2019-10-20
Italia viva fa secco il Pd: «Vuole le tasse»
La seconda giornata della Leopolda è dedicata alla rassegna delle nuove truppe. Matteo Renzi ascolta, gongola e presenta il simbolo. E lascia la zarina Maria Elena Boschi mentire sugli ex compagni: «Noi le imposte le abbiamo sempre abbassate ed eviteremo che le alzino».Capita di vedere in foto una ragazza che ti sembra bellissima, poi la incontri dal vivo e ti devi ricredere. Più o meno lo stesso effetto lo fa la Leopolda, che dagli scatti postati sui social da Matteo Renzi, forse giocando con il grandangolo, sembra il concerto di un'acclamata popstar, mentre dal vivo il teatro pare un loculo stretto e lungo con le luci che scaldano a 35 gradi, migliaia di persone rimaste fuori per cattiva organizzazione e fantozziani tavoli di discussione, con la gente che neppure riusciva a sentire la voce dei politici presenti. Il padrone di casa, l'ex Rottamatore, definisce la decima edizione della kermesse «una casa a prova di ruspa», così come il suo nuovo partito, Italia viva. E a guardare il suo popolo in sala, in effetti, si pensa più a dimore di lusso, assolutamente a prova di ruspa, tra signore âgée con stole di cachemire, orologi d'oro e borse costose, al braccio di figli con camicie azzurre nuove di zecca e scarpe scamosciate. Sul palco invece abbiamo visto le giovani leve femminili di «pura razza renziana»: ventenni, bellissime, per lo più bionde, in totale adorazione di Renzi e rigorosamente ex piddine, come raccontato da lui stesso con un certo godimento. E il tasso di glamour è tale che il giovane sindaco di Aprigliano (in provincia di Cosenza), Alessandro Porco, nel suo intervento si è lasciato sfuggire un profetico: «Forza Italia viva», tra le risate della platea. Ma vediamo com'è andata la giornata di ieri, che sul finale ha visto svelare il simbolo del partito, il secondo in ordine di presentazione sul sito, con la scritta Italia viva in blu e fucsia, il gabbiano stilizzato che la sormonta, una fascia blu sottostante. In mattinata si sono tenuti i fantomatici 50 tavoli tematici numerati che mettono insieme società civili ed esponenti politici. Una grande fiera della banalità e della demagogia, con il suo picco al numero 28, presieduto da Sandro Gozi, consulente agli Affari europei dell'attuale governo francese, che si è lanciato in un'ode agli Stati Uniti d'Europa, respingendo con un certo fastidio mascherato da gentilezza le domande scomode di una ricercatrice francese che ha osato criticare Emmanuel Macron. Sempre Gozi poi ha preso il palco, rincarando la dose: «In Europa Italia viva dovrà essere la migliore alleata di En Marche», dovrà essere «la migliore alleata di Macron, dovrà con tutte le forze di Renew Europe occupare quello spazio centrale per lanciare un nuovo grande movimento progressista e liberale». E non pago ha aggiunto: «Dobbiamo essere un movimento largo, forte e audace, dobbiamo essere una forza di trasformazione in Italia e in Europa». A presentare la «carta dei valori» Renzi ha messo i deputati Gennaro Migliore e Lisa Noja. «La prima parola è “donna" e l'ultima è “futuro"», ha spiegato lei. «Perché noi vogliamo costruire un partito femminista» e «perché crediamo che è un diritto di tutti costruire il proprio futuro». Per capire che idea di famiglia giri da queste parti basta ascoltare il ministro Elena Bonetti, che strizza l'occhio alle coppie arcobaleno parlando di «assegno universale per i figli», quindi di chiunque siano, non legati al matrimonio tra un uomo e una donna. A guardare il simbolo che accompagna questo annuncio, in effetti, più di un dubbio in questo senso viene. La famiglia è costituita da due soggetti assolutamente neutri (né maschi, né femmine) con un figlio (idem). E il «Family act» viene dedicato a una misteriosa formula matematica: «Famiglie + X».Ettore Rosato, poi ha voluto annunciare il primo articolo dello statuto, ancora non redatto per intero: «Qui siamo tutti amici, qui si lavora insieme» e poi ha parlato di un «partito non di organigrammi, ma di programmi», anche se ci sembra strano che in un soggetto politico capitanato da Renzi non ci siano le gerarchie. E infatti subito dopo Rosato parla del capo: «Saremo un partito non del leader, saremo un partito con un leader, e un partito con un leader non piace a chi non ha il leader». L'affondo al Movimento 5 stelle è evidente e annuncia una stagione agitata per il governicchio giallorosso. Secondo il ministro Teresa Bellanova, intervenuta anch'essa ieri, la creazione di Italia viva era necessaria «perché non c'erano più le condizioni, perché non si può stare dove non si è voluti, dove si dice che con il M5s ci sono gli stessi valori». E poi ha sentenziato: «Noi abbiamo valori diversi, abbiamo un accordo di governo, ma adesso siamo impegnati a costruire un futuro che parla ai ragazzi e alle ragazze di questo Paese». Ma non sono state le uniche stoccate della giornata. Alla kermesse, infatti, la capogruppo di Iv alla Camera, Maria Elena Boschi, ha dichiarato apertis verbis che «il Pd sta diventando il partito delle tasse, noi non siamo il partito delle tasse, noi le abbiamo sempre abbassate e vogliamo evitare che aumentino». Subito dopo è arrivata la frenata del senatore Francesco Bonifazi, tesoriere del gruppo di Iv a Palazzo Madama: «Per me dire che il Pd è il partito delle tasse è sbagliato. Però è giusto dire che bisogna abbassare le tasse», segno che anche all'interno del nuovo partito le anime si dividono. Se non fosse ancora sufficiente, il carico ce lo ha messo Catello Vitiello, deputato del gruppo Misto, espulso dal M5s perché iscritto alla loggia massonica napoletana La Sfinge, che ha annuncia la sua adesione a Iv. La festa di ieri si è chiusa con la firma dell'atto costitutivo, con il leader primo iscritto: «Prendo la tessera numero uno perché voglio avere la firma di Teresa Bellanova». A quel punto tutti a casa, con la fretta imposta dagli organizzatori, non senza aver comprato uno dei gadget made in China o Bangladesh venduti all'uscita.