2024-09-19
Romeo: «Strano, nessuno ha indagato la Lamorgese»
Massimiliano Romeo, capogruppo della Lega a Palazzo Madama (Imagoeconomica)
Il capogruppo leghista al Senato: «Anche lei bloccò i migranti a bordo delle navi, e più a lungo. Il M5s firmò il divieto di avvicinamento per Open Arms, ora ha cambiato linea. Matteo Renzi? Garantista solo con gli amici. In Europa la sinistra al governo sta aprendo gli occhi».«È un processo politico perché è stata una maggioranza politica a mandare sotto processo Matteo Salvini sul caso Open Arms. Era il 30 luglio del 2020 e il Senato votò con una maggioranza composta da sinistra, 5 stelle e renziani con 149 voti a favore e 141 contrari». Massimiliano Romeo, capogruppo della Lega in Senato, più che sulla magistratura punta il dito contro gli avversari. E qualche ex alleato: i pentastellati con cui la Lega condivise il primo governo Conte. «Il Movimento 5 stelle, visto che era cambiata la maggioranza, cambiò completamente linea», insiste Romeo. «Ebbe un atteggiamento diverso sul caso della nave Diciotti: lì mise in evidenza che c’era un indirizzo comune del governo. Quanto a Renzi è caduto in una tentazione tutta italiana».Ovvero?«Lui si è fatto tante volte paladino del garantismo... Ma è molto italiano fare i garantisti con gli amici e i giustizialisti con gli avversari». Insomma, un colpo basso di ex alleati e avversari. «Sì. Credo che si sia caduti nella tentazione di sconfiggere l’avversario nell’Aula giudiziaria invece che sul piano delle idee».I 5 stelle però sostengono che il caso Open Arms sia diverso, che lì l’indirizzo comune del governo non ci fosse. «No, non è assolutamente vero perché il famoso decreto con cui si stabiliva il divieto di avvicinamento alle coste italiane della Open Arms fu firmato da tutti: il presidente del Consiglio, i ministri... Era una scelta condivisa. Ripeto: il decreto interministeriale interdittivo del primo di agosto fu firmato anche dai ministri Trenta e Toninelli». In realtà sembra che questa linea chiusurista, se mi passa il termine, sia stata condivisa in seguito anche da altri governi e ministri. Con Luciana Lamorgese le navi Ong rimasero bloccate nei porti eccome. «Infatti è surreale che Salvini sia sotto processo con l’accusa di sequestro di persona per aver fatto attendere in mare sei giorni l’Open Arms prima di farla attraccare, quando ci sono dei casi in cui le navi hanno atteso più tempo. Ho ricordato che c’è stato un ministro che nella stessa identica situazione in cui si era trovato Salvini ha fermato le Ong più a lungo». Un esempio?«Ottobre 2019, ministro dell’Interno Luciana Lamorgese, governo Conte bis, quindi governo di sinistra con i 5 stelle. La nave Ocean Viking ha atteso al largo della Sicilia 12 giorni prima di far sbarcare gli immigrati. Il 29 marzo del 2022, governo Draghi, sempre ministro Luciana Lamorgese, tocca alla nave Geo Barents di Medici senza frontiere: 113 naufraghi a bordo che dopo 11 giorni non erano ancora stati fatti attraccare. Perché questa diversità di trattamento tra chi ha fatto attendere in mare sei giorni l’Open arms rispetto e chi ha fatto attendere di più altre navi?».Già, perché secondo lei?«Salvini ha citato 13 casi che dal 2019 al 2022 hanno riguardato varie navi Ong, con tempi trascorsi dalla prima richiesta di porto sicuro allo sbarco che sono andati da 4 a 16 giorni. E per ciascuno di questi casi, nessun processo… Qual è lo scopo allora di tutto questo? Torno al discorso di prima: c’è una parte politica che di fronte ad una richiesta della magistratura ha deciso di mandare Salvini sotto processo. È il cattivo costume di chi non riesce a sconfiggere un avversario con le idee e tenta di farlo sul piano giudiziario. Strategia risultata perdente anche perché su una vicenda simile, cioè sul caso Gregoretti, Salvini è stato mandato a processo e tutto si è concluso con un proscioglimento perché il fatto non sussiste». Secondo lei c’è una responsabilità della magistratura?«Guardi, noi abbiamo assoluto rispetto della indipendenza della magistratura e del suo operato. La magistratura ha tutto il diritto di poter aprire procedimenti penali nei confronti dei ministri. Per me la vera questione è politica: anziché riconoscere il perseguimento di un preminente interesse pubblico nell’esercizio delle funzioni di governo, la sinistra ha pensato che Salvini facesse tutto questo solo per sé stesso». Nel frattempo però i rapporti con le Ong continuano a essere tesi. Ieri la nave Mare Jonio di Mediterranea è stata sottoposta a fermo amministrativo. Come ci si deve comportare con quelli che qualcuno chiamava taxisti del mare?«L’atteggiamento è quello che ha avuto sostanzialmente il nostro governo, che ha messo in campo un codice di condotta per le Ong, cosa che tra l’altro fece anche ai tempi il ministro Minniti. È giusto e sacrosanto che vengano salvate delle vite in mare, però naturalmente questo deve avvenire sotto la regia dello Stato italiano, non è che le Ong si possono muovere nei mari come credono. Ci devono essere delle regole che vanno rispettate. Questo ci riporta al caso Open Arms». Perché?«In quel caso il comandante ebbe la possibilità di far scendere almeno una parte dei migranti già a Malta, ma si rifiutò perché disse che dovevano stare tutti insieme. La Spagna disse che avrebbe mandato delle navi, ma il comandante insisteva a sbarcare in Italia. Voleva ingaggiare una sorta di braccio di ferro con Salvini. Ricordo anche che la Open Arms ha rifiutato di fornire la documentazione sanitaria per ogni persona a bordo, ha rifiutato di compilare moduli prestampati che avrebbero sicuramente potuto accelerare le procedure, dato che lo sbarco di persone malate è automatico ed è sotto la responsabilità del ministero della Sanità e della Guardia Costiera, ovvero del ministero dei Trasporti. E comunque la nave è stata costantemente assistita da parte delle autorità italiane tanto e vero che salirono a bordo più volte medici e psicologi. Situazioni del genere non si possono ripetere: salvare va bene, ma che le Ong decidano da sole cosa fare no». Oggi sembra che vari governi di sinistra stiano rivedendo gli approcci sulla questione migratoria. Penso ai laburisti inglesi di Keir Starmer che proprio in questi giorni ha incontrato Giorgia Meloni. «Le sinistre si stanno scontrando con la realtà. Guardiamo anche alla Germania con quello che è successo dopo l’ultimo attentato. Alla fine Scholz ha cambiato comunque orientamento. C’è spesso questa ipocrisia di dire “porti aperti, porti aperti”, però poi quando il problema ce lo si ritrova in casa propria ci si rende conto che l’immigrazione è meglio contenerla, perché poi dopo le conseguenze si pagano. Bene che i governi di sinistra agiscano così: hanno finalmente aperto gli occhi e preso contatto con la realtà, meglio tardi che mai».
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.