2020-04-18
Istituti paritari in crisi: il 30% rischia di chiudere: «Lo Stato deve aiutarci»
I rettori chiedono al governo la detraibilità totale delle quote o un fondo straordinario per aiutare le famiglie degli iscritti.Tra i numerosi settori economicamente colpiti dalla crisi del coronavirus figura anche quello delle scuole pubbliche paritarie. È infatti un vero e proprio campanello d'allarme quello che hanno suonato, giovedì scorso, la Conferenza italiana superiori maggiori (Cism) e l'Unione superiore maggiori d'Italia (Usmi). In un comunicato stampa, gli organismi di diritto pontificio hanno infatti messo in luce come la pandemia in atto stia determinando conseguenze disastrose per il comparto delle paritarie. In particolare, si fa riferimento al fatto che, senza un «serio» intervento dello Stato, circa il 30% degli istituti rischi di chiudere entro il mese di settembre. Si parla infatti di «segnali drammatici» come la mancanza di soldi per pagare i dipendenti e l'insufficienza delle rette per far fronte alle spese di gestione. Tutto questo - puntualizza il comunicato - pone gli istituti in difficoltà già per arrivare allo stesso mese di giugno, obbligandoli di fatto a dover contrarre ulteriore indebitamento.Contattato da La Verità, padre Luigi Gaetani, Presidente della Cism, ha dichiarato: «Perché siamo arrivati a fare questo comunicato stampa? Perché siamo arrivati a un punto critico, in cui la scuola paritaria rischia effettivamente un collasso. Perché da tutto quello che emerge rischiamo di non farcela proprio a chiudere l'anno scolastico e sicuramente almeno il 30% delle scuole a queste condizioni non potrebbe riaprire». «Ci sono poi dei risvolti sociali», ha proseguito. «Tutto il personale perderebbe il posto di lavoro. C'è poi anche un problema di impossibilità di assorbimento da parte dello Stato nelle scuole pubbliche statali di quelle che potrebbero essere le persone che noi non potremmo più accogliere».Ricordiamo che, secondo i dati riferiti dalla Cism, l'intero comparto delle paritarie sia costituito da 900.000 studenti, 180.000 tra docenti e operatori scolastici, 12.000 sedi sparse su tutto il territorio nazionale. Nel comunicato si esprime inoltre preoccupazione per «lo stralcio degli emendamenti a favore del sostegno reale della scuola pubblica paritaria dalla bozza del decreto Cura Italia». È anche in questo senso che Cism e Usmi hanno avanzato una proposta al governo italiano. «Noi», ha dichiarato Gaetani, «offriamo allo Stato la possibilità di valutare di far fronte all'emergenza del coronavirus nelle scuole, che dovranno garantire distanziamento sociale, usando parte degli edifici delle scuole pubbliche paritarie. Questo è quello abbiamo messo sul piatto. Però noi chiediamo al governo un fondo straordinario oppure il garantire la detraibilità del 100% delle rette sostenute dalle famiglie». Gaetani ha fatto in tal senso soprattutto riferimento al ruolo sociale delle paritarie. «Si pensa di solito che le scuole paritarie siano le scuole dei ricchi. C'è una parte della nostra società che vorrebbe che le scuole paritarie diventassero delle scuole di élite, con rette oltre i dieci o quindicimila euro annui. Ma noi garantiamo scuole paritarie popolari, non di élite», ha affermato.