a discettare sulle cause, neppure remote, che hanno indotto il club a una simile sbandata. Ne affiorano tre. La prima è stata l’uscita di scena di un manager avveduto come Giuseppe Marotta, mai sostituito con un profilo di identica levatura. La seconda l’ingaggio di un fenomeno calcistico come Ronaldo, che ha fatto sognare i tifosi, non ha portato la Champions e ha destabilizzato i conti. La voragine economica attutita con due ricapitalizzazioni per un totale di 700 milioni (300+400) parte da lì. La terza causa, soprattutto per il filone degli stipendi in grigio, è stato il Covid con le restrizioni a oltranza. Da qui la necessità di aderire alla Superlega e di alienarsi le simpatie dentro l’Uefa, che presto potrebbe aggiungere la sua zampata con ammende e squalifiche per la «ribellione». Ieri la Liga spagnola di Javier Tebas ha emesso un comunicato durissimo: «Nella stessa nota del cda si riconoscono gravissime irregolarità contabili finalizzate a ingannare le autorità Uefa. La Liga sostiene le accuse e chiede sanzioni sportive immediate per plusvalenze e stipendi perché è stato tradito lo spirito del Fair play finanziario». Quando il leone è ferito la legge della savana diventa implacabile.