Il comparto, considerato tradizionalmente sicuro, trema dopo l’annuncio di dazi anche sui medicinali. J. Lamarck: «Le acquisizioni rafforzano le possibilità di crescita. Interessante la scoperta di nuovi prodotti».
Il comparto, considerato tradizionalmente sicuro, trema dopo l’annuncio di dazi anche sui medicinali. J. Lamarck: «Le acquisizioni rafforzano le possibilità di crescita. Interessante la scoperta di nuovi prodotti».Il settore farmaceutico, considerato un rifugio, sta attraversando tempi difficili a causa delle dichiarazioni di Donald Trump sull’intenzione di imporre dazi sui medicinali. Gli investitori, che cercano sicurezza nel settore sanitario visti la domanda stabile e l’invecchiamento della popolazione, vedono questo come un serio problema. Tra fine 2024 e inizio 2025, il settore si era ripreso grazie al successo dei farmaci antiobesità, ai progressi nella cura del cancro e alle terapie cellulari. La performance deludente del 2022 e 2023, con il ribasso del mercato biotecnologico, aveva reso le azioni di molte aziende attraenti. «Se i dazi sui prodotti farmaceutici dovessero essere introdotti, è difficile prevederne l’impatto. Trump ha fatto riferimento a Pechino, ma sono soprattutto i farmaci generici a essere prodotti in Cina. Per le case farmaceutiche di marca, il costo di produzione è generalmente una frazione dei prezzi Usa, e non è chiaro quanto i dazi influenzerebbero prezzi o profitti», spiega Salvatore Gaziano, direttore investimenti di Soldiexpert Scf. Secondo il Congresso Usa, la Cina si sta muovendo per dominare la biotecnologia. Anche senza tariffe dirette, la minaccia di imposte «settoriali» sta frenando gli investimenti. Il direttore generale di Eli Lilly, David Ricks, ha avvertito che, se le case farmaceutiche non riusciranno ad aumentare i prezzi per compensare i dazi, saranno costrette a ridurre la ricerca.«Nei nostri portafogli consigliati», spiega Gaziano, «seguiamo alcune società farmaceutiche come la tedesca Fresenius e la statunitense McKesson, uno dei principali distributori di farmaci negli Stati Uniti che opera anche nell’oncologia e nei sistemi di gestione delle farmacie. La minima esposizione di McKesson ai dazi dovrebbe garantire maggiore stabilità rispetto a società farmaceutiche dove la scure di Trump sembra prossima ad arrivare».«Recentemente, il settore ha visto un’intensa attività di fusioni e acquisizioni, che rafforza le possibilità di crescita», spiega Gianpaolo Nodari, ad di J. Lamarck. «Un esempio è l’acquisizione delle azioni di Chimerix da parte di Jazz pharmaceuticals per circa 935 milioni di dollari. Questa operazione permetterà a Jazz di ottenere il dordaviprone, un trattamento innovativo per un raro tumore cerebrale. Altre aziende stanno facendo progressi. Astrazeneca ha annunciato risultati positivi per Enhertu, destinato al trattamento del carcinoma allo stomaco metastatico, mentre Genentech ha ricevuto l’approvazione Fda per Gazyva, un farmaco per la nefrite lupica».
Francesco Saverio Garofani (Imagoeconomica)
Altro che «attacco ridicolo», come aveva scritto il Quirinale. Garofani ammette di aver pronunciato in un luogo pubblico il discorso anti premier. E ora prova a farlo passare come «chiacchiere tra amici».
Sceglie il Corriere della Sera per confermare tutto quanto scritto dalla Verità: Francesco Saverio Garofani, ex parlamentare Pd, consigliere del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, finito nella bufera per alcune considerazioni politiche smaccatamente di parte, tutte in chiave anti Meloni, pronunciate in un ristorante e riportate dalla Verità, non smentisce neanche una virgola di quanto da noi pubblicato.
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Francesco Saverio Garofani (Imagoeconomica)
Il Quirinale aveva definito «ridicola» la rivelazione sul piano anti-Meloni del dirigente. Peccato che egli stesso abbia confessato che era vera, sminuendo: «Solo chiacchiere tra amici...». Lui è libero di tifare chi vuole: non a fianco del presidente della Repubblica.
Qualche scafato cronista, indispettito per aver preso quello che in gergo giornalistico chiamiamo «buco», ieri ha provato a metterci una pezza e a screditare lo scoop della Verità sul consigliere chiacchierone e maneggione di Sergio Mattarella. Purtroppo per lui, dietro le nostre rivelazioni non c’è nessun anonimo: se abbiamo rivelato che Francesco Saverio Garofani vagheggiava un «provvidenziale scossone» per far cadere Giorgia Meloni, e la costituzione di una grande lista civica che la possa battere alle prossime elezioni, è perché delle sue parole abbiamo certezza.
Annalisa Cuzzocrea (Ansa)
Sulle prime pagine di ieri teneva banco la tesi della bufala. Smentita dall’interessato. E c’è chi, come il «Giornale», si vanta di aver avuto l’informazione e averla cestinata.
Il premio Furbitzer per il giornalista più sagace del Paese va senza dubbio a Massimiliano Scafi del Giornale. Da vecchio cronista qual è, infatti, lui ci ha tenuto subito a far sapere che quella «storia», cioè la notizia delle esternazioni del consigliere del Quirinale Francesco Saverio Garofani, lui ce l’aveva. Eccome. Gli era arrivata in redazione il giorno prima, nientemeno, e con un testo firmato Mario Rossi, nota formula usata dai più sagaci 007 del mondo quando vogliono nascondersi. C’era tutto. Proprio tutto.






