2024-11-24
Israele bombarda ancora Beirut. Hamas: «Un ostaggio ucciso dai raid»
Beirut, effetti del bombardamento israeliano del 23 novembre 2024 (Getty Images)
Massicci attacchi nel Sud del Libano per colpire il comandante di Hezbollah. Il premier Mikati chiama Meloni: «Indagheremo sull’aggressione a Unifil». L’Idf non conferma la morte della donna rapita a Gaza.Nella notte tra venerdì e sabato un attacco aereo israeliano ha colpito un edificio di otto piani nel cuore di Beirut, causando almeno 11 morti e 63 feriti. Mentre scriviamo le operazioni di soccorso continuano nella speranza di individuare eventuali dispersi. Questo è il quarto attacco sulla capitale libanese in una settimana. Secondo il media saudita al-Arabiya, il bersaglio del raid sarebbe stato il comandante militare supremo di Hezbollah, Muhammad Haydar, che parrebbe non essere rimasto coinvolto. Haydar, ex membro del parlamento tra il 2005 e il 2009 e stretto consigliere dell’ex leader di Hezbollah Hassan Nasrallah, è stato descritto come la mente strategica dietro i recenti sforzi bellici del gruppo terroristico contro Israele, hanno riferito alcune fonti al canale saudita al-Hadath. Gli ultimi attacchi israeliani si sono concentrati prevalentemente nei sobborghi meridionali di Beirut, considerati roccaforti di Hezbollah. Domenica scorsa, un altro raid ha colpito il quartiere centrale di Ras al-Nabaa, uccidendo un funzionario dei media dell’organizzazione islamica. Le Forze di difesa israeliane (Idf) hanno attribuito ufficialmente a Hezbollah la responsabilità dell’attacco che venerdì ha portato al ferimento di quattro Caschi blu italiani nel sud del Libano. In un post sul social X, le Idf hanno sostenuto che gli attacchi sono stati lanciati dal villaggio di Deir Qanoun al-Nahr. Successivamente le Idf hanno reso noto che durante una missione nel sud del Libano un cannone, dei lanciatori e dei razzi tutti di fabbricazione iraniana puntati contro il territorio israeliano sono stati localizzati e distrutti. Il portavoce delle Idf ha dichiarato ha che i soldati «hanno individuato un’area di lancio con strutture di alloggio e nascondigli, un edificio dove si erano nascosti terroristi di Hezbollah che è stato fatto esplodere». Nel frattempo, a Gaza, gli attacchi israeliani sono continuati per tutta la notte e il portavoce delle Idf ha dichiarato che le forze della brigata Givati hanno eliminato terroristi di Hamas, distrutto infrastrutture e localizzato arsenali, compresi razzi pronti per essere lanciati contro Israele durante i combattimenti a Jabaliya, nel nord di Gaza. Hamas ha invece reso noto che una donna tenuta in ostaggio a Gaza sarebbe stata uccisa da un bombardamento israeliano, tuttavia non è stata resa nota sua identità. Non è la prima volta che Hamas fa questo genere di annunci che servono alla propaganda del gruppo jihadista e ad esacerbare sempre di più il rapporto tra i famigliari degli ostaggi e il governo israeliano. Ieri il capo del Centcom degli Stati Uniti, il generale Michael Kurilla, ha visitato Israele e ha tenuto una valutazione strategica con il capo di Stato maggiore delle Idf, il generale Herzi Halevi. Secondo le Idf «le discussioni si sono concentrate su questioni strategiche di sicurezza, in particolare per quanto riguarda il Libano». Sempre a proposito degli Stati Uniti, il capo del Pentagono Lloyd Austin durante una conferenza stampa alle Fiji ha affermato che il governo Usa ha chiesto a Israele «di migliorare le condizioni estreme dei civili a Gaza». Austin ieri ha anche avuto un colloquio con il ministro della Difesa israeliano Israel Katz e durante la telefonata si è posto l’accento «sull’importanza garantire la sicurezza delle forze armate libanesi e delle forze Unifil in Libano». A tal riguardo, in una telefonata col premier Giorgia Meloni, il primo ministro libanese Najib Mikati ha condannato l’attacco alle forze di peacekeeping e ha assicurato che il Libano porterà avanti delle indagini su quanto avvenuto. Tornando a Katz e al Pentagono, si è parlato delle minacce regionali e delle operazioni israeliane in corso. Austin ha «riaffermato l’impegno incrollabile» degli Stati Uniti per la sicurezza di Israele e ha ribadito come Washington «lavori per raggiungere una soluzione diplomatica che consenta ai civili israeliani e libanesi di tornare alle loro case su entrambi i lati del confine». Poi il segretario «ha esortato il governo di Israele a continuare ad adottare misure per migliorare le condizioni umanitarie a Gaza e ha sottolineato l’impegno degli Stati Uniti per garantire il rilascio di tutti gli ostaggi, compresi i cittadini statunitensi». Mentre scriviamo, si apprende che il rabbino Zvi Kogan, uno degli emissari del Chabad-Lubavitch (un movimento ebraico a livello internazionale ed una ramificazione dell’ebraismo chassidico) ad Abu Dhabi, è scomparso da diversi giorni e, oltre al timore che possa essere stato rapito, stanno aumentando i sospetti che sia stato assassinato. Secondo quanto riferito, il rabbino era pedinato dall’intelligence iraniana e sul caso sta indagando il Mossad. Infine, nonostante l’inserimento dell’Iran, che come scrive Sky News Arabia «è intervenuto segretamente nei negoziati sul cessate il fuoco in Libano per interromperli», alcuni funzionari israeliani hanno riferito ai media israeliani che «ci sono buone probabilità che le trattative in Libano vengano completate la prossima settimana». Ma, come già visto molte altre volte, meglio aspettare le firme sul documento prima di esultare.
Giorgia Meloni e Donald Trump (Getty Images)
il ministro degli Esteri iraniano, Abbas Araghchi (Ansa)
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