2022-11-09
Inumano è come vivono i migranti nelle città
Il viale meneghino su cui sorge la nostra redazione è ridotto a un bivacco di sbandati L’emblema dell’ipocrisia della sinistra: tifa sbarchi, dopo lascia i disperati nel degrado.La Verità ha sede in un palazzo di dieci piani che si affaccia sulla piazza davanti alla stazione centrale di Milano. La via da cui si accede alla redazione arriva fino a piazza della Repubblica e di lì si può raggiungere il centro: via Turati prima, via Manzoni poi, infine piazza della Scala, la Galleria Vittorio Emanuele con i suoi negozi eleganti e il Duomo. In pratica, a piedi o in taxi, chiunque arrivi nel capoluogo lombardo percorre questa strada. Un luogo di grande prestigio e di grande passaggio, dunque, che però ha un solo grande difetto: i portici. Quando negli anni Venti del secolo scorso l’architetto Ulisse Stacchini la progettò, aveva probabilmente in testa i grandi viali delle città europee e di certo pensò alla prospettiva che si sarebbe aperta davanti agli occhi di chiunque percorresse via Vittor Pisani per prendere il treno. Certo, il celebre architetto (suo è anche il progetto dello stadio Meazza, che adesso Beppe Sala vuole abbattere per fare posto a un nuovo stadio che rischia di costare una montagna di soldi ai milanesi), non poteva immaginare che i portici che accompagnano la via un giorno sarebbero diventati un campo profughi a cielo aperto. Già: invece di fungere da cannocchiale prospettico per la stazione, la via fa da vetrina dello stato di abbandono e incuria di una città. Ieri ho varcato l’ingresso del palazzo scansando i resti di un accampamento notturno, fra rivoli di liquidi non meglio identificati, avanzi di cibo, immondizia e lattine. Incuranti del degrado, alcune persone dormivano riparandosi con stracci, coperte e teli termici. A qualche mio collega è andata peggio: la sera, per uscire dalla redazione, è stato costretto a scavalcare quattro o cinque persone intente a fumare crack. Tutto ciò sotto gli occhi dei turisti che si intrattengono nei bar della zona e dei clienti della farmacia a fianco del palazzo. La situazione è spesso oggetto di lamentele dei residenti e i rappresentanti legali delle società e degli studi professionali hanno presentato esposti a destra e a manca, scrivendo al sindaco, al prefetto, al ministro dell’Interno (quello del precedente governo), ma senza grandi risultati se non una squadra dell’Amsa, ossia della nettezza urbana, che la mattina cerca di raccogliere l’immondizia.Ovviamente non scrivo di via Vittor Pisani pensando che lo spettacolo indecente della piazza davanti a una delle stazioni ferroviarie più importanti d’Italia sia un’eccezione. Purtroppo, temo che sia la regola e che ogni città abbia le sue Vittor Pisani, con angoli di degrado, spaccio e delinquenza. Infatti, se segnalo il caso Milano non è perché lo ritenga più grave di altri, ma semplicemente perché, mentre in Sicilia gli esponenti della sinistra fanno a gara a tifare per i migranti, sollecitando lo sbarco per ragioni umanitarie, sotto i portici della via che porta allo scalo ferroviario lombardo non si vede nessuno. Ma quei parlamentari del Pd, da Beppe Provenzano ad Antonio Nicita, che insieme all’onorevole Aboubakar Soumahoro dei Verdi si preoccupano per le condizioni dei migranti a bordo delle navi delle Ong, non hanno alcun cruccio per ciò che accade a Milano? Forse pensano che il freddo, la fame, la stanchezza si sentano solo a bordo di una nave? Posso assicurare che le temperature notturne nel capoluogo lombardo cominciano a essere rigide, eppure non vedo segretari del Pd agitarsi per i rifugiati abbandonati sotto i portici. Mentre rivolge appelli per il rispetto dei principi umanitari e le regole internazionali, non vedo Enrico Letta interessato alle condizioni dei poveri migranti abbandonati a loro stessi in una via di Milano. Forse perché il sindaco della città è della sua stessa parte politica? Oppure perché gli extracomunitari vanno bene solo se sono su una nave in attesa di sbarcare? Secondo Anna Rossomando, altra senatrice del Pd che da responsabile della Giustizia e dei diritti si straccia le vesti per lo stop allo sbarco, la legge della dignità non si può violare mai e per Elly Schlein, altra onorevole del partito di Letta, ciò che sta accadendo a Catania è inumano. Ma i diritti e la dignità valgono solo a Catania? Oppure vanno difesi anche a Milano? Cioè: se è inumano trattenere a bordo dei migranti, rifornendoli di cibo e curandoli con medici inviati appositamente sulle navi, che cos’è il trattamento che viene riservato ad altri profughi lasciati a dormire dentro una scatola di cartone, con una coperta e una bottiglia per riscaldarsi? Laura Boldrini, eroina dei migranti ma dal salotto di casa, dice che «impedire lo sbarco dei non fragili è una decisione arbitraria». Sarà arbitraria, come sostiene l’ex presidente della Camera, ma di sicuro è meno ipocrita di chi usa i migranti solo per una battaglia politica, dimenticandosene un secondo dopo averli accolti. Come sempre è accaduto, per la sinistra il popolo è bello fino a che lo si può strumentalizzare, ma una volta che è servito allo scopo non vuole più saperne. Per i compagni è meglio che il popolo, e dunque anche i migranti, se ne stiano sotto i portici.
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