2020-12-29
Iv ribattezza il Recovery plan «Ciao»
Dopo l'incontro con il premier sui fondi Ue, i renziani presentano il progetto acronimo di Cultura, infrastrutture, ambiente, opportunità. Alta tensione sulle deleghe agli 007.«Noi non vogliamo che si facciano scherzi sui temi della sicurezza e chiediamo che il presidente del Consiglio affidi la delega ai servizi a una persona terza», ha esordito anche ieri Matteo Renzi per il consueto strappo quotidiano contro il governo. «C'è una legge che dice che il presidente del Consiglio affida la delega a una personalità di chiara importanza a cui affida il compito strategico di gestire l'intelligence, che non è la polizia personale di qualcuno. Credo che Conte debba affidare la delega. Io questa resistenza del presidente del Consiglio ad assegnare la delega francamente inizio a non capirla», ha spiegato quindi il leader di Iv soffermandosi con i cronisti a Palazzo Madama. La spallata sulle deleghe arriva dopo giorni di tensione tra Iv e il premier, ma anche tra Iv e il Pd che sta cercando di riportare il controllo della vigilanza dei servizi in un perimetro più istituzionale e atlantista. Il riferimento è al cambio in atto negli Stati Uniti e l'imminente arrivo di Joe Biden alla Casa Bianca. Renzi vorrebbe essere l'interlocutore diretto degli americani. Ma le sue possibilità sono quasi nulle. È consapevole che quel ruolo spetta per relazioni e forse competenze al Pd. Da qui la sua necessità di alzare i toni e strappare più forte. Detto questo, immaginare che Conte continui a tenere a sé le deleghe, nonostante la difesa a spada tratta di Luciano Violante (si veda intervista rilasciata ieri a un organo di stampa nazionale), sarebbe una forzatura non più accettabile anche per il Parlamento e il Copasir. Sono slittate per l'ennesima volta le nomine dei vice direttori delle agenzie. Eppure il blitz di luglio che confermò il numero uno dell'Aisi, Mario Parente, era giustificato proprio dall'urgenza e dal Covid. Insomma, il capo di Italia viva sa di poter picchiare duro su questo tema. Anche perché l'altro motivo del contendere sta perdendo vigore. Ieri c'è stato il secondo incontro con Conte per discutere di task force e Recovery plan. Nessun risultato concreto, ma un battibecco attorno a un progetto rimandato sempre più in là. Italia viva non ha però resistito a slogan pieni di marketing e ha preparato per il ministro dell'Economia, Roberto Gualtieri, un progetto dal nome «Ciao». Sigla che sta per «Cultura, infrastrutture, ambiente, opportunità». Una controproposta di 61 punti che i parlamentari presenteranno mercoledì: «Una roba del genere non va di notte con un emendamento notturno e il governo ha riconosciuto la fondatezza delle nostre critiche, ma si è aperto a una discussione di merito. In Italia viva i parlamentari non sono delle pedine», ha sentenziato Renzi in conferenza stampa. «Noi pensiamo che in questo piano manchi di ambizione, un piano senz'anima, dove si vede chiaramente che non c'è un'unica mano che scrive, è un collage raffazzonato di pezzi diversi, di diversi ministeri. Abbiamo preparato 61 punti, trasparenti, alla luce del sole», ha concluso. Speriamo che a forza di «task force» e di «Ciao» l'unico motto che resti per battezzare i soldi del Recovery fund non sia «Addio».
L'ex amministratore delegato di Mediobanca Alberto Nagel (Imagoeconomica)