2020-08-14
Impegno e passione non sono più di moda. Oggi ci si laurea nell’arte di arrivare
Il sottosegretario agli Esteri confonde Libia e Libano. Chi dirige l'Istruzione non sa l'italiano. Sembra un romanzo di Aleksandr Zinov'ev.Negli ultimi giorni son successe tre cose che mi hanno fatto pensare a una legge rinvenuta, nei comportamenti sociali, da uno scrittore russo che si chiama Aleksandr Zinov'ev, e poi ne parliamo. La prima cosa è il fatto che il dottor Manlio Di Stefano, «sottosegretario di Stato agli Affari esteri con delega ad Asia, Onu, imprese e Spazio, deputato M5s e responsabile Rousseau Lex Parlamento», c'è scritto nel suo profilo Twitter, dopo l'esplosione nel porto di Beirut ha fatto un tweet in cui dichiarava che, «Con tutto il cuore» mandava un abbraccio «ai nostri amici libici», confondendo i libici con i libanesi, che, per uno che è sottosegretario agli Affari esteri, con delega ad Asia, Onu, imprese e Spazio (e chissà cosa comporta avere la delega allo Spazio - e chissà chi è che ha la delega al Tempo) non è esattamente una bella figura. Qualche giorno dopo la dottoressa Lucia Azzolina, «ministro dell'Istruzione - portavoce del Movimento 5 stelle eletta alla Camera», c'è scritto sul suo profilo, ha informato le persone che la seguono su Internet del fatto che «L'Ic Virgilio-Salandra di Troia (Fg) ha subito un'infrazione a opera di ladri che hanno fatto dei danni, per fortuna piccoli ma pur sempre meritevoli di condanna», e che lei ha «sentito la Ds Maria Michela Ciampi, al lavoro per la ripartenza, per rinnovarle la vicinanza del ministero». Ic credo significhi Istituto comprensivo, Ds dirigente scolastico, Fg dovrebbe significare Foggia, il resto non si capisce bene. Un commentatore (Pietro Nigro) traduce così: «...ha subito un'“effrazione" a opera di ladri che hanno “causato" danni, per fortuna “lievi" ma pur sempre “passibili" di condanna». La terza cosa riguarda la giornalista sportiva Paola Ferrari, che ha rilanciato una notizia che, con la grafica del Televideo, diceva: «Ultim'ora. Champions, Atletico Madrid Covid-positivo. Ripescata la Juventus. L'ombra del Covid-19 si allunga sulla Final eight di Champions league. Due membri dello staff e a seguire otto giocatori sono risultati positivi al coronavirus. In un comunicato del club spagnolo si legge che “i soggetti positivi al virus sono stati isolati come prevedono le norme ma si esclude la partenza per il Portogallo". In questo contesto la Uefa ha già individuato nella Juventus la squadra sostitutrice in quanto «non vincendo la finale, non penalizzerebbe le altre squadre meritorie». E lei, Paola Ferrari, ha commentato «Boom, @Juventusfc, @ChampionLeague, #calcio, #speranza».Poi c'è un'altra cosa che però non c'entra, e riguarda il tenore Andrea Bocelli, che ha dichiarato che chiede «sinceramente scusa per quel che ha detto sul coronavirus» e qui, in questa dichiarazione, mi interessa quel «sinceramente». Perché ha detto sinceramente? Forse pensava che pensassimo che chiedesse scusa falsamente? Sarebbe bello uno che chiede scusa falsamente. Uno che è falsamente pentito. Ma questo, come dicevo, non c'entra. Tornando a noi, la legge sociale enunciata da Aleksandr Zinov'ev, in un libro che si intitola Cime abissali e che gli è costato l'espulsione dall'Unione sovietica e l'esilio, è che «arrivano gli arrivisti». Cioè non quelli che hanno studiato di più, non i più preparati, non i più adatti, ma quelli che dedicano una parte consistente dei loro sforzi non a studiare, non a prepararsi, non a imparare, ad arrivare. Quelli che coltivano l'arte di arrivare, che deve essere una materia difficile, ma c'è della gente che è brava. Ecco io, in questi giorni, per un lavoro che sto facendo, sto rileggendo i romanzi di Dostoevskij, e ho appena riletto quel che il protagonista di Delitto e castigo, Rodion Romanovič Raskol'nikov, dice della psicologia: dice che «è un'arma a doppio taglio». Credo che anche l'arte di arrivare, sia un'arma a doppio taglio. E mi viene in mente un personaggio del Cappotto di Gogol', che compare nella seconda parte del racconto, quando al protagonista, il consigliere titolare Akakij Akakevič, un povero copista che ha risparmiato tutta una stagione per comprarsi un cappotto nuovo, quando ad Akakij Akakevič questo cappotto viene rubato. Per avere giustizia gli consigliano di rivolgersi a un personaggio importante, il quale è, forse, la vera vittima del racconto. «Bisogna sapere», scrive Gogol', «che quel personaggio importante era diventato da poco un personaggio importante, e fino a poco prima era stato un personaggio che non era importante. La sua conversazione abituale con gli inferiori era improntata a severità e consisteva quasi solo in tre frasi: «Come osa? Sa con chi sta parlando? Capisce con chi ha a che fare?». Del resto, nell'animo, era una brava persona, buono con i colleghi, servizievole; ma il grado di generale l'aveva fatto andare proprio fuori di testa. Ricevuto il grado di generale, era stato come sconvolto, aveva perso la bussola e non sapeva proprio più come comportarsi. Se gli succedeva di essere con dei pari grado, era ancora un uomo come si deve, un uomo onesto, da molti punti di vista un uomo non stupido; ma quando gli capitava di essere in compagnia di persone che avevano per lo meno un grado in meno di lui, stava da cani; taceva, e la sua condizione faceva tanto più pena in quanto lui stesso sapeva che avrebbe potuto passare il tempo in modo incomparabilmente migliore. Nei suoi occhi si vedeva, ogni tanto, il desiderio di unirsi a qualche conversazione interessante, o a qualche gruppo, ma lo fermava il pensiero: non sarebbe stato troppo, da parte sua, non sarebbe stato troppo familiare, non avrebbe diminuito la sua importanza? E, in seguito a tali ragionamenti, restava sempre in silenzio, pronunciava solo, di tanto in tanto, qualche monosillabo, e si era guadagnato, così, la fama di persona noiosissima». Il personaggio importante, che aveva una moglie bella, e che amava, da quando era diventato importante aveva pensato che doveva avere un'amante. Ne aveva trovata una che non era più bella né più giovane di sua moglie, e neanche più simpatica, però almeno era un'amante, cioè esattamente quello di cui lui credeva di avere bisogno. Viene da pensare ad altri due personaggi memorabili che popolano l'universo di Gogol': la signora piacevole da ogni punto di vista e la signora semplicemente piacevole che si trovano in Anime morte e che danno vita a un dialogo terrificante e perfettamente realistico. Non sono sicuro si capisca bene, ma quel che volevo dire è: poveri ministri, poveri sottosegretari, poveri giornalisti, poveri tenori e poveri scrittori. Come siamo disgraziati. (6. Continua)
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