2020-10-11
«Insegniamo ai giovani i mestieri d’arte»
Il direttore generale della Fondazione Cologni: «L'alto artigianato offre possibilità di lavoro. Il lockdown ha fatto riscoprire l'importanza di vivere in una casa bella e che ci rispecchia. Il 20 ottobre aprirà la prima di cinque mostre alla Triennale».Tre le parole chiave: promuovere, proteggere, preservare. «Promuovere significa dare visibilità ai mestieri d'arte, proteggere fare in modo che le istituzioni si rendano conto del valore di questi lavori e preservare fare in modo che ci sia un futuro e quindi ispirare una nuova generazione». Chi parla è Alberto Cavalli, direttore generale della Fondazione Franco Cologni che da 25 anni ha puntato sulla cultura del mestiere d'arte per formare maestri salvando così le attività artigianali d'eccellenza. Franco Cologni, signore illuminato, nel 1995 ha dato vita alla Fondazione che da allora lavora su progetti che possano cambiare il modo di guardare questi lavori straordinari.Che cosa sono i mestiere d'arte?«Attività di artigianato in cui si assiste a una trasformazione creativa del materiale per ottenere beni d'eccellenza: liutaio, gioielliere, ceramista, sarto, ricamatore».In che modo fate conoscere questi lavori?«Con molte attività. Abbiamo presentato un nuovo volume della serie Mestieri d'arte, I talenti italiani. Mente, mano, macchina, scritto da Alba Cappellieri e Matteo Pirola e dedicato allo storico rapporto tra alto artigianato e cultura del progetto in Italia. È il frutto della collaborazione tra Fondazione Cologni e Politecnico di Milano per rappresentare in modo scientifico e accattivante il rapporto tra imprenditori, designer e artigiani che è stato la fortuna made in Italy. A volte una figura ha preso il sopravvento sull'altra, imprenditori dal valore straordinario hanno occupato il centro della scena a discapito magari dei progettisti e lasciando gli artigiani sullo sfondo. Questo libro fa invece vedere che il dialogo a tre non è una questione di ego ma di scoperta, curiosità, inventiva, rispetto per arrivare a degli oggetti rivoluzionari, sempre evolutivi. E questo accade quando le tre figure dialogano in perfetta sintonia». Il mestiere dell'artigiano aveva perso forza ma ora è tornato in grande spolvero.«Mi sembra un ottimo segno. La pandemia, che ha messo in ginocchio tante botteghe, ha anche fatto capire che la vita è troppo breve per vivere in case brutte, piene di oggetti banali, per sedersi su divani dozzinali. Dopo il lockdown si sente la necessità di vivere in una casa, non c'entra se ricca o povera, che ti corrisponde. Tante aziende protagoniste del made in Italy stanno vedendo le vendite salire perché le persone cercano oggetti con personalità».I giovani sono interessati a imparare i lavori artigianali?«Sì. Quando si fa un'azione educativa e si avvicinano i giovani ai mestieri d'arte in maniera proattiva scatta un vero interesse perché i ragazzi ne capiscono le potenzialità. Le nuove generazioni sono entusiaste di usare macchinari che potenziano il gesto dell'uomo e di lavorare a tu per tu con i protagonisti del design». Fondazione Cologni da sempre guarda ai giovani.«Il grande investimento è proprio su questo. Ora partiamo con la selezione per i tirocini che finanziamo ogni anno. Abbiamo rilanciato il portale dedicato alle scuole e la mostra che inaugureremo il 20 ottobre alla Triennale va in questa direzione: siamo convinti che aiuterà a capire che dietro il design, il progetto, il bello ci sono gli artigiani e quindi un lavoro anche per loro». Parliamo della mostra.«È la prima di una serie di cinque, da ottobre fino a settembre 2021, che la Fondazione Cologni ha in calendario dopo aver firmato un contratto con la Triennale per avere a disposizione per un anno la Quadreria. La prima, il dottor Cologni l'ha voluta dedicare a Milano, la sua città, e agli artigiani urbani metropolitani. Si chiama Mirabilia e presenta oggetti meravigliosi dal Rinascimento a oggi. La storia delle grandi manifatture di città come Firenze, Venezia, Roma, Napoli è molto conosciuta, quella di Milano meno ma qui c'è sempre stato un centro d'eccellenza. Sin dalla dominazione viscontea Milano è stata uno dei centri produttivi più importanti per la creazione di “capolavori", ovvero oggetti di altissimo artigianato realizzati con tecniche rare e pregevoli: dai panni auroserici alla lavorazione del cristallo di rocca, dalle armature ageminate ai gioielli e ai merletti, dagli stipi intarsiati agli argenti sbalzati e agli strumenti musicali. Vogliamo far vedere che questa eredità non è scomparsa ma c'è ancora negli atelier di artigiani che abbiamo selezionato e messo in dialogo con quattro oggetti rinascimentali prestati da quattro musei».Ad esempio?«Il Poldi Pezzoli ha prestato la cintura d'oro che verrà esposto vicino a due capi ricamati da Pino Grasso, uno di Armani privè e uno di Dolce & Gabbana alta moda. Si vedranno anche una scacchiera in corno con pezzi scolpiti a mano di Mauro Lorenzi che prosegue il lavoro di famiglia; argenti di Ganci, Dabbene, San Lorenzo; gioielli della Milano del Rinascimento conosciuti in tutta Europa, al punto che quando Valentina Visconti sposa il fratello del re di Francia porta con sé dei monili sensazionali, e accanto esporremo pezzi di Pomellato, Buccellati, Vhernier. Poi ceramiche, legni, marmi e un cabinet di onice. E un elmo del Cinquecento del museo Bagatti Valsecchi. Le principali istituzioni milanesi legate alle arti applicate ci sono tutte a cominciare dalla Fondazione Milano, la Biblioteca Trivulziana, le Civiche raccolte di arti applicate del Castello Sforzesco, la Civica scuola di liuteria oltre ai musei già citati».E le mostre future?«Questa durerà fino al 10 gennaio. Seguirà il dialogo (orchestrato da Gian Luca Bauzano) tra Roberto Capucci e Rometti, ovvero tra alta moda e ceramica d'eccellenza. Durante il Salone del mobile arriverà la quinta edizione di Doppia Firma. Dialoghi tra pensiero progettuale e alto artigianato, evento realizzato da Michelangelo foundation for creativity and craftsmanship, Fondazione Cologni e Living, che valorizzerà il dialogo tra designer e artigiani. E infine due mostre tematiche: una sul vetro d'autore curata da Jean Blanchaert, e l'altra sulla ceramica contemporanea a cura di Ugo La Pietra».
Manifestazione a Roma di Ultima Generazione (Ansa)