2023-12-17
Si incendia il fronte del Mar Rosso. I parenti dei rapiti: «Ora si negozi»
La protesta dei parenti degli ostaggi a Tel Aviv il 16 dicembre 2023 (Getty Images)
Anche Msc sospende i passaggi nel corridoio marittimo. Rischi per le filiere globali. Israele: «Gli ostaggi uccisi sventolavano bandiera bianca». Le famiglie dei sequestrati invocano cessate il fuoco e trattative.In Israele non si placano le polemiche per l’uccisione dei tre ostaggi, caduti venerdì a Gaza, nel quartiere di Shejaiya, sotto il fuoco «amico» dell’Idf. I vertici dell’esercito di Tel Aviv hanno avviato un’indagine secondo cui i tre cittadini israeliani, rapiti da Hamas lo scorso 7 ottobre e che erano riusciti a liberarsi, sarebbero stati colpiti nonostante avessero sollevato un bastone avvolto da un pezzo di stoffa bianca. A fornire tale ricostruzione è stato un esponente dell’Idf nel corso di un punto stampa con i giornalisti, ai quali è stato riferito anche che i soldati che hanno sparato non avrebbero seguito le regole di ingaggio stabilite dall’esercito. Dagli Stati Uniti hanno parlato di «errore», con il portavoce del consiglio di Sicurezza della Casa Bianca, John Kirby, che ha definito quanto accaduto «una tragedia terribile», auspicando che tutti gli altri ostaggi vengano al più presto rilasciati: «Hamas potrebbe farlo, se solo volesse fare la cosa giusta, cosa che, ovviamente, ha dimostrato di non essere disposta a fare». Una tesi evidentemente non condivisa dal gruppo terrorista che governa la Striscia di Gaza. «L’esercito sionista conosce molto bene le nostre condizioni per liberare gli ostaggi, poiché nessuno di loro sarà liberato finché non saranno soddisfatte le nostre condizioni» - ha tuonato il portavoce delle brigate al-Qassam, Abu Obaida, - «Il nemico sionista sta giocando con le vite dei suoi soldati tenuti prigionieri dalla resistenza palestinese e quindi non si preoccupa dei sentimenti delle loro famiglie. Ieri, l’esercito sionista ha intenzionalmente giustiziato tre di loro, preferendo ucciderli piuttosto che liberarli». La gravità di quanto successo venerdì, unita alla notizia diffusa ieri dai media israeliani sulla morte di un altro ostaggio, la giovane Inbar Haiman, ha suscitato proteste in tutto Israele, in particolar modo tra i familiari degli ostaggi che si trovano ancora prigionieri a Gaza, che stanno esercitando in ogni modo un pressing sul governo affinché possa avviare una nuova trattativa con i terroristi: «Stiamo solo recuperando cadaveri. Vogliamo che fermiate i combattimenti», ha detto Noam Perry, figlia di un israeliano rapito. «Cosa state aspettando? Di farli tornare nelle bare?» ha aggiunto Robby Chen, padre di un soldato di 19 anni nelle mani dei miliziani. Critiche e disappunto sull’operato dell’esecutivo guidato da Benjamin Netanyahu, sono giunte anche da Raz Ben-Ami, ex ostaggio rilasciata lo scorso 29 novembre dopo 54 giorni di prigionia e il cui marito Ohad si trova ancora a Gaza: «Abbiamo implorato il gabinetto di guerra, avvertendo che i combattimenti avrebbero potuto danneggiare gli ostaggi. Sfortunatamente, avevamo ragione».La morte dei quattro ostaggi avvenuta nelle ultime 48 ore, da quanto filtra da alcune fonti, pare aver smosso le acque sul canale della diplomazia e fatto riallacciare i fili del negoziato. A tal proposito, ieri, il capo del Mossad, David Barnea, si è recato in Norvegia, a Oslo per incontrare il primo ministro del Qatar Mohammed bi Abdulrahman al-Thani e porre le basi per una nuova tregua e uno scambio di ostaggi e detenuti palestinesi. Secondo il sito di informazione israeliano Walla, «il processo per un nuovo negoziato sarà lungo e complicato». A questo va aggiunto quanto affermato ieri dall’ambasciatore di Israele in Russia, Alexander Ben Zvi, che in un’intervista alla Tass ha spiegato che «al momento non ci sono prerequisiti per la ripresa dei colloqui in Qatar sulla soluzione del conflitto» e che «Israele è in grado di portare avanti le ostilità per molto tempo». Riguardo invece al futuro di Gaza, il politologo americano John Mearsheimer si è espresso prevedendo che Israele non consentirà mai ai palestinesi di avere un proprio Stato. E mentre a Gaza si continua a combattere, con i media palestinesi che hanno denunciato raid israeliani a Khan Younis e nel Nord della Striscia, si stanno surriscaldando sempre più le situazioni al confine con il Libano e nel Mar Rosso. L’esercito israeliano ha risposto con colpi di artiglieria al lancio di tre razzi dal Paese dei Cedri. Sul Mar Rosso, invece, si continuano a verificare episodi di navi mercantili attaccate dal gruppo yemenita degli Huthi. Ieri, dopo che un drone da combattimento è stato abbattuto da un cacciatorpediniere della marina britannica, il segretario alla Difesa del Regno Unito, Grant Shapps, ha dichiarato che «la recente ondata di attacchi illegali rappresenta una minaccia diretta al commercio internazionale e alla sicurezza nel Mar Rosso». Una minaccia a cui colossi del trasporto marittimo come Msc, Hapag-Lloyd e Maersk hanno reagito con la sospensione del transito delle proprie navi dal Canale di Suez e dallo stretto di Bab al-Mandab. Un blocco che potrebbe provocare problemi non indifferenti e rallentare fortemente la catena mondiale di distribuzione e approvvigionamento con conseguente aumento sui prezzi delle merci, visto che, stando ai numeri pubblicati da Bloomberg, dal Mar Rosso transita il 12% del commercio marittimo globale.
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.