2024-05-09
Indagato il commissario del porto di Genova
Perquisizioni per Paolo Piacenza, accusato di abuso d’ufficio. Le intercettazioni su Giovanni Toti entrano nel fascicolo già aperto sulle autorizzazioni per la diga foranea. Trovati 200.000 euro in contanti a casa di Aldo Spinelli. Sospetti sulla presenza di una talpa.L’inchiesta della Procura di Genova che ha portato all’ordinanza di custodia cautelare ai domiciliar per il presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti, si allarga. Tra gli indagati, per abuso di ufficio, c’è anche Paolo Piacenza, commissario straordinario dell’Autorità di sistema portuale del Mar Ligure occidentale, carica che ricopre dallo scorso settembre. Gli uffici e la residenza di Piacenza sono stati perquisiti dalla Guardia di finanza. Già segretario generale dell’autorità portuale, il nome dell’attuale commissario del porto di Genova compare numerose volte nelle 654 pagine dell’ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip Paola Faggioni. Piacenza sarebbe indagato in relazione all’aumento della tariffa oraria per le prestazioni del servizio integrativo decise dall’ex presidente dell’Autorità portuale, Paolo Signorini, ad di Iren prima di essere arrestato l’altro ieri, per la società Santa Barbara, di Mauro Vianello, che opera nel settore dei servizi di prevenzione, vigilanza e primo intervento antincendio nell’ambito del porto di Genova. In cambio di questo aumento delle tariffe, per l’accusa Signorini avrebbe ricevuto da Vianello soldi e regali costosi. Ieri si è appreso anche che la Guardia di finanza ha trovato 200.000 euro in contanti a casa dell’imprenditore Aldo Spinelli, a sua volta ai domiciliari. La somma è una parte dei 570.000 euro oggetto di un sequestro preventivo disposto dal gip. Va detto che Spinelli era solito consegnare le paghe ai suoi dipendenti personalmente, e che può capitare che un imprenditore di grosso calibro abbia in casa molto denaro in contante, ma sarà la magistratura a chiarire ogni aspetto della vicenda. Sono in tutto 27, fino a ora, gli indagati nell’inchiesta: ai 25 nomi contenuti nell’ordinanza vanno aggiunti Piacenza e l’editore di Primocanale Maurizio Rossi. Domani è in programma l’interrogatorio di garanzia di Toti, mentre oggi tocca a Signorini essere ascoltato dai magistrati; sabato sarà il turno di Spinelli e del capo di gabinetto di Toti, Matteo Cozzani. Un’altra inchiesta della Procura di Genova, affidata al pm Walter Cotugno, e relativa a uno degli appalti per la realizzazione della nuova diga foranea del porto, finisce per incrociare quella su Toti, a causa di alcune intercettazioni relative al megaprogetto da 1,3 miliardi di euro, il più maestoso del Pnrr, già nel mirino dell’Anac e dell’ufficio di Torino della Procura europea. Dall’ordinanza del gip Faggioni, infatti, emergerebbe l’intenzione di riconvertire il terminal rinfuse in terminal container, in cambio, secondo l’accusa, di «una mano» al comitato Toti, «in previsione della realizzazione della nuova diga foranea, che incrementerà», scrive il gip, «i volumi dei traffici di contenitori» Questo piano però sarebbe dovuto restare riservato per «non suscitare la contrarietà e quindi l’ostruzionismo degli altri concorrenti attivi nel porto di Genova», e che Toti avrebbe «messo a fuoco». «L’importante», dice Toti in una conversazione intercettata, «è che non diciamo delle cose che sono insostenibili [...] per la città... se uno dice facciamo la grande diga, un miliardo di euro, full container grande accordo Msc arriva Aponte costruiremo il secondo terminal dopo il Vte», e «poi diciamo [...] però per i prossimi 30 anni e poi vediamo facciamo le Rinfuse c’è un messaggio confuso [...] cerchiamo di dare un messaggio chiaro...». Toti, come si legge nell’ordinanza del gip Paola Faggioni, in una conversazione dell’epoca, dell’autunno 2021, «pur dando praticamente per scontato il rinnovo della concessione», scrive il gip, «faceva chiaramente capire a Spinelli di aver perfettamente compreso la manovra speculativa dell’imprenditore».Intanto, il centrodestra decide di andare avanti con Alessandro Piana, della Lega, vicepresidente della regione Liguria, che ha assunto le funzioni di reggente dopo la sospensione di Toti. L’ufficialità è arrivata ieri sera con una nota congiunta dei coordinatori regionali del centrodestra ligure Ilaria Cavo (Lista Toti - Noi moderati), Matteo Rosso (Fratelli d’Italia), Edoardo Rixi (Lega) e Carlo Bagnasco (Forza Italia) «Esprimiamo il pieno sostegno», scrivono i vertici del centrodestra regionale, «al vice presidente Alessandro Piana, alla giunta e alla maggioranza in Consiglio regionale che la sostiene. Gli eventi che hanno coinvolto di recente l’amministrazione non possono cancellare l’impegno e il lavoro con cui la maggioranza ha governato la Regione. Le sfide e le responsabilità da affrontare ogni giorno richiedono la stessa determinazione. Ribadiamo quindi il nostro sostegno nella sua capacità di amministrare la nostra regione». Fermo su posizioni garantiste Matteo Salvini: «Se Toti è tranquillo come dice», commenta Salvini, «se si ritiene un buon governatore, cosa di cui io sono convinto, lo dimostrerà. E quindi dal mio punto di vista non si deve dimettere. In Italia e in tutti i Paesi civili qualcuno è colpevole se condannato in tre gradi di giudizio. Dimettersi», aggiunge Salvini, «sarebbe una resa dal mio punto di vista perché domani qualunque inchiesta, qualunque avviso di garanzia o rinvio a giudizio porterebbe alle dimissioni di un sindaco o di un amministratore». Sulla stessa linea il leader di Forza Italia, Antonio Tajani: «Non strumentalizziamo le vicende giudiziarie», sostiene Tajani, «vediamo che cosa accade. Ma non mi pare un motivo per decidere adesso di andare a votare. Serve prudenza. I nostri rappresentanti sul territorio hanno già detto di essere contrari allo scioglimento e alle dimissioni». Di parere opposto il M5s: «Dalle diverse dichiarazioni dei partiti di centrodestra in Liguria», attacca il capogruppo in Consiglio regionale dei pentastellati, Fabio Tosi, «risulta palese l’intenzione di non presentare le dimissioni e di continuare la legislatura come se niente fosse accaduto. Come M5s ribadiamo con ancora più forza la necessità di sciogliere la giunta e il Consiglio regionale. Non è possibile fare finta di nulla e andare avanti. Sarebbe uno sfregio alla democrazia, alle istituzioni e soprattutto ai cittadini che ancora credono nella politica. È assolutamente necessario voltare pagina e affrontare la questione in modo serio».