2023-05-27
All’inferno e ritorno. La «Guerra» di Céline spacca testa e anima
Pubblicato in Italia il primo dei manoscritti rubati dai partigiani. Lo scrittore descrive le ferite del corpo e l’idiozia del conflitto.«Mi sono beccato la guerra nella testa. Ce l’ho chiusa nella testa». Non era una metafora: per tutta la vita, Louis-Ferdinand Céline convisse con fortissime emicranie, oltre che con insopportabili acufeni, come se un treno gli passasse nella testa. Era, appunto, uno dei ricordi lasciati sul suo corpo dal primo conflitto mondiale. È da qui che parte Guerra, l’inedito céliniano appena tradotto da Adelphi. La storia del testo è nota: i manoscritti di Guerre e di altri testi in corso di pubblicazione furono rubati dall’appartamento di Céline durante la liberazione di Parigi, per poi finire in mano a un personaggio che, per puro dispetto antifascista, si era incaponito a non restituire il materiale agli eredi dello scrittore. Nella sua prigione danese, Céline si era più volte lamentato di essere stato derubato di diversi manoscritti, ma in molti avevano creduto che si trattasse del solito vittimismo enfatico e narcisistico tipico del personaggio. E invece era tutto vero. È dunque una storia ricca di paradossi, questa: in un’epoca che non cessa di tessere le lodi dell’antifascismo, il caso letterario dell’anno è il libro di un fascista che fu rubato dai partigiani. E in un periodo di foschi venti di guerra, tocca al più sulfureo degli scrittori ricordarci che nelle trincee si pasteggia a sangue e merda. Céline si arruolò nel 1912, con ferma triennale, nel 12° reggimento corazzieri di stanza a Rambouillet, a circa 50 chilometri da Parigi. Allo scoppio della grande guerra accolse il conflitto con uno spirito patriottico ben lontano dal cinismo di cui sono intrisi i suoi libri, come ricorda Andrea Lombardi nel suo Céline, lo scrittore maledetto, allegato all’ultimo numero della rivista Il Primato Nazionale. Prima di essere destinato al fronte, così scriveva ai genitori: «L’ordine di mobilitazione è arrivato, partiamo domani mattina alle 9 h 12 per Ètain nelle pianure della Voevre, non credo che entreremo in azione prima di qualche giorno [...] è una sensazione unica che pochi possono vantarsi di aver provato [...] Quanto a me, farò il mio dovere sino in fondo e se per fatalità non dovessi tornare... siate sicuri per attenuare la vostra sofferenza che muoio contento, e ringraziandovi dal profondo del cuore». Il soldato Céline - anzi, Destouches, che era il suo vero cognome - combatte nelle Fiandre, tra Ypres e Poelkapelle. Alla fine dell’ottobre 1914 si offre volontario per una missione temeraria: garantire con staffette le comunicazioni tra il 125° e il 66° reggimento di fanteria, tartassati da incessanti tiri d’artiglieria tedesca. Louis conduce a termine il pericoloso compito, ma al ritorno viene ferito gravemente al braccio destro e alla testa. Dichiarato inabile al servizio a causa della sua ferita, viene riformato il 2 settembre 1915. Quest’azione gli vale, già il 24 novembre, la medaglia militare, legion d’onore dei sottufficiali e dei soldati semplici, e poi la Croce di Guerra appena viene istituita nell’aprile 1915. Guerra parte proprio da quel ferimento: il protagonista, Ferdinand, si risveglia, unico sopravvissuto, in mezzo ai cadaveri dei sui commilitoni. Vagando per la campagna incontra un soldato inglese con il quale tenta di raggiungere la città di Ypres. Dopo essere svenuto, si risveglia in un ospedale da campo allestito in una chiesa. Quando però questa viene bombardata, il ferito viene portato in treno in un secondo ospedale militare. Il romanzo termina con la fine della convalescenza e l’imbarco per Londra, che sarà poi narrato in Londres, un altro dei manoscritti ritrovati. Com’è la guerra vista dagli occhi di Céline? Terribile, confusionaria, insensata, tragica e grottesca insieme, resa ancor più straniante dal suono della petite musique céliniana, che qui è ancora in gestazione. Vi troviamo immagini come questa: «Il tizio coi tascapani si era spaccato come una melagranata, è il caso di dire, dal collo fino a metà dei pantaloni. E dentro al budellame si erano messi comodi comodi due ratti che pappavano i torsoli raffermi dal tascapane. Puzzava di carne avariata e di bruciaticcio il recinto, ma soprattutto il mucchio al centro dove ci saranno stati almeno una decina di cavalli tutti sventrati gli uni dentro gli altri». Corpi a pezzi. Nella carne e anche nella psiche, come efficacemente racconta il narratore di sé stesso: «Mi ero diviso il corpo in varie parti. La parte bagnata, la parte che era sbronza, la parte del braccio che era atroce, la parte dell’orecchio che era abominevole, la parte dell’amicizia per l’inglese che era consolante assai, la parte del ginocchio che ogni tanto se ne andava per i cazzi suoi, la parte del passato che già cercava, me lo ricordo bene, di aggrapparsi al presente e non ci riusciva più - e poi ancora il futuro che mi faceva più paura di tutto il resto, e per finire sopra le altre una parte stramba che voleva raccontarmi una storia».Che sia uno scrittore fascista a ricordarci il lato terribile della guerra può sembrare, come detto, un paradosso. Lo è fino a un certo punto. In un suo importante saggio di molti anni fa lodato anche da Renzo De Felice, lo storico finlandese Tarmo Kunnas si dilungò molto sulle «tendenze pacifiste» degli intellettuali sedotti dal fascismo. Pensiamo solo agli strali lanciati da Ezra Pound contro i mercanti d’armi o alla maledizione vergata da Drieu La Rochelle contro i disumanizzanti conflitti moderni. La guerra la può descrivere solo chi la conosce e chi l’ha fatta. Quanto agli altri, li ha sistemati proprio Céline in Mea culpa: «Massacri a miriadi, non c’è guerra dal Diluvio in poi che non abbia avuto per musica l’Ottimismo... Tutti gli assassini vedono rosa nel futuro, fa parte del mestiere. Così sia».
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.