2022-11-17
Petrolio, nichel, ferro e agricoltura spingono la Borsa brasiliana a +30%
I listini salgono, in controtendenza rispetto al resto del mondo. Pesano la ricchezza di materie prime, la scarsa dipendenza dall’export e la lontananza da tensioni geopolitiche. Pil in crescita, inflazione contenuta.Da inizio anno la Borsa brasiliana ha registrato una performance in euro del 30%, merce rarissima per i mercati azionari di tutto il mondo, in un 2022 dominato dal colore rosso. Inoltre, dopo l’elezione di Luiz Inácio Lula sono in molti a chiedersi se il momento magico per la Borsa carioca continuerà, anche se nell’ultimo mese il rendimento è stato del -6%. Questo nonostante le attese di investimenti in infrastrutture, progetti verdi e di una migliore distribuzione della ricchezza.A trainare il mercato azionario brasiliano sono stati i buoni fondamentali economici, gli alti tassi di interesse reali, la ricchezza di risorse naturali e la disponibilità di materie prime. Il tutto unito a valutazioni ragionevoli delle società quotate, a lungo snobbate dagli investitori mondiali. La transizione energetica e la crescita della popolazione potrebbero continuare a spingere il Paese, considerato il polmone del pianeta per la presenza di una delle più estese foreste pluviali del mondo.«D’altronde, del Brasile di Jair Bolsonaro si è scritto molto riguardo i progetti di deforestazione dell’Amazzonia, ma il Brasile ha ottenuto in questi anni buoni risultati sul fronte dell’energia pulita e la democrazia ha mostrato comunque di funzionare. Cosa non scontata quando si parla di Paesi emergenti, come insegna la storia dei Brics», puntualizza Salvatore Gaziano, direttore investimenti di Soldiexpert scf. I numeri dicono che il Brasile rimane comunque un’economia relativamente chiusa che non è riuscita a sviluppare esportazioni competitive a livello internazionale al di fuori del settore agroalimentare (che vale circa il 27% del Pil) e minerario. Il difficile clima geopolitico offre però al Brasile grandi opportunità che il nuovo governo dovrà cercare di sfruttare. Il Paese è ricco di cibo, combustibili e metalli. La principale società quotata è Petrobras che vale quasi il 15% del listino, seguita dalla compagnia mineraria Vale, che pesa poco meno. Inoltre, il Brasile è il più grande produttore di petrolio dell’America Latina e la sua produzione è salita a 3 milioni di barili al giorno, dai 2 milioni del 2012. Collegata sia all’energia sia al cibo è la produzione di biocarburanti, settore in cui il Paese è il secondo produttore e consumatore mondiale. Il minerale di ferro e il nichel del Brasile, in particolare, sono essenziali per la transizione energetica e il gigante sudamericano detiene la quarta maggiore riserva mondiale di nichel, fondamentale per le batterie dei veicoli elettrici.Si trova, inoltre, lontano dai luoghi di conflitto globale e ha buoni rapporti con Stati Uniti, Cina, Europa e Russia e in questo periodo storico questa equidistanza lo ha favorito. Sul fronte interno, in questi anni i consumi hanno mostrato una buona solidità con una crescita positiva del Pil, un’inflazione più bassa della media e la possibilità di tagliare i tassi d’interesse. Vedremo come il nuovo Brasile di Lula saprà giocarsi questa partita e se richiamerà veramente gli investitori internazionali, come promesso durante la campagna elettorale.
Giancarlo Giorgetti (Ansa)
Nel riquadro in alto l'immagine dei postumi dell’aggressione subìta da Stephanie A. Nel riquadro in basso un frame del video postato su X del gambiano di 26 anni che l'ha aggredita (iStock)