Il fondatore decide di ritirarsi: «Non voglio morire in ufficio ma in spiaggia». Al suo posto arriva Joe Tsai. Qualche tempo fa, il fondatore del colosso dell'ecommerce Alibaba Jack Ma aveva detto: «mi ritirerò ancora giovane, per godermi la vita come Forrest Gump. Non voglio morire in ufficio, meglio morire in spiaggia, sotto un ombrellone». Detto fatto. Perché domani, il giorno del suo cinquantaquattresimo compleanno, l'uomo più ricco della Cina abbandonerà la carica di presidente esecutivo dell'azienda da lui fondata nel 1999. Da Mister Alibaba, Jack Ma tornerà a essere «semplicemente» il signor Ma Yun, un ex insegnante di inglese divenuto imprenditore - e miliardario - per caso. Ma come ha lui stesso raccontato in un'intervista al New York Times, questa scelta darà una nuova svolta alla sua vita. «Non è la fine per me, ma l'inizio di una nuova era» ha spiegato. Un po' come avvenne vent'anni fa, quando nel 1999 fondò Alibaba in un appartamento di Hangzhou. Ai tempi, la sua, fu un'intuizione geniale. «Nata per caso», come racconta, e da una necessità vera e propria perché «quanto ero negli Stati Uniti avevo difficoltà a trovare su internet la birra Qingdao». Da qui l'idea che servisse un sito attraverso cui commercializzare i prodotti su scala globale: Alibaba. Un nome semplice, facile da scrivere e ricordare per tutti. Cinesi, americani, italiani. Il sito di ecommerce, da quel codice scritto in un computer in una stanzetta, ne ha fatta tanta di strada e oggi è divenuto il portale più famoso della Cina con un valore di mercato stimato che si aggira intorno ai 460 miliardi di dollari. Considerato lo Steve Jobs dell'Impero Celeste, Jack Ma può vantare un patrimonio personale di oltre 36,6 miliardi di dollari. Spesso, viene paragonato a Bill Gates. «Posso imparare molte cose dal fondatore di Microsoft. - ha commentato - Certo, non sarò mai ricco come lui ma posso fare una cosa e farla meglio: ritirarmi prima». Ben cinque anni prima del suo modello americano, che annunciò l'addio a Microsoft all'età di 59 anni. Nel futuro del neo pensionato ci sono attività filantropiche, che porterà avanti con la Jack Ma Foundation, e un ritorno dietro le cattedre universitarie. «Mi sono sempre considerato un manager per caso» ha rivelato Ma in un'intervista a Bloomberg «per questo molto presto tornerò a insegnare. È qualcosa che so fare molto meglio rispetto all'essere ai vertici di Alibaba». Già nel 2013 Ma aveva abbandonato il ruolo di ceo dell'azienda. Al suo posto era subentrato Daniel Zhang, ora considerato il miglior candidato a prendere il posto di Ma insieme a Joe Tsai, vicepresidente esecutivo del gruppo. Quello di Jack Ma, tuttavia, non sarà un addio definitivo al mondo di Alibaba. «Resterò nel consiglio d'amministrazione e continuerò a ispirare i membri del gruppo» ha spiegato al Nyt. Un po' come avvenne nel 2013 quando guidò l'Alibaba Group Holding Ltd verso la quotazione a Wall Street. Nell'addio di Ma alla sua azienda c'è chi vede molto di più della voglia di dedicarsi agli altri. Già nel marzo del 2016, al fianco di Mark Zuckerberg durante il China Development Forum, il fondatore di Alibaba aveva spiegato come il futuro degli ecommerce stia nella realtà virtuale. «Immaginate di poter indossare un visore e grazie all'unione di quello e del vostro smartphone poter far shopping, virtualmente, nelle boutique di New York o Milano». Un'idea stravagante, ancora al vaglio del team tecnico di Alibaba ma che potrebbe cambiare nuovamente l'universo dello shopping online.
Antonio Scoppetta (Ansa)
- Nell’inchiesta spunta Alberto Marchesi, dal passato turbolento e gran frequentatore di sale da gioco con toghe e carabinieri
- Ora i loro legali meditano di denunciare la Procura per possibile falso ideologico.
Lo speciale contiene due articoli
92 giorni di cella insieme con Cleo Stefanescu, nipote di uno dei personaggi tornati di moda intorno all’omicidio di Garlasco: Flavius Savu, il rumeno che avrebbe ricattato il vicerettore del santuario della Bozzola accusato di molestie.
Marchesi ha vissuto in bilico tra l’abisso e la resurrezione, tra campi agricoli e casinò, dove, tra un processo e l’altro, si recava con magistrati e carabinieri. Sostiene di essere in cura per ludopatia dal 1987, ma resta un gran frequentatore di case da gioco, a partire da quella di Campione d’Italia, dove l’ex procuratore aggiunto di Pavia Mario Venditti è stato presidente fino a settembre.
Dopo i problemi con la droga si è reinventato agricoltore, ha creato un’azienda ed è diventato presidente del Consorzio forestale di Pavia, un mondo su cui vegliano i carabinieri della Forestale, quelli da cui provenivano alcuni dei militari finiti sotto inchiesta per svariati reati, come il maresciallo Antonio Scoppetta (Marchesi lo conosce da almeno vent’anni).
Mucche (iStock)
In Danimarca è obbligatorio per legge un additivo al mangime che riduce la CO2. Allevatori furiosi perché si munge di meno, la qualità cala e i capi stanno morendo.
«L’errore? Il delirio di onnipotenza per avere tutto e subito: lo dico mentre a Belém aprono la Cop30, ma gli effetti sul clima partendo dalle stalle non si bloccano per decreto». Chi parla è il professor Giuseppe Pulina, uno dei massimi scienziati sulle produzioni animali, presidente di Carni sostenibili. Il caso scoppia in Danimarca; gli allevatori sono sul piede di guerra - per dirla con la famosissima lettera di Totò e Peppino - «specie quest’anno che c’è stata la grande moria delle vacche». Come voi ben sapete, hanno aggiunto al loro governo (primo al mondo a inventarsi una tassa sui «peti» di bovini e maiali), che gli impone per legge di alimentare le vacche con un additivo, il Bovaer del colosso chimico svizzero-olandese Dsm-Firmenich (13 miliardi di fatturato 30.000 dipendenti), capace di ridurre le flatulenze animali del 40%.
Matteo Bassetti (Imagoeconomica)
L’infettivologo Matteo Bassetti «premiato» dal governo che lui aveva contestato dopo la cancellazione delle multe ai non vaccinati. Presiederà un gruppo che gestirà i bandi sui finanziamenti alla ricerca, supportando il ministro Anna Maria Bernini. Sarà aperto al confronto?
L’avversione per chi non si vaccinava contro il Covid ha dato i suoi frutti. L’infettivologo Matteo Bassetti è stato nominato presidente del nuovo gruppo di lavoro istituito presso il ministero dell’Università e della Ricerca, con la funzione di offrire un supporto nella «individuazione ed elaborazione di procedure di gestione e valutazione dei bandi pubblici di ricerca competitivi».
Sigfrido Ranucci (Imagoeconomica)
- La trasmissione lancia nuove accuse: «Agostino Ghiglia avvisò Giorgia Meloni della bocciatura del dl Riaperture». Ma l’attuale premier non ebbe alcun vantaggio. Giovanni Donzelli: «Il cronista spiava l’allora leader dell’opposizione?». La replica: «Sms diffusi dal capo dell’autorità».
- Federica Corsini: «Contro di me il programma ha compiuto un atto di violenza che non riconosce. Per difendersi usa la Rai».






