2025-03-26
La dem Tinagli guida la commissione Casa: l’Europa si prepara agli espropri di massa
Irene Tinagli (Getty Images)
L’economista considera le locazioni brevi delle speculazioni: la priorità a chi ha bisogni abitativi. Avanti tutta sul Green deal.Torna la sinistra ostile alla proprietà immobiliare vista come investimento. Questa volta non si limita alle dichiarazioni o a fare picchetti anti sfratto di chi non paga l’affitto o a «regalare» palazzi interi a occupanti in cambio di canoni simbolici. Ora fa calare le sue parole dall’alto della Commissione speciale del Parlamento europeo sulla crisi abitativa, ovvero quell’organismo che contribuirà alla politica Ue in tema di immobili. Alla presidenza, il Pd ha piazzato l’economista ed eurodeputata Irene Tinagli che ha già preso posizione sugli affitti brevi e sull’efficientamento energetico. La Commissione speciale è stata fortemente voluta dalla presidente Ursula von der Leyen ed è tutt’altro che un organismo inerte. Insediatasi al Parlamento europeo il 30 gennaio scorso, composta da 33 eurodeputati, ha il compito di elaborare durante i dodici mesi della sua attività, soluzioni per «alloggi dignitosi, sostenibili e a prezzi accessibili». Tinagli al momento del suo insediamento ha richiamato i dati di Eurostat, secondo i quali dal 2010 a oggi i prezzi delle case in Ue sono aumentati in media del 52% e gli affitti del 25%. Tra i responsabili di questi rincari, al primo posto c’è la diffusione delle locazioni turistiche considerate il nemico numero uno del mercato degli affitti tradizionali. Gli investimenti sono definiti da Tinagli come «speculazioni». Sicché il proprietario che vuole mettere a reddito il suo bene e opta per un B&B, per evitare di incorrere nella trappola di inquilini morosi, difficili da sfrattare, viene rappresentato come uno speculatore che sottrae un tetto a chi ne ha bisogno e contribuisce a far salire i prezzi. Le parole dell’economista del Pd sul tema indicano chiaramente dove si vuole andare a parare: «Le case sono prima di tutto un bisogno e dobbiamo pensare a questo in termini di risposta alle esigenze delle persone, prima ancora che ragionare in termini di mercato». Poi è andata nello specifico: «Sull’eventuale conflitto tra politiche abitative e uso degli alloggi per affitti brevi a uso turistico il problema è che ci sono mercati diversi che utilizzano la stessa infrastruttura, le stesse quantità di unità, e ciò che fai con queste unità ha ricadute sulle altre persone, sul funzionamento della città, della società, dell’economia, perché non tutti i posti sono uguali. In molte aree, gli esperti ci hanno detto che ci sono aree in cui Airbnb ha fornito ricadute positive, e vogliamo coltivarle. Ci sono aree in cui queste ricadute sono negative perché con molta tensione». Ciò prefigurerebbe una regolamentazione del mercato, con l’individuazione di aree dove gli affitti turistici sarebbero possibili e altre no. Come dire che il proprietario non sarebbe libero di disporre del proprio immobile e investire come meglio ritiene. Il tono che usa è rassicurante come si conviene a una carica istituzionale. «Non vogliamo regolamentare solo per il gusto di farlo ma vogliamo fornire alle persone gli strumenti per far funzionare il mercato meglio. Quindi niente paura. Non c’è alcun tentativo di limitare la libertà di nessuno, ma solo il tentativo di approvare più alloggi per coloro che ne hanno maggior bisogno».Tinagli aggiunge poi che il primo passo sarà «studiare, raccogliere dati per creare delle politiche basate su prove». È evidente però che non saranno studi fine a sé stessi ma ne verranno fuori indicazioni delle quali la Commissione si servirà per dare direttive agli Stati.Altro versante sul quale la Commissione speciale si cimenterà è quello dell’efficientamento energetico del patrimonio immobiliare. Un tema sensibile soprattutto per l’Italia. Tinagli ha già lasciato intendere che dalla strada del Green Deal non si deraglia. «Non vedo un conflitto» tra le misure verdi che rendono gli alloggi più sostenibili e quelle che li rendono più accessibili «perché quando parliamo di aumentare l’offerta di alloggi, li vogliamo di qualità e sostenibili. Senza abitazioni a risparmio energetico, le persone che vi accedono dovranno pagare tre volte le bollette per l'energia. Quindi non vedo conflitti: una casa accessibile, è anche una casa a risparmio energetico».Come c’era da aspettarsi, non una parola sulle legislazioni, soprattutto quella italiana, che disincentivano gli affitti tradizionali a lungo termine, perché tutelano esclusivamente l’inquilino anche se moroso e lasciano il proprietario in balia di cause costose e lunghe.Non una parola nemmeno per gli oneri che comportano le ristrutturazioni degli immobili in chiave di risparmio energetico. La Confedilizia guarda con cautela alle posizioni finora espresse dall’organo comunitario. A La Verità commenta così: «Stiamo seguendo i lavori della Commissione, che nel dibattito di lunedì ha visto anche un intervento dell’Uipi, l’Unione internazionale della proprietà immobiliare nella quale la Confedilizia rappresenta l’Italia. Fermo restando che l’Ue non ha competenza diretta in tema di edilizia abitativa, da parte nostra insisteremo perché non vengano suggerite ai Governi politiche illiberali».