2020-06-16
Ipotesi frode fiscale nel giro di fatture del centro di ricerca della galassia Link
I passaggi di denaro tra società legate all'Ateneo vicino ai 5 stelle e alcune intercettazioni hanno insospettito la Finanza.L'ennesimo bubbone è scoppiato il 22 novembre 2019, quando il sostituto procuratore di Firenze Christine von Borries, lo stesso che ha rivoltato come un calzino la Link campus university dell'ex ministro scudocrociato Vincenzo Scotti (che è indagato con l'accusa di capeggiare un'associazione a delinquere che permetteva ai poliziotti iscritti al Siulp di mettere il turbo nelle loro carriere conseguendo crediti universitari senza frequentare corsi e sostenendo esami indicati come farlocchi), ha inviato dei documenti riservati ai colleghi di Roma. Il fascicolo, consegnato a mano in Procura a Piazzale Clodio, segnalava «ipotesi di delitto riferibili agli amministratori della società Criss e di società che hanno a loro volta utilizzato ed emesso fatture per operazioni inesistenti».A Roma il procuratore Michele Prestipino ha affidato l'inchiesta al pm Stefano Pesci che, a sua volta, ha delegato per le indagini un reparto specialistico della Guardia di finanza: il Nucleo di polizia economico finanziaria di Roma, guidato dal colonnello Gavino Putzu. L'ipotesi è che dietro a quel giro vorticoso di fatture riscontrato dagli investigatori fiorentini si nasconda una frode. Criss altro non è che un consorzio della galassia societaria Link che si occupa di ricerca applicata ai temi dell'intelligence. E infatti è l'acronimo di Consortium for research on intelligence and security service. Capitale sociale 24.000 euro e sede legale a Roma in via Casale di San Pio V. È partecipato, oltre che dalla Link consulting srl, anche da altre due società della premiata Scotti and friends: la Sudgest aid scarl e la Helps srl semplificata. Il consiglio direttivo è composto da Pasquale Russo (che dell'ateneo di Scotti è anche il direttore generale), da Achille Patrizi e da Guglielmo De Gregorio. Pur avendo un capitale sociale relativamente basso, il consorzio Criss appare essere diventato particolarmente produttivo, visto che dai bilanci, sottolineano gli investigatori, «si rilevano per il 2018 oltre 32 milioni di crediti a fronte dei 4 milioni e mezzo dell'anno precedente». I debiti sono inferiori a 23 milioni di euro e l'utile è di poco al di sotto dei 10 milioni. Nelle dichiarazioni i ricavi indicati per il 2018 ammontano a 25 milioni di euro. Ora, per chiarire le informazioni presenti nelle voci dei bilanci, bisognerà approfondire i contenuti di una intercettazione telefonica tra Scotti e il professore Carlo Medaglia, direttore del Dipartimento di ricerca della Link. Il 23 ottobre 2019 i finanzieri fiorentini durante una lunga conversazione captano queste parole: «Per comodità, così come qualche volta li abbiamo messi su Fondazione, dall'altra parte li abbiamo messi su... su Criss... perché non c'abbiamo i soldi, non c'avevamo le persone da rendicontare». Questo è il punto preciso della telefonata che viene annotato dalla Guardia di finanza. Gli interlocutori fanno riferimento a Russo. E Medaglia introduce il discorso: «Mah, non me sembra che ha dato 1 milione e mezzo alla Link, sinceramente». È il giro che ha fatto quel milione e mezzo ad aver creato non pochi sospetti negli investigatori. Anche perché Scotti sembra cadere dal pero: «Io chiedo che i sindaci adesso mi verifichino un attimo». E Medaglia replica: «E certo... a meno che non si inventa che i soldi di Criss... visto che lui è direttore... diciamo è presidente di Criss... pure se sono soldi che porto io, lui li considera soldi che ha portato lui all'Università, perché da Criss a Link sono passati un sacco…». Scotti chiede: «Ma come li ha fatti entrare?». E Medaglia cerca di spiegare a colui che dovrebbe conoscere bene, in quanto presidente della Link, la geografia societaria che ruota attorno all'università vicina ai 5 stelle: «La sua società si chiama Helps... Helps è uno dei tre membri del consorzio Criss... è uno degli enti... l'ente che uso per fare progetti di ricerca industriale, quindi soldi, lasciami dire, so' sempre soldi di Link... non è che so' soldi suoi (...)». Poco dopo il grande orecchio della Guardia di finanza ascolta di nuovo Scotti e Medaglia confabulare su come correre ai ripari. E Scotti sembra leggere un appunto: «Io ho scritto al presidente in questi termini, dall'allegata email sono stato informato che una società, di cui non è detto il nome, di un nostro socio fondatore ha versato, solo nel 2019, nelle casse dell'università e chiede di verificare tutto con i sindaci. Vorrei pregarti di farci conoscere come le somme sono state e vengono iscritte al bilancio: donazione, prestito o per altre cause. E quindi, quali sono... sono obbligazioni che ne derivano per l'università (...)». Medaglia, che sembra quasi atteggiarsi a consigliori, approva: «E così l'hai inculato, perché diciamo lì a bilancio sono iscritti come costi e quindi nella parte, diciamo, di attività. E non sono in nessun modo iscritte come patrimonializzazioni o prestiti o aumenti di capitale». E poco oltre Scotti chiede ancora: «E i soldi da dove gli vengono?». Medaglia spiega: «Dai progetti di ricerca». A questo punto l'ex ministro democristiano sbotta: «E allora dico, scusa, i costi dove stanno?». È proprio quello che, ora, dovranno accertare i finanzieri romani.