2025-01-09
Tra Italia e Starlink l’ostacolo è il Colle. La sfida tra due modi di stare nella Nato
Contro Musk, Mattarella parla da capo delle Forze Armate: poco graditi gli accordi bilaterali, vale il vessillo della difesa Ue.Il premier Giorgia Meloni non riferirà in Aula sulla trattativa tra governo e Starlink per aprire all’Italia un accesso alla connettività criptata dei mini satelliti di Elon Musk. Lo dice il ministro dei Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani, e lo suggerisce il buon senso. Non spetta al premier e il ministro competente, Guido Crosetto, aveva già riferito a novembre spiegando quello che ha ribadito ieri: «Obbligati a integrare capacità con satelliti a orbita bassa». Esattamente quello che abbiamo cercato di spiegare nei giorni scorsi sulle colonne de La Verità. Ricordando l’importanza del servizio fornito da Elon Musk in accordo con il Pentagono, importanza sostenuta da una enorme lacuna del sistema europeo che forse fra 10 anni raggiungerà l’autonomia ma comunque mai la medesima connettività di Starlink. Parliamo di un rapporto tra i circa 400 satelliti di Iris 2 e i circa 42.000 della costellazione di Musk. Due numeri che dicono tutto sulla capillarità. Non solo. È bene ribadire che i primi abboccamenti tra Roma e Starlink si sono avuti nel 2022, prima che si insediasse la Meloni. All’epoca al governo c’era Mario Draghi, il quale - va dato atto - capì che la partecipazione al progetto Ue per l’Italia era imprescindibile ma non poi così vantaggiosa. Avviò le trattative con Space X, notizia che non era certo sfuggita all’allora ministro Vittorio Colao mentre affidava la gestione dei fondi del Pnrr italiano direttamente all’Esa, l’Agenzia spaziale europea. Lo ricordiamo, perché leggendo l’intervista rilasciata dall’ex manager Vodafone al Corriere della Sera il dettaglio deve essere sfuggito. Tanto da limitarsi a stracciarsi le vesti per la scelta del governo Meloni di fidanzarsi con Starlink. Insomma, questione chiusa. E polemiche finite. Rapporti più che legittimi. Così fluidi che nel 2023 anche la principale banca italiana, Intesa Sanpaolo, ha deciso di entrare nel capitale e investire in Space X, la stessa Space X che fa capo a Musk. Eppure qualcosa ci dice che la questione non finirà qua. Perchè il can can sollevato dalle opposizioni al momento del rientro di Giorgia Meloni dal blitz a Mar a Lago andrà ad affievolirsi, ma la posizione del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, resta intonsa. Così come c’è da scommettere che resteranno scolpite le parole che il capo dello Stato ha pronunciato il 13 novembre e il 20 dicembre scorso. Circa due mesi fa Mattarella è intervenuto con parole dure e secche contro Musk in qualità di capo del Csm. Mr. Tesla aveva twittato contro i giudici che avevano disapplicato il decreto Cutro facendo esplodere il caso Albania. Il Colle replicò: «L’Italia sa badare a sé stessa nel rispetto della sua Costituzione». Nessuna replica dagli Usa, anzi un messaggio di scuse formali. Ma la pace è durata poca. Circa tre settimana fa Sergio Mattarella torna a esternare. Sebbene non citi per nome e cognome Musk il riferimento è chiaramente diretto a lui e per togliere ogni dubbio l’indomani sono arrivati i commenti dei Corazzieri sulle principali testate italiane. Prima dei consueti auguri di Natale, il capo dello Stato commenta: «Il modello culturale dell’Occidente è sotto sfida» e, contemporaneamente, «l’intelligenza artificiale e le multinazionali dei social network pongono nuovi angoscianti interrogativi: bisogna evitare che pochi gruppi possano condizionare la democrazia». Ovviamente seguono paginate e paginate contro - come da nuovo conio - gli oligarchi di destra e poi la tecnocrazia alla base del modello Musk. Ciò che all’epoca non avevamo colto perfettamente era la veste con cui probabilmente Mattarella stava parlando, cioè quella di comandante delle Forze Armate. Se così è, ecco che c’è da aspettarsi che le polemiche su Starlink non finiranno. Evidentemente siamo a un bivio. E di fronte a due approcci molto diversi del partecipare alla Nato. Nel primo caso e dal punto di vista delle tradizionali cancellerie Ue la strada della progressione delle spese militari (ancora ampiamente sotto il 2% del Pil) deve passare per la Difesa comune Ue. Vale per i carri, per lo spazio e per i velivoli. Dall’altra parte si cercano invece strade nuove per posizionarsi dentro la Nato. Cioè tramite accordi bilaterali. È bene ripetere che chiudere un accordo con Starlink significa stringere legami direttamente con il Pentagono. Dal 21 gennaio, quando Trump sarà presidente, la richiesta di spendere in armi diventerà incessante. A quel punto la soluzione alla Starlink permette proprio questo: non sganciarsi dall’Ue ma rimanere in corsa nella Nato. Evidentemente ci sono filoni di potere che vorrebbero una Nato meno atlantista, ora che i democratici sono stati scazati dalla Casa Bianca. Il rischio di rimanere ancorati solo alla Difesa Comune Ue è quello di non salire su nessun carro. I ritardi accumulati sono enormi. La guerra futura si farà soprattutto con lo Spazio e non solo nello Spazio. Se il Piano Mattei vuole marciare è chiaro che dovrà trovare sostegno negli Usa e nella loro tecnologia. Perché da parte della Ue non arriverà alcuna leva in grado di aiutarci. Non c’è dal punto di vista tecnologico né da quello geopolitico. La Commissione Ursula bis rischia, in politica estera, di essere ancor più frammentata del precedente mandato e pure della Commissione Juncker. E adesso si fa politica estera in due modi. Con le materie prime o con le armi. Resta una piccola via possibile per pochi Paesi, quelli di cerniera. La possibilità è quella di diventare piattaforme per altri Paesi e sfruttare l’opportunità per guadagnarsi una propria area di competenza. La nostra? Il Sud del Mediterraneo. Esattamente ciò che Francia e Germania non hanno voluto e non vogliono. La memoria delle primavere arabe non è così lontana e la morte di Muhammar Gheddafi è ancora recente.
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.