2025-06-27
Conte: «Meloni colpevole di tutto, io non l’avrei chiamata come ha fatto Schlein»
Giuseppe Conte (Imagoeconomica)
Il leader del M5s: «Il nostro premier è colpevole per tutto, dalla crisi sociale a quella economica. Stanno costruendo un mondo in cui la guerra è necessaria. Israele a Gaza sta compiendo un genocidio. Il Superbonus: l’ho gestito per sei mesi, poi si è votato ed è arrivato Giorgetti...».Da questa mattina Giuseppe Conte ha un cruccio in più: deve raccomandare ai suoi di comprare La Verità per leggere l’intervista che mi ha rilasciato. È un cruccio minimo che, però, gli fa dire che mai avrebbe immaginato di invitare militanti e parlamentari pentastellati a comprare il quotidiano che più lo hanno attaccato in questi anni, rilanciando le pagine del giornale sui social. «Chi se lo sarebbe immaginato?», si chiede stupito. Ma se fare pubblicità alla Verità lo turba un po’, a togliergli il sonno è il famoso accordo Nato, sul 5% del Pil da destinare alle spese militari.«Qui stiamo affamando la popolazione», sbotta prima ancora di cominciare. «Stiamo facendo i conti, sono cifre pazzesche: 445 miliardi in più fino al 2035. Significa veramente buttarsi nell’irresponsabilità per compiacere Trump».Andiamo con ordine: non era scontato dire di sì alla richiesta di aumentare gli investimenti nella Difesa? Tutti hanno praticamente accettato. Se ci fosse stato lei non avrebbe fatto lo stesso? Conte insorge: «Io Trump l’ho affrontato e l’ho scontentato più volte. E sa come facevo? Gli dicevo: scusami Donald, ma tu stai difendendo il tuo Paese, al mio posto tu difenderesti l’Italia e non faresti lo scendiletto».Ogni riferimento a Giorgia Meloni è, ovviamente, voluto perché al presidente del Consiglio, in un’ora di intervista, riserva ogni genere di accusa forse anche per vendicarsi del fatto che lei, se c’è da parlare con l’opposizione, si rivolge sempre a Elly Schlein.Sì, va beh, ma che avrebbe detto? «Avrei spiegato che io rappresento l’Italia e, per la condizione in cui siamo, questa spesa aggiuntiva equivale a 15 leggi di bilancio dedicate solo alle armi. Perché tutti gli italiani capiscano, l’intesa ha un importo complessivo che è pari a tre volte la spesa sanitaria annuale del Paese, cinque volte la spesa annuale per l’istruzione. Ditemi voi se non è irresponsabile sottoscrivere un accordo del genere per compiacere Washington, per fare lo scendiletto di qualcuno».Questa del tappetino da camera è un’immagine che gli piace molto, perché la ripete più volte. Cerco allora di stuzzicarlo, provocandolo su altro: lei fa l’antiamericano, ma sul suo profilo Whatsapp ha l’immagine di John Kennedy, che invase la Baia dei porci e autorizzò l’intervento militare in Vietnam, e Trump la chiamava «Giuseppi». Avrebbe rotto con gli Stati Uniti? Perché di questo si tratta… «Il problema è non farsi ritrovare isolati. Pedro Sánchez, Robert Fico e tanti altri non aspettavano altro che di costruire un fronte comune ma non hanno avuto alcuna sponda dall’Italia. Il problema è che se tu fai il sovranista e batti pugni in casa tua e poi a Bruxelles e a Washington assecondi tutto quello che viene dai tavoli, a governare in questo modo siamo tutti bravi, ma smettiamo allora di parlare di interesse nazionale. Smettiamo di dire che abbiamo restituito centralità all’Italia perché diventa una tragica barzelletta raccontata sulle spalle degli italiani, a danno degli italiani».Ma lei sa bene che fino al 2029 non si farà niente o quasi, perché non è prevista una verifica. E prima d’arrivare al 2035 chissà quante cose cambieranno. E nel 2029 non ci saranno molti protagonisti di questo accordo, a cominciare da Trump per finire con Macron. Conte ulula: «È un’aggravante, Meloni in pratica si è premurata che non ci sia alcun aggravio per tutto il 2026. Significa che, oltre al tradimento dell’interesse degli italiani, c’è anche la più esecrabile codardia».Boom, addirittura? «Sì, perché ha negoziato di accorpare questi aumenti negli anni a seguire, quando lei non dovrà fare più la legge di bilancio. Così scaricherà tutto sui governi che verranno dopo il suo e, quindi, è un’aggravante terribile».È proprio sicuro che il presidente del Consiglio, nel 2026, non sarà a Palazzo Chigi? «No, ma ragionevolmente la legge di bilancio decisiva sarà la prossima, dove non ci sarà l’aumento perché lo farà decorrere da dopo. E così si eviterà, in prossimità del voto, una legge di bilancio che sarà devastante per gli italiani, le imprese e le famiglie che sono già in grave sofferenza. Abbiamo tra i salari reali più bassi d’Europa, con 5 milioni e 700.000 persone in povertà assoluta, che non hanno di che mangiare e sono stati abbandonati da questo governo per ragioni ideologiche».Fermare il fiume in piena dell’ex premier con la pochette diventato, secondo i suoi alleati, un ex premier con l’eskimo, è difficile. Presidente, il dato Istat dei poveri è così da anni, non è cambiato. Come non detto, Conte tira dritto, imperterrito: «Nel 2019, in concomitanza con l’introduzione del reddito di cittadinanza, ci fu una diminuzione dei poveri assoluti: da 5 milioni a 4,6 milioni secondo l’Istat. Con la destra al governo, invece, l’Italia ha raggiunto il record storico di indigenti, a cui questo governo ha fatto la guerra. Non ha voluto il salario minimo quando, nella maggior parte dei Paesi che aderiscono al 5%, ce l’hanno. Tutto questo con la crisi industriale che stiamo vivendo, con le ore di cassa integrazione autorizzate nel 2024 nel solo settore manifatturiero che sono state più del doppio di quelle del periodo pre-Covid, per noi sarà una devastazione sociale di cui c’è una sola firma irresponsabile: Giorgia Meloni».Tira il fiato appena un secondo e poi riprende per parlare degli utili delle banche, dei potentati economici, degli interessi degli industriali delle armi e, anche in questo caso, addita una sola colpevole che manco a dirlo, secondo lui, è il presidente del Consiglio. Già che c’è, le addebita anche il torto di distruggere, così facendo, il patrimonio della destra sociale, «che non si era mai accovacciata ai poteri forti, ma ha sempre avuto a cuore la difesa dei più deboli».Ma è davvero convinto che sarà un suicidio sociale, come ha detto? «Assolutamente sì. E se gli italiani ci daranno una responsabilità di governo, combatteremo questa battaglia in modo lineare anche a livello internazionale, perché il riarmo non ci porterà più sicurezza. E poi avete visto che in Germania stanno discutendo della leva obbligatoria. E pure la Lega ha iniziato a parlare, qui in Italia, di un esercito di riservisti. Ci stanno portando deliberatamente in guerra».Ma anche lei ha aumentato le spese militari quand’era premier. «Io ho adeguato la nostra Difesa, aggiornandola anche sul piano tecnologico, passando dall’1,2 all’1,4%. E quando Draghi voleva, per accontentare Washington, fare il balzo al 2%, ho rappresentato che, di fronte all’emergenza sociale e alle difficoltà di famiglie e imprese, era impossibile questo balzo, ottenendo una rimodulazione nel tempo».Presidente, l’accusano di voler scavalcare a sinistra pure Bonelli e Fratoianni. «Io non faccio né l’estremista né il movimentista, cerco di delineare un orizzonte politico, di restituire alla politica, con le sue strategie e le sue risoluzioni, uno sguardo lungo, il suo primato. Noi stiamo costruendo un mondo in cui la guerra sarà necessaria. Secondo lei, come si giustifica il fatto che i padroni delle industrie militari e i fondi di investimento stiano lucrando grandi affari? Come si mantiene in piedi questo apparato se poi la guerra non viene?».Le guerre le hanno scatenate Putin in Ucraina e Hamas in Israele, non le industrie degli armamenti. «Io ho sempre condannato l’attacco della Russia ma, poi, voler lasciar parlare solo le armi e non impostare un negoziato, non pensare di costruire comunque una prospettiva di uscita ma fare una scommessa sulla vittoria militare contro la Russia, questo l’hanno fatto i nostri governanti, Meloni compresa. È stato un tragico errore e si devono assumere la responsabilità di tutti i fallimenti accumulati, di tutte le previsioni sbagliate che puntavano alla vittoria militare».Ha proposto di ritornare a comprare il gas russo? Che fa, strizza l’occhio a Putin? «Il Movimento 5 stelle ha solo detto che, se ci fosse la pace risolutiva e duratura, si potrebbe tornare a comprare ma lo disse anche il ministro Pichetto Fratin in un’intervista alla Stampa quattro mesi fa».Perché in Parlamento ha chiesto un minuto di silenzio per le vittime di Gaza e non per quelle ucraine? «Noi la solidarietà all’Ucraina l’abbiamo dimostrata in tante occasioni. La informo che abbiamo ribadito la condanna dell’attacco russo anche nella dichiarazione finale che abbiamo firmato martedì all’Aia insieme alle altre forze progressiste europee, con cui abbiamo detto no al riarmo. E se parlo di Gaza è perché Israele sta compiendo un genocidio, ha trucidato 60.000 palestinesi, tra cui 16.000 bambini. E pongo una domanda: con tutta la tecnologia e tutte le spie di cui dispone Netanyahu, com’è che, invece di perseguire e colpire solo i terroristi di Hamas come ha fatto con Hezbollah, ha accettato di perseguire deliberatamente giorno dopo giorno, mese dopo mese, un genocidio?».Lei insinua che fosse tutto pianificato, anche la mancata prevenzione della strage del 7 ottobre del 2023? «Non mi spingo a tanto e non mi abbandono alle supposizioni che pure, da esperti, sono state fatte. Rimango ai dati oggettivi: invece di un’operazione chirurgica, che hanno dimostrato di saper fare anche in Iran colpendo figure di spicco che dormivano nel loro letto o singoli scienziati nei loro bunker, con tutti i loro apparati, con tutti i loro corpi speciali, con una tra le intelligence più efficienti del mondo, hanno preferito una reazione che ha colpito indiscriminatamente tutti i civili innocenti e anche i bambini palestinesi. Ma adesso le faccio io una domanda».Presidente, non inverta i ruoli: il giornalista sono io. «Stia tranquillo, è un espediente retorico: allora, come con l’Ucraina, che è il Paese aggredito, perché non si chiede che la Nato rifornisca di armi anche i palestinesi contro gli israeliani e isoli il governo israeliano con pesanti sanzioni?».Lei davvero vorrebbe che la Nato rifornisca di armi i palestinesi e sanzioni Israele? «Sto dicendo che, siccome lei sta facendo una simmetria, la simmetria bisogna farla con il diritto internazionale e riconoscere che la condotta di Netanyahu è una condotta criminale, che Netanyahu in questo momento si è reso responsabile di crimini contro l’umanità e andrebbe sanzionato pesantemente insieme ai suoi folli ministri».Senta, veniamo ai temi politici, con lei che va in piazza a fare il movimentista il campo largo è morto e defunto? «Noi lavoriamo ogni giorno per un’alternativa a Meloni quindi, al di là delle definizioni giornalistiche che non mi hanno mai appassionato, questo progetto alternativo ogni giorno si rafforza e il no a questo folle riarmo è un pilastro per un progetto alternativo a Meloni».Il Pd non mi sembra così unito su questa linea… «Ma io credo che quelle componenti del Pd che su questa linea non hanno le idee chiare, potrebbero prendere insegnamento da Sánchez, che ha dimostrato grande forza, grande leadership politica e grande visione».Senta, visto che Giorgia Meloni durante la guerra Israele-Iran ha parlato con Elly Schlein, non è che lei ce l’ha tanto con il presidente del Consiglio perché non la riconosce come interlocutore? «Ma lei sa com’è andata la telefonata? Chi ha chiamato chi?».No, me lo dica lei. «Elly Schlein ha chiamato. L’hanno detto i giornali…».Lei non l’avrebbe chiamata? «Io con Giorgia Meloni e con il governo, quando si tratta del futuro dell’Italia e di scelte strategiche, preferisco confrontarmi in modo trasparente in Parlamento e chiarire alla luce del sole le nostre posizioni».Quindi ha sbagliato Elly Schlein a chiamare? «Assolutamente, non sto dicendo questo».Beh, se lei dice... «Ho detto che ho preferito confrontarmi su questo punto trattando di scelte definite strategiche alla luce del sole in Parlamento».A proposito di confronti tra presidente del Consiglio e altri esponenti, è vero che con Mario Draghi ha avuto qualche scontro? «Con Draghi ci siamo trovati più volte a confrontarci e, ovviamente, sono stato anche diverse volte a Palazzo Chigi».È vero che sul Covid non eravate d’accordo? «Ricordo che sulla campagna sul Covid c’è stato un forte disaccordo quando all’inizio del 2022 appresi che c’era l’intenzione di introdurre l’obbligo vaccinale per gli over 50. La campagna vaccinale l’avviai io prima di andare via, facendo una precisa scelta. Cioè, garantendo la libertà e la spontaneità e non dell’obbligo vaccinale».Lei era contrario all’obbligo vaccinale? «All’introduzione dell’obbligo vaccinale per il Covid, sì».Ma lo disse a Draghi? «Chiamai prima il ministro Roberto Speranza, rappresentandogli che per me era assolutamente controproducente, dopo che la popolazione aveva risposto con grande senso di responsabilità all’appello a vaccinarsi e avevamo raggiunto più o meno l’88% di vaccinati, fare la guerra a una sparuta minoranza che non intendeva sottoporsi all’obbligo vaccinale. Speranza, devo dire, aprì ai miei argomenti e si dichiarò disposto a rivedere questa posizione invitandomi a rappresentarla a Draghi».E lei lo fece? «Chiamai anche Draghi ed ebbi un lungo confronto in cui, di fronte all’obiezione che c’erano ancora circa 500.000 lavoratori che non si volevano vaccinare, osservai che non sarebbe cambiato nulla se passavamo dall’88 al 90% di vaccinati. Il Paese era ormai messo in sicurezza. E dissi che questo zoccolo duro, assolutamente contrario per ragioni ideologiche o per ragioni anche di paura, mai si sarebbe convinto con l’obbligo».Sì, però l’obbligo alla fine fu introdotto e votato anche dai 5 stelle. «Purtroppo, vorrei ricordare che quello è stato un momento difficilissimo per il Movimento 5 stelle. Accettammo di sostenere il governo Draghi, convinti che fosse meglio difendere tutte le misure che avevamo introdotto con il Conte 1 e con il Conte 2 e che ritenevamo ancora validissime. Di fatto, però, ci ritrovammo in un contesto in cui non c’era un vero confronto politico, in cui la dialettica era completamente schiacciata e ogni volta che ponevi una questione seria, nell’interesse dei cittadini, venivi accusato di voler far cadere il governo e, quindi, costretto anche a un ricatto di fondo».Si è pentito? «Ricordo che ho dovuto scrivere una lettera pubblica indirizzata a Draghi per esprimere in modo molto sincero e autentico quello che era il forte disagio vissuto dal Movimento 5 stelle, partito di maggioranza relativa costretto in un perimetro politico a rimangiarsi anche tante battaglie e a ingoiare tanti rospi ritenuti indigesti non per noi stessi, ma per la nostra visione politica e sociale».Senta, una domanda veloce su un tema che comunque ha segnato la precedente legislatura e che ha alimentato tante polemiche, ovvero il Superbonus. Lo rifarebbe ancora un Superbonus che, alle casse dello Stato, è costato moltissimo? «Il Superbonus è stata una misura che, oggettivamente, ha consentito al nostro Paese di diventare la locomotiva d’Europa e di riprendersi in modo straordinario».Quindi nessun ripensamento? «Era stato concepito come una misura temporanea che, purtroppo, non ho potuto gestire e che andava gestita oculatamente. Ricordo che, dopo appena sei mesi, il mio governo è caduto e dopo, allo Sviluppo economico, questa misura è stata gestita da un certo signore che si chiama Giancarlo Giorgetti, ora ministro dell’Economia. Senza contare i vari esponenti del governo che ne chiesero la proroga».Prima c’è stato il governo Draghi, poi questo, che ha cercato solamente di contenere le perdite accumulate. Ma lei non si sente responsabile? «Come posso ritenermi responsabile di una ventina di interventi normativi e correttivi su cui nessuno mi ha consultato? Fatemi capire, pure quando non sono presidente, quando non sono ministro, è sempre colpa mia qualsiasi cosa succeda nel Paese?».Ma chi guiderà la coalizione di sinistra alle prossime elezioni, lei o Schlein? «A tempo debito ne ragioneremo».
Nel riquadro: Ferdinando Ametrano, ad di CheckSig (IStock)
Francesca Albanese (Ansa)