2019-04-01
Ira M5s per gli strani intrecci di Tria. «Chiarisca il ruolo della consigliera»
I grillini preparano un Vietnam, dopo lo scoop della «Verità». La vice Laura Castelli: «Claudia Bugno fuori controllo». Da spiegare l'assunzione del figliastro del ministro e l'attivismo della donna nel settore immobiliare.Tria abbia promosso sua consigliera Claudia Bugno e l'abbia designata anche per il board della strategica Stmicroelectronics e come nello stesso tempo, il figliastro del ministro sia stato assunto a novembre in una società, la Tinexta, il cui amministratore delegato è Pier Andrea Chevallard, marito della medesima Bugno. Si tratta di una coincidenza? Di uno scambio di favori? Nessuno dei protagonisti ha voluto risponderci. Molto più disponibile a trattare la questione si è dimostrata la viceministra al Mef, Laura Castelli, che sul ruolo della Bugno dentro al ministero ha acceso un faro già da lungo tempo: «Mi auguro che sia solo un caso che il figlioccio del ministro sia entrato nella azienda guidata da Chevallard poco dopo che la Bugno aveva varcato il portone di via XX settembre».Da tempo i rapporti tra Tria e i pentastellati sono tesi proprio sul ruolo della Bugno. «Dopo sei mesi ancora non ho ancora capito su quali fascicoli lavora», continua la Castelli.Tria, quando qualcuno gli fa domande sulla Bugno, raccontano persone a lui vicine, scuote la testa e afferma di non volerne parlare. Anche all'interno del suo gabinetto ci sarebbero perplessità sulla grande influenza della Bugno.«Certamente dovremmo chiarirci sul suo ruolo. Come sul fondo per i truffati delle banche, dove a una chiara linea delle due forze di governo, ne sembra prevalere una terza che ancora non firma i decreti attuativi», continua la Castelli. L'impressione di molti è che la Bugno rappresenti dei poteri dentro al governo estranei alle forze parlamentari che sostengono l'esecutivo.Per la Castelli esiste anche una questione di possibile conflitto d'interesse: «Per esempio Infocert, che è una società collegata a Tinexta (Chevallard ne è consigliere d'amministrazione, ndr), gestisce i dati della fatturazione elettronica e fa il service provider del circuito Spid, due attività abbastanza delicate come ben comprenderà. In più dentro a Tinexta ci sono società che si occupano di immobiliare e la Bugno è molto attenta in questo momento alla partita della vendita degli immobili che, in base alla manovra, dovrebbe portare nelle casse dello Stato 1 miliardo di euro».Il viceministro, all'interno del Movimento, è tutt'altro che sola nella sua battaglia contro i presunti superpoteri e conflitti d'interesse della Bugno.Ieri il senatore pentastellato Gianluigi Paragone ha pubblicato sulla sua pagina Facebook l'articolo della Verità e ha scritto: «Tutto a posto ministro Tria?». Una domanda retorica che ha scatenato un'ondata di commenti, mentre le agenzie di stampa annunciavano che, secondo fonti parlamentari, «sono già pronte delle interrogazioni parlamentari nei confronti del ministro del Tesoro».Un altro campanello d'allarme tra i grillini è scattato quando hanno saputo che Tria, senza consultarsi con nessuno, ha deciso di designare la Bugno in una società strategica come la Stmicroelectronics, un colosso quotato in tre borse internazionali, partecipato dal Mef e controllato da una joint-venture Italia-Francia. L'azienda, con i suoi prodotti a semiconduttori, ha clienti come la Samsung e la Apple e nel 2018 ha realizzato un fatturato di 9,7 miliardi di dollari e 1,3 di utili.Nel 2018 l'amministratore delegato italiano è stato sostituito con un francese e adesso si è liberato un posto nel consiglio di sorveglianza. E Tria ha deciso di designare un po' a sorpresa la Bugno. Ma dopo le polemiche che sono subito divampate, sembra che le abbia offerto la presidenza della Consip, la centrale acquisti della pubblica amministrazione, già al centro dell'omonima inchiesta. «Perché la Bugno ha tutta questa fretta di andarsene? Forse perché pensa che Tria non duri molto?», si chiede un po' maliziosamente un altro importante esponente del M5s. Che ci fa capire da dove nascano i mal di pancia grillini: «La signora non potrebbe gestire un bel niente perché lei nella sua delega ha solo l'incarico da consigliera. Eppure si reca fisicamente in tutte le partecipate, dove chiede e pretende. Si presenta con bigliettini con elenchi di nomi che vuole mettere di qua e di là, quando le procedure del ministero non sono quelle. C'è la cosiddetta delibera Padoan che non consente questo tipo di iniziative». La donna si starebbe preoccupando, in piena sintonia con il ministro, anche delle nomine in Cassa depositi e prestiti (in particolare di chi debba rappresentare le fondazioni dentro a Cdp) e in Sace, la società di sostegno all'export per le imprese, dove lo stesso Tria sembra intenzionato a confermare il presidente Beniamino Quintieri, suo collega a Tor Vergata.La Bugno starebbe cercando di tirare a sé anche i dossier su Alitalia e Tim.Secondo i pentastellati, se Tria , nella bozza del decreto Crescita, ha sospeso l'articolo che dispone l'ingresso in Alitalia del Mef, la colpevole è proprio l'ascoltata consigliera già vicepresidente dei Public affairs della compagnia e contraria all'operazione.Infine, i grillini evidenziano che, occupandosi di partecipate, la Bugno ha accesso, da semplice consigliera del ministro, a dossier sensibili dei servizi segreti. Tanto che qualcuno sta pensando a un'ulteriore interrogazione per sapere se abbia il nulla osta di sicurezza, il cosiddetto Nos. «Siamo preoccupati per l'accesso a certe informazioni riservate che riguardano le partecipate da parte di chi non è stato eletto e non ha nemmeno una delega politica a seguire certi temi», conferma il viceministro Castelli.Da oggi le truppe del partito di maggioranza sembrano pronte a trasformare per il Parlamento in un piccolo Vietnam per il ministro Tria e per la sua consigliera.
Lo scorso 25 novembre è stata presentata alla Fao la campagna promossa da Focsiv e Centro sportivo italiano: un percorso di 18 mesi con eventi e iniziative per sostenere 58 progetti attivi in 26 Paesi. Testimonianze dal Perù, dalla Tanzania e da Haiti e l’invito a trasformare gesti sportivi in aiuti concreti alle comunità più vulnerabili.
In un momento storico in cui la fame torna a crescere in diverse aree del pianeta e le crisi internazionali rendono sempre più fragile l’accesso al cibo, una parte del mondo dello sport prova a mettere in gioco le proprie energie per sostenere le comunità più vulnerabili. È l’obiettivo della campagna Sport contro la fame, che punta a trasformare gesti atletici, eventi e iniziative locali in un supporto concreto per chi vive in condizioni di insicurezza alimentare.
La nuova iniziativa è stata presentata martedì 25 novembre alla Fao, a Roma, nella cornice del Sheikh Zayed Centre. Qui Focsiv e Centro sportivo italiano hanno annunciato un percorso di 18 mesi che attraverserà l’Italia con eventi sportivi e ricreativi dedicati alla raccolta fondi per 58 progetti attivi in 26 Paesi.
L’apertura della giornata è stata affidata a mons. Fernando Chica Arellano, osservatore permanente della Santa Sede presso Fao, Ifad e Wfp, che ha richiamato il carattere universale dello sport, «linguaggio capace di superare barriere linguistiche, culturali e geopolitiche e di riunire popoli e tradizioni attorno a valori condivisi». Subito dopo è intervenuto Maurizio Martina, vicedirettore generale della Fao, che ha ricordato come il raggiungimento dell’obiettivo fame zero al 2030 sia sempre più lontano. «Se le istituzioni faticano, è la società a doversi organizzare», ha affermato, indicando iniziative come questa come uno dei modi per colmare un vuoto di cooperazione.
A seguire, la presidente Focsiv Ivana Borsotto ha spiegato lo spirito dell’iniziativa: «Vogliamo giocare questa partita contro la fame, non assistervi. Lo sport nutre la speranza e ciascuno può fare la differenza». Il presidente del Csi, Vittorio Bosio, ha invece insistito sulla responsabilità educativa del mondo sportivo: «Lo sport costruisce ponti. In questa campagna, l’altro è un fratello da sostenere. Non possiamo accettare che un bambino non abbia il diritto fondamentale al cibo».
La campagna punta a raggiungere circa 150.000 persone in Asia, Africa, America Latina e Medio Oriente. Durante la presentazione, tre soci Focsiv hanno portato testimonianze dirette dei progetti sul campo: Chiara Concetta Starita (Auci) ha descritto l’attività delle ollas comunes nella periferia di Lima, dove la Olla común 8 de octubre fornisce pasti quotidiani a bambini e anziani; Ornella Menculini (Ibo Italia) ha raccontato l’esperienza degli orti comunitari realizzati nelle scuole tanzaniane; mentre Maria Emilia Marra (La Salle Foundation) ha illustrato il ruolo dei centri educativi di Haiti, che per molti giovani rappresentano al tempo stesso luogo di apprendimento, rifugio e punto sicuro per ricevere un pasto.
Sul coinvolgimento degli atleti è intervenuto Michele Marchetti, responsabile della segreteria nazionale del Csi, che ha spiegato come gol, canestri e chilometri percorsi nelle gare potranno diventare contributi diretti ai progetti sostenuti. L’identità visiva della campagna accompagnerà questo messaggio attraverso simboli e attrezzi di diverse discipline, come illustrato da Ugo Esposito, Ceo dello studio di comunicazione Kapusons.
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Mark Zuckerberg (Getty Images)
A Fuori dal coro Raffaella Regoli mostra le immagini sconvolgenti di un allontanamento di minori. Un dramma che non vive soltanto la famiglia nel bosco.
Le persone sfollate da El Fasher e da altre aree colpite dal conflitto sono state sistemate nel nuovo campo di El-Afadh ad Al Dabbah, nello Stato settentrionale del Sudan (Getty Images)