2025-04-28
John Patelli: «Mio figlio è in cella per essersi difeso»
Nel riquadro John Patelli, il padre di Alessandro Patelli, condannato a 21 anni per aver accoltellato un tunisino che lo aveva aggredito sotto casa (iStock)
Il padre di Alessandro Patelli, condannato a 21 anni per aver accoltellato un tunisino che lo aveva aggredito sotto casa: «Pesava 40 chili, fu assalito e sgambettato da uno spacciatore. Ora è depresso e rischia il suicidio».Questa storia vede un uomo aver perso la vita e un altro, Alessandro Patelli (diciannovenne all’epoca dei fatti), con l’esistenza rovinata. Condannato in via definitiva a 21 anni di carcere per omicidio volontario. Ne parlo con il padre John. La speranza di liberare Alessandro anima la sua battaglia.Cosa è successo John quel giorno a Bergamo?«L’8 agosto 2021, era una domenica mattina intorno alle 12.30, mio figlio esce di casa. Zona stazione».Area complicata…«Spacciatori, extracomunitari, bivacchi. Anche davanti alla palazzina in cui viviamo. Alessandro esce per andare al bosco dove facciamo gli apicoltori. Scendendo s’imbatte in uno spacciatore noto alle forze dell’ordine. Visibilmente ubriaco; 1,8 di alcol nel sangue e tracce di cocaina. Alessandro lo scavalca. Ha le cuffiette. Non sente le imprecazioni. Ma aveva dimenticato il casco. Rientra a casa a prenderlo e prima di salire, ecco un secondo diverbio. Quando scende, terzo diverbio. L’uomo, con moglie e figlie bivaccato davanti casa nostra, è sempre più alterato. Minaccia mio figlio».Con una bottiglia di birra!«Mio figlio, spaventato, ha tirato fuori un coltellino che usava per le api, per intimorirlo. Pessima idea. “Stai lontano, ho un coltello” gli urla. Ma il tunisino, invece di calmarsi, si alza la maglietta e mostra il torace»Pieno di cicatrici!«L’uomo ha precedenti penali. Tanti atti di autolesionismo in carcere. Accertati in giudizio. “Guarda, il tuo coltellino non mi fa niente” gli urla e sgambetta mio figlio».Che cadendo istintivamente si aggrappa all’aggressore!«Alessandro, in preda al panico, mena fendenti, calci e pugni per liberarsi. Purtroppo, una coltellata ha colpito il costato dell’uomo, perforando il cuore. È morto dissanguato».Ci descrive Alessandro?«19 anni, ne dimostrava 16 e pesava 40 chili. Minutissimo, dolcissimo e mansueto. Faceva il giardiniere. Appassionato di api».Frequentava il San Vincenzo.«Una scuola professionale con l’80% di extracomunitari, senza mai avere problemi. È stato accusato di violenza e razzismo. La cosa non sta né in cielo né in terra».I giudici che lo hanno condannato cosa hanno detto?«Che Alessandro ha provocato l’alterco. Secondo loro sarebbe andato a prendere il coltellino con l’intenzione di ucciderlo. Non il casco».Coltellino da apicoltore!«Che ho fatto analizzare a spese mie. Sono state trovate tracce di cera d’api. Ma per i giudici i rilievi non hanno nessuna importanza»I rilievi del Ris non considerati!«Secondo i giudici, l’uomo posa la bottiglia per calmarlo e mostra le cicatrici per tranquillizzarlo».Strano modo!«Ma Alessandro lo avrebbe trascinato a terra per aggredirlo, colpendolo volontariamente. Questa ricostruzione si basa solo sulla testimonianza della compagna e della figlia dell’uomo, ritenute attendibili, mentre quella di Alessandro è stata considerata non credibile».Un ragazzo di 40 kg trascina a terra un uomo che pesa il doppio per aggredirlo. Un ubriaco, con tracce di coca e precedenti penali. Per ucciderlo volontariamente per motivi razziali. Io le dico che è una sentenza ridicola. Anche se l’ha emessa la Cassazione!«Le accuse di razzismo sono assurde. I giornali locali hanno dipinto mio figlio come un mostro della “Bergamo bene”. I futili motivi riconosciuti in condanna hanno peggiorato la situazione».Senza, era possibile il rito abbreviato. E suo figlio se la sarebbe «potuta cavare», scusi il termine, con 14 anni e non 21!«Mio figlio è stato sgambettato, buttato a terra e aggredito. In quel momento, spaventato, reagisce all’impazzata, colpendo sfortunatamente il cuore. Tuttalpiù è un eccesso colposo di legittima difesa».Le sentenze descrivono l’uomo come un «buon padre di famiglia» che cercava di evitare lo scontro.«L’uomo aveva precedenti penali, 1,8 di alcol e cocaina nel sangue. Le forze dell’ordine lo conoscono»Se cadi ti aggrappi istintivamente a chi hai davanti, non lo tiri giù apposta. Alessandro è un judoka?«Fa l’apicoltore e il giardiniere».Perché non avete urlato più forte mentre i media massacravano suo figlio?«Avevamo fiducia nella giustizia e non volevamo fare polemica»Come sta suo figlio ora?«Ora pesa 90 kg ed è in cura psichiatrica per depressione e rischio suicidario. Minacciato di morte dai connazionali della vittima. Di fatto in isolamento. Ben due distinte perizie lo ritengono inidoneo al regime carcerario. Siccome a casa stava benissimo e la pena consiste nella privazione di libertà ma non nella compromissione della salute, mi auguro con tutto il cuore che i giudici di sorveglianza possano concedere i domiciliari»Chi altro può aiutarlo?«Il presidente della Repubblica può concedere la grazia. Salviamoalessandro.it è dove si può sostenere la sua causa».