2022-10-19
Infermiera in sedia a rotelle dopo il richiamo
L’operatrice, costretta a vaccinarsi, è affetta da una malattia genetica rara, peggiorata con la seconda dose. Ora soffre di crisi epilettiche ogni mese ed è invalida. Ma, nonostante le sue condizioni, ha dovuto ricevere anche il booster per non essere sospesa.Se non avesse fatto il richiamo, pur nelle condizioni in cui si trova e che imponevano estrema cautela non solo avrebbe dovuto pagare la multa di 100 euro per i non vaccinati e per gli over 50 senza terza dose, ma sarebbe rimasta senza stipendio, costretta a casa come lo sono ancora tanti sanitari in Italia. Emanuela D.P., infermiera di 51 anni che lavora in una casa di cura privata del Padovano, dopo il secondo inoculo di Pfizer ha iniziato un calvario di crisi epilettiche, di perdita della sensibilità della gamba destra che ogni mese l’hanno portata al Pronto soccorso per cadute e fratture varie. Costretta su una sedia a rotelle, da mesi non può più assistere i pazienti e si reputa fortunata di aver mantenuto un impiego, dirottata al centralino della clinica. «Nel 2004 fui operata di tumore al cervello, dai controlli periodici sembrava tutto risolto. Nel 2015 cominciai ad avere problemi alla gamba, pensavano fosse un’ernia inguinale, passai anni a fare accertamenti che non davano risposte». In piena pandemia, il neurologo che la segue propone di fare dei test genetici, per scoprire l’origine di quella difficoltà a camminare. «Li potei fare solo a giugno 2020, quando gli ospedali non erano più solo per i pazienti Covid. I risultati arrivarono nel febbraio del 2021: ho una paraparesi spastica, malattia genetica rara, probabilmente ereditaria». Si tratta di una patologia neurodegenerativa che colpisce in modo particolare il midollo spinale e il cervelletto. Con l’esordio in età adulta solitamente i sintomi si aggravano lentamente, come le aveva spiegato il neurologo. L’infermiera, intanto, a gennaio 2021 si era dovuta vaccinare con Pfizer e dopo 21 giorni le toccò la seconda dose. «Stetti molto male, cominciarono crisi epilettiche che non sono più riuscita a controllare malgrado i farmaci. Capitano puntualmente, ogni mese». Emanuela non sente più rispondere la gamba destra, ha un forte calo della vista, passa l’estate del 2021 al Pronto soccorso anche per trauma cranico da caduta, ma nessuno riesce a spiegarle il perché di quel peggioramento così rapido e violento. «Segnalo la mia reazione al vaccino a diversi livelli, finalmente trovo un interlocutore nella Farmacovigilanza del Veneto, che mi dice di tenerlo “aggiornato”. Non era una consolazione, volevo risposte, suggerimenti di indagini da compiere», esclama l’infermiera. Con trent’anni di esperienza nel mondo sanitario, intuisce che l’anti Covid ha dato un’accelerata spaventosa alla degenerazione della sua mobilità e della forza muscolare. Improvvisamente è diventata un’invalida, la signora non riesce a fare più di dieci passi, non può lavare i piatti perché con l’altra mano si deve sorreggere al muro. Un paper uscito di recente su BioRxiv e segnalato dalla Verità ha documentato la presenza dell’Rna messaggero di Spike nel nucleo della cellula, che è la parte che contiene il genoma. Una conferma dei peggiori sospetti di possibili alterazioni genetiche da vaccino, di una sua genotossicità che da quasi tre anni la scienza «ufficiale» si affanna a negare. Anche il nostro Istituto superiore della sanità esclude che la proteina Spike possa entrare nel nucleo portandosi appresso l’acido ribonucleico messaggero, tutto il contrario di quanto individuato dagli esperti americani di medicina e scienza della salute, di malattie infettive, dell’Istituto nazionale americano di ricerca e prevenzione delle malattie immunologiche e delle allergie (Nih), che hanno pubblicato l’allarmante scoperta. Se copie del materiale genetico del virus finiscono nella struttura dove avviene la replicazione e la trascrizione del Dna, forse una persona con già una malattia genetica può avere reazioni eccessive e incontrollabili. In ogni caso, l’infermiera di Padova, e come lei tanti costretti a vaccinarsi contro il Covid e che ora si ritrovano con pesanti problemi di salute, vanno seguiti. Non abbandonati. Due giorni fa, in un’intervista a The Guardian, l’immunologo statunitense Anthony Fauci ha esortato il Congresso degli Stati Uniti a riprendere i finanziamenti per combattere il virus e il long Covid. «Come mai qualcuno, che è intellettualmente molto vivace e molto energico, all’improvviso non riesce a concentrarsi per più di mezz’ora su nulla? E come mai le persone che sono validi atleti non hanno più alcuna tolleranza allo sforzo dell’allenamento?», ha posto come interrogativo. Fauci avverte, non puoi dire «è tutto psicologico, perché non lo è: è reale». Come mai, continuiamo a chiederci noi, la stessa attenzione non viene prestata ai danneggiati dal vaccino?«Nel novembre 2021 mi venne imposta la terza dose, altrimenti sarei stata sospesa. Non volevo, avevo paura», racconta Emanuela. «Chiesi il parere del referente della Farmacovigilanza regionale e come tutta risposta disse “che non si prendeva la responsabilità di non farmi fare il booster”. Già sto male, dovevo peggiorare ulteriormente?». Senza avvocato, senza sapere quando mai avrà una risposta sulla correlazione da vaccino e un eventuale indennizzo, l’infermiera che oggi può solo rispondere al telefono da una sedia a rotelle teme che la psicosi da crescita dei contagi porti a nuove imposizioni per i sanitari, anziché togliere quelle che rimangono pur a emergenza conclusa. «Ho il terrore che la quarta dose diventi obbligo. Vedo i vaccini che abbiamo in clinica e quelli che danno i colleghi in altre strutture, sono tutti con scadenza a ottobre. Qualcuno si prenda la responsabilità di spiegare che non servono a nulla».
(Totaleu)
«Strumentalizzazione da parte dei giornali». Lo ha dichiarato l'europarlamentare del Carroccio durante un'intervista a margine della sessione plenaria al Parlamento europeo di Strasburgo.