2021-08-30
        Stanziati gli incentivi per le auto, ma mancano le regole per farne domanda
    
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Il governo ha rifinanziato con una dotazione di 350 milioni di euro gli incentivi destinati all'acquisto di auto; le agevolazioni scadranno il 31 dicembre ma, non essendo stati pubblicati i regolamenti attuativi, non è (ancora) possibile richiederli per le auto usate e, quindi, l'industria corre ai ripari con iniziative singole.L'obiettivo è comunque chiaro a tutti: ripulire il parco circolante con auto meno inquinanti e sperare, così facendo, anche di mettere il turbo alle vendite dopo un periodo a dir poco difficile per il settore.Nei suoi piani, infatti, il governo ha intenzione di sostenute allo stesso tempo il mercato delle auto nuove, così come quello della auto usate, destinando 40 milioni per chi acquista un veicolo di seconda mano Euro 6, diesel o benzina. Rientrano però nell'incentivo solo i veicoli con basse emissioni di Co2, vale a dire quelli compresi tra 0 e 160 g/Km e con quotazioni medie di mercato inferiori ai 25.000 euro. Per accedere a questo incentivo è necessario rottamare un veicolo immatricolato prima di gennaio 2011.Il bonus ottenibile varia a seconda delle emissioni del veicolo, ad ogni modo si va da un minimo di 750 euro sino ad un massimo di 2.000 euro.In attesa che vengano pubblicati i dettagli per godere degli incentivi, attualmente non è possibile usufruire del bonus per l'acquisto di auto usate.La fetta più grossa degli incentivi statali, vale a dire 200 milioni di euro, è stata destinata all'acquisto o locazione finanziaria di auto nuove a benzina o gasolio con basse emissioni, cioè tra 61 e 135 grammi di anidride carbonica al chilometro e prezzo di listino fino a 40.000 euro.60 milioni, invece, sono stati destinati all'acquisto di auto con emissioni tra 0 e 60 g/km, veicoli quindi a basse emissioni come quelli elettrici o ibridi plug-in (con motore termico e batteria che si ricarica alla presa domestica o alle colonnine) e prezzo di listino inferiore ai 50.000 euro.Il bonus varia a seconda delle emissioni di Co2 dell'auto acquistata e dalla presenza o meno di un veicolo vecchio da rottamare; in ogni caso gli sconti vanno da un minimo di 3.500 euro ad un massimo di 10.000 euro.D'altronde, il settore delle quattro ruote nel 2021 si trova ancora peggiore del 2020 con un crollo delle immatricolazioni del 23% rispetto ai livelli pre-pandemia del 2019. Pallottoliere alla mano, questo significa che da quando sono iniziati i problemi legati al Coronavirus solo in Italia l'industria ha dovuto dire addio a due milioni circa di veicoli che sono rimasti invenduti.Infatti, a giugno 2021 sono state immatricolare 1.282.503 nuove auto nei 31 paesi europei contro le 1.491.465 di giugno 2019. Nel primo semestre il totale delle immatricolazioni è stato pari a 6.486.351 unità, contro le 8.427.639 nel periodo gennaio-giugno 2019.Ma, mal comune mezzo gaudio. I problemi del mercato italiano sono gli stessi riscontrati in altri Paesi del Vecchio Continente. Nei primi cinque mercati europei fa peggio di tutti la Spagna, che nell'intero 2020 ha perso il 32,3%. Male anche Germania (-19,1%) e Francia (-25,5%). L'italia si dimostra in difficoltà con un calo del 27,9%, mentre l'unico mercato a salvarsi (più o meno) è quello inglese che ha ceduto l'anno scorso solo il 2,4%. Tra i mercati minori, ma pur sempre importanti per le tasche dei costruttori automobilistici, si segnala il tonfo della Croazia (-42,8%), della Bulgaria (-36,8%) e del Portogallo (-35%). Ora non resta che capire come verranno distribuiti in dettaglio gli incentivi, ma c'è già chi ritiene che non saranno sufficienti per risollevare il mercato delle quattro ruote. «Il rinnovo degli incentivi», ha detto il presidente dell'Uunrae Michele Crisci, «era un provvedimento atteso, ma l'entità delle risorse risulta chiaramente inadeguata per sostenere, almeno fino a fine anno, la sostituzione del maggior numero possibile di auto inquinanti con vetture Euro 6. È quello che ripetutamente abbiamo chiesto come Unrae e che è stato recepito da molti parlamentari di tutti gli schieramenti. Il provvedimento approvato, per come è formulato, fa invece prevedere un rapido esaurimento dei fondi e, dunque, il rischio concreto che già a settembre ci sarà un nuovo stop del mercato».
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