2024-02-02
Intesa sul premierato, ora palla ai leader
Giorgia Meloni, Matteo Salvini e Antonio Tajani (Ansa)
Accordo sulla bozza, la decisione definitiva arriverà nel vertice tra Giorgia Meloni, Matteo Salvini e Antonio Tajani della prossima settimana. Il testo prevede la possibilità di un secondo presidente della stessa maggioranza solo in casi eccezionali. Resta il nodo dei governatori.Occorrerà l’imprimatur dei leader politici, a partire da quello del presidente del Consiglio, sull’accordo di maggioranza raggiunto ieri a Palazzo Madama sul premierato. Il vertice al livello più alto si svolgerà con ogni probabilità a metà della settimana prossima, quando il premier avrà fatto ritorno dalla visita in Giappone, ma stando a quanto dichiarato dagli specialisti che hanno dato vita agli incontri ripetuti degli ultimi giorni, si sarebbe arrivati a un punto di caduta che soddisfa tutti i partiti di maggioranza. Al vertice di ieri hanno partecipato il ministro per le Riforme Elisabetta Casellati, il presidente della commissione Affari costituzionali del Senato e relatore del testo Alberto Balboni, i capigruppo di Fi, Maurizio Gasparri, di Fdi Lucio Malan e della Lega Massimiliano Romeo. Le modifiche concordate sono già confluite in una bozza di riformulazione del testo base su cui il ministro Casellati è già al lavoro e che nel pomeriggio di ieri aveva già iniziato a circolare.Come è noto, il grosso del confronto è ruotato attorno alla cosiddetta «norma anti-ribaltone». I termini della questione erano piuttosto chiari: Fratelli d’Italia, sotto la spinta del presidente del Consiglio, pur avendo avallato a suo tempo una formula più soft, voleva reintrodurre nel testo Casellati il principio «simul stabunt simul cadent», in base al quale il premier - eletto dal popolo - deve avere la facoltà di sciogliere le Camere una volta sfiduciato. Nel compromesso raggiunto ieri si prevede anche che è possibile ricorrere a un premier «di scorta» pescato dalla stessa maggioranza che ha vinto le elezioni in casi eccezionali quali decadenza, morte, impedimento permanente o dimissioni volontarie. Se il secondo premier non conseguisse la fiducia in Parlamento, il Capo dello Stato scioglie le Camere. In pratica, se il premier eletto dai cittadini viene sfiduciato dal Parlamento, questo avrebbe sette giorni per tentare di formare un nuovo esecutivo. In alternativa può proporre al presidente della Repubblica di sciogliere le Camere. A questo punto ci sono due strade: se riguadagna la fiducia, il Capo dello Stato rinnova l’incarico al premier eletto ma se questo viene sfiduciato per la seconda volta, si va alle urne.L’altro punto politicamente sensibile su cui si è discusso è il tetto di due mandati consecutivi per il premier eletto: alla fine l’accordo si è trovato sulla previsione del tetto (che non sussiste quando il premier eletto abbia ricoperto l’incarico per un periodo inferiore a sette anni e sei mesi), ma su questo l’ultima parola la dirà il faccia a faccia tra Meloni e il leader leghista Matteo Salvini, poiché su questo punto si sta giocando una partita parallela che vede in ballo anche i governatori e la possibilità per quello veneto Luca Zaia (caldeggiata da Salvini) di poter restare al suo posto usufruendo della rimozione del tetto attualmente previsto per i presidenti di Regione. Al termine del penultimo Consiglio dei ministri, i vertici della Lega hanno esultato per l’abolizione del vincolo per i sindaci dei comuni più piccoli, iniziando a fare pressione anche per le città più grandi e per le Regioni. Le possibilità che Palazzo Chigi dia l’ok al terzo mandato per i governatori sono minime. Un’altra modifica del testo originario su cui la maggioranza ha convenuto è la cancellazione del riferimento al premio di maggioranza al 55 per cento per la coalizione uscita vincente alle elezioni politiche. La questione, come anticipato nei giorni scorsi, verrà demandata alla messa a punto di una nuova legge elettorale, ma nel nuovo testo verrà comunque specificato che quest’ultima dovrà assegnare «un premio su base nazionale che garantisca una maggioranza dei seggi in ciascuna delle Camere alle liste e ai candidati collegati al presidente del Consiglio, nel rispetto del principio di rappresentatività». Rilevanti anche le nuove norme sul semestre bianco del presidente della Repubblica, che vanno di pari passo con quelle sui poteri del premier: durante il semestre bianco il Capo dello Stato non potrà esercitare la facoltà di sciogliere le Camere «salvo che lo scioglimento costituisca atto dovuto». Attualmente il Quirinale non può sciogliere le Camere negli ultimi sei mesi del suo mandato, salvo che essi «coincidano in tutto o in parte con gli ultimi sei mesi della legislatura». Confermato anche il taglio dei senatori a vita, che era presente anche nella prima formulazione del testo: una volta entrata in vigore la riforma, resteranno in carica i senatori nominati in precedenza dal Colle ma non ci potranno essere nuove nomine. «C’è una bozza di accordo da sottoporre ai leader», ha confermato Casellati al termine del vertice, «ed è un buon passo in avanti. Si tratta della Costituzione italiana, tutte le parole vanno sempre misurate. La Costituzione», ha proseguito, «richiede nella riformulazione degli accorgimenti di carattere tecnico per non dar luogo a interpretazioni. Cerchiamo di rendere il testo tecnicamente ineccepibile». «Per quanto riguarda il premierato», ha spiegato Gasparri, «abbiamo trovato un’intesa. Vogliamo garantire al massimo la volontà degli elettori e limitare a casi eccezionali l’eventuale avvento di un secondo premier che sia della stessa maggioranza. Vogliamo ampliare il rispetto della volontà popolare». «Abbiamo finito il lavoro che era stato assegnato alla maggioranza», ha osservato Balboni, «siamo pronti a depositare i nostri testi ma prima di farlo vogliamo che tutto venga esaminato dai leader e che i leader ci diano il via libera».
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.