2024-02-21
Hacker tentano di dirottare due aerei israeliani. Sospetti sull’Iran
Un jet della compagnia israeliana El Al all'aeroporto Ben Gurion (IStock)
In Egitto arrivano il capo di Hamas, Haniyeh, e una delegazione di Gerusalemme. Al Consiglio Onu veto Usa sul cessate il fuoco.La compagnia aerea nazionale di Israele El Al ha confermato ieri che «individui ostili» hanno cercato sabato scorso di prendere il controllo della rete di comunicazione di un loro aereo proveniente da Phuket, Thailandia, e diretto all’aeroporto Ben-Gurion di Tel Aviv. Secondo quanto riportato dal Jerusalem Post, la settimana scorsa degli hacker hanno tentato di attaccare ben due voli El Al lungo la tratta Israele-Thailandia, cercando di violare le loro reti di comunicazione e deviare gli aerei. Durante l’incidente di sabato la compagnia aerea nazionale israeliana ha confermato che «individui ostili» hanno cercato di prendere il controllo della rete di comunicazione di un aereo El Al in partenza da Phuket, in Thailandia, e diretto all’aeroporto Ben-Gurion per alterarne la rotta. Gli hacker hanno contattato i piloti due volte, una durante il volo da Phuket a Ben-Gurion e un’altra durante un volo diretto a Bangkok. Durante il volo gli aerei si trovavano sopra un’area sotto il controllo degli Huthi sostenuti dall’Iran. Altre fonti indicano che l’attacco potrebbe essere stato condotto da un gruppo con base nel Somaliland, Stato situato nel Corno d’Africa. I piloti di El Al, addestrati a reagire a queste situazioni, hanno manifestato sospetti e hanno ignorato il repentino cambiamento di istruzioni, passando a un altro canale di comunicazione per confermare la rotta con i controllori del traffico aereo. L’equipaggio non ha seguito gli ordini degli hacker, e verificando i dati con quelli di altri controllori del traffico aereo è emerso che qualcuno stava cercando di danneggiare l’aereo o deviarlo verso zone pericolose al fine di dirottarlo e prendere degli ostaggi. Evidente come gli Huthi non siano in grado mettere in atto un’operazione di questo tipo, cosa che invece l’Iran sa fare benissimo grazie alle sue unità che si occupano di attacchi informatici. In tal senso vanno citati il Cyber Command delle Guardie Rivoluzionarie Islamiche (Irgc), la principale unità di cyberwarfare dell’Iran, il Taregh, un gruppo di hacker affiliato all’Irgc, il Black Reward, un gruppo di hacker che offre ricompense per informazioni su vulnerabilità informatiche in sistemi israeliani e l’APT34 (o Charming Kitten), un gruppo di hacker sospettato di essere collegato al governo iraniano, noto per aver condotto attacchi di cyber spionaggio contro enti governativi e aziende in tutto il mondo. Il tenente colonnello Talia Lankeri, consulente per la sicurezza nazionale e la gestione delle crisi, ha spiegato a Channel 12 che non si è trattato di un attacco informatico. «Bisogna capire la differenza tra entrare o infiltrarsi nei sistemi informatici e nei sistemi dello spettro delle radiofrequenze. In realtà, elementi ostili hanno preso il controllo del sistema di frequenze di comunicazione sugli aerei e hanno cercato di istruire gli aerei su cosa fare». Quello che è certo è che Teheran con queste attività ostili dirette a velivoli israeliani sta pericolosamente superando la «linea rossa» che porta dritti ad un conflitto diretto tra Gerusalemme e Teheran. Sul fronte delle trattative il ministero degli Esteri del Qatar ha comunicato che attualmente non ci sono progressi nelle trattative indirette tra Hamas e Israele. Questa notizia è stata riportata con una scritta in sovrimpressione su al-Jazeera. Secondo quanto dichiarato da un funzionario di Hamas al quotidiano israeliano Haaretz, l’arrivo al Cairo del capo politico di Hamas, Ismail Haniyeh, «non rappresenta un cambiamento significativo nei colloqui riguardanti la questione degli ostaggi». Haniyeh è arrivato ieri mattina al Cairo a capo di una delegazione di alti funzionari di Hamas per discutere con le autorità egiziane della situazione nella Striscia di Gaza e subito dopo una delegazione israeliana di alto livello è atterrata nella capitale egiziana a bordo di un aereo privato. Oggi Brett McGurk, il principale consigliere del presidente americano Joe Biden per il Medio Oriente, arriva al Cairo per un incontro con il capo dell’intelligence egiziana Abbas Kamel, prima di raggiungere Israele giovedì per incontri con Benjamin Netanyahu e il ministro della Difesa Yoav Gallant. Emergono nuovi dettagli sul 7 ottobre 2023. Secondo il giornale Asharq al-Awsat, che cita fonti palestinesi, uno degli obiettivi pianificati da Hamas per il suo attacco del 7 ottobre era il carcere israeliano nella città di Ashkelon. Il piano prevedeva un assalto alla prigione per liberare i prigionieri palestinesi detenuti lì, ma un «errore tecnico nelle attrezzature di navigazione satellitare» avrebbe fatto deviare i miliziani incaricati dell’operazione. Ieri la proposta araba al Consiglio di Sicurezza per un cessate il fuoco immediato è stata respinta a causa del veto degli Stati Uniti. La Gran Bretagna si è astenuta. Tredici membri del Consiglio hanno espresso voto favorevole. «Qualsiasi azione intrapresa da questo Consiglio in questo momento dovrebbe aiutare, non ostacolare questi negoziati delicati e in corso. E crediamo che la risoluzione sul tavolo in questo momento avrebbe un impatto negativo su tali negoziati», ha affermato Linda Thomas Greenfield, ambasciatrice permanente degli Usa. La Cina che ha votato a favore si è detta «delusa dagli Usa che bloccano tutto». Intanto l’esercito israeliano ha scoperto una grande quantità di armi (fra cui fucili kalashnikov, granate, razzi Rpg) nei pressi di una scuola delle Nazioni Unite a Khan Yunis, nel Sud della Striscia di Gaza.
Antonella Bundu (Imagoeconomica)
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