2021-05-12
Industria 4.0 spacca la maggioranza alla prova pure sulla riforma fiscale
La misura, a cui il M5s non vuole rinunciare, probabilmente non rientrerà nel Sostegni bis. E la discussione sull’Irpef, iniziata ieri nelle commissioni riunite, creerà nuove tensioni. Domani il Consiglio dei ministriSostegni bis e riforma fiscale sono sul tavolo del governo. Da una parte l’esecutivo dovrà sciogliere i nodi legati al dl giovedì nel Consiglio dei ministri, e dall’altra ieri sono iniziate ad arrivare le proposte da parte dei partiti sulle tasse. Per quanto riguarda la misura da 40 miliardi di euro, ci sono diverse questioni che potrebbero creare frizioni all’interno della maggioranza. Una di questa è Industria 4.0. Settimana scorsa è infatti arrivata la bocciatura da parte della Ragioneria dello Stato, ma il Movimento 5 stelle non ha intenzione di rinunciarci facilmente, anche perché aveva chiesto che la norma fosse inserita all’interno del primo provvedimento utile. E questo è proprio il Sostegni bis. Secondo fonti della maggioranza però è difficile che Industria 4.0, visto il suo peso in fatto di stanziamento (24 miliardi), possa essere inserita dentro il testo del dl. Questa questione dunque potrebbe innescare problemi all’interno del cdm di giovedì. Altro tema caldo sono le scadenze fiscali di giugno. Il mese prossimo partiranno infatti migliaia di cartelle che fino a ora sono state bloccate anche dai decreti Conte. E questo potrebbe avere degli effetti negativi per il mondo industriale particolarmente colpito dalla pandemia nel 2020 e nei primi mesi di quest’anno a causa delle restrizioni. Si starebbe dunque lavorando a delle soluzioni per cercare di diluire la ripartenza delle cartelle. Tra le varie ipotesi in campo si sta discutendo di ampliare ulteriormente la rateizzazione per tutte quelle imprese che hanno perso almeno il 30% del proprio fatturato a causa de Covid, e che sono già oggetto di provvedimenti economici ad hoc. Oppure di bloccare totalmente fino alla fine di giugno l’invio degli atti fiscali. Sulla questione però non ci sarebbe ancora una decisione definitiva. Altro punto su cui si sta lavorando sono i contributi a fondo perduto. Si starebbe infatti pensando di inserire un meccanismo che preveda da una parte l’arrivo in automatico dei ristori (senza che le imprese debbano ripresentare domanda) sulla base del fatturato, mentre dall’altra chi vuole potrebbe chiedere di ricevere la somma a fine anno, tenendo conto anche delle perdite subite in base ai dati emersi dal bilancio o dalla dichiarazione dei redditi. Sempre lato imprese c’è il patrimonio destinato che stando alla bozza sarebbe stato garantito anche per gli anni oltre il 2021: «La norma intende consentire, anche per gli anni dal 2021 in poi, l’apporto di liquidità al patrimonio destinato di cui alla norma richiamata. Questo in alternativa, parziale o totale, all’apporto di titoli di Stato». Altro motivo di tensione è la proroga del Superbonus, che non arriverà con il decreto Sostegni ma con la manovra o misure future e che è un cavallo di battaglia a cui i grillini non sono disposti a rinunciare. Accanto alla questione del Sostegni bis c’è poi tutto il mondo della riforma fiscale. Ieri infatti i partiti in commissioni riunite Finanze Camera e Senato hanno iniziato a presentare le loro idee su come dovrebbe essere rivisto il sistema fiscale italiano. E più nel dettaglio l’Irpef. Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia anno delle idee che in qualche punto possono essere sovrapposte. Alberto Gusmeroli, vicepresidente della commissione Finanze della Camera per la Lega, spiega che i punti cardine sono «riequilibrare il rapporto tra i contribuenti e il fisco che attualmente è a favore di quest’ultimo, togliere l’Imu sui fabbricati occupati, inagibili o sfitti, abolire l’Irap, non introdurre patrimoniali e aumenti dell’Iva». Massimo Bitonci, deputato del Carroccio e membro della commissione Finanze, ha inoltre proposto una no tax area effettiva entro certi redditi per pagare zero tasse. E qui le convergenze con Forza Italia si vedono perché Alessandro Cattaneo ha spiegato come si dovrebbe abolire l’Irap, puntare ad alleggerire la pressione fiscale sul ceto medio e produttivo attraverso una flat tax, scongiurare l’ipotesi patrimoniale, puntare a una no tax area, rimodulare l’Iva a due o massimo tre aliquote e rivedere le tax expenditures. Su quest’ultimo punto si trova inoltre anche l’appoggio di Fratelli d’Italia. «La diminuzione delle aliquote dell’Irpef e la revisione delle tax expenditures sono altri temi di notevole rilevanza. Queste rispondono anche a una logica di semplificazione del sistema di prelievo, che potrebbe essere completato dall’introduzione di un’aliquota flat sui redditi incrementali allo scopo di stimolare una maggior emersione di materia imponibile», spiega Lucia Albano, deputato di Fratelli d’Italia e componente della commissione Finanze. Sull’altro lato troviamo il Movimento 5 stelle che ieri non ha presentato alcun documento ma ha cercato di trovare punti di convergenza sul lato semplificazione e sul fatto che la riforma dell’Irpef dovrà avere un ruolo pro crescita. Tutta la parte sulla digitalizzazione è stata poco affrontata dagli altri partiti. E il Movimento ma anche il Pd non accetteranno facilmente la flat tax proposta anche dagli alleati di governo. Altro punto su cui potrebbero nascere dei problemi è la questione del potenziamento della fattura elettronica come strumento anti evasione. Su questo infatti i partiti di centrodestra sono scettici da tempo.