2021-11-23
Immunità naturale, rischi calcolati. E ora Londra schiva l’ondata di panico
La rivincita del modello inglese: Boris Johnson ha lasciato circolare il virus in estate, limitando i danni e potenziando gli anticorpi. Oggi, con il Covid sotto controllo, rifiuta pass e obbligo vaccinale. Mentre mezza Europa chiude.Per smaltire le scorte il ministro della Salute del governo tedesco, guidato dalla cancelliera uscente Angela Merkel, fa lo spot masochista a Moderna: «È una Rolls Royce, Biontech è solo una Mercedes». Poi minaccia i dubbiosi: «Morirete entro fine inverno».Lo speciale contiene due articoli.Come solo questo giornale vi aveva raccontato già mesi fa, era molto probabile che i britannici avessero ragione (e che avrebbero continuato ad averla in futuro) nella gestione dell'emergenza Covid. Qui invece, a reti e testate unificate, si rideva di Boris Johnson . Di più: si descriveva il Regno Unito come un lazzaretto. Peccato che i britannici non lo sapessero: al punto che l'allarme coronavirus era praticamente sparito dai giornali Uk da un paio di mesi. Suscitando l'involontariamente comico stupore del conduttore Corrado Formigli, che qualche settimana fa ha raccontato di aver portato la sua bimba a Londra per un weekend (se era convinto che fosse un inferno, perché ci andato?) e di essersi ritrovato in un cinema - unico con sua figlia - a indossare la mascherina. «Sono cretino io o gli inglesi?», s'è chiesto. Ciascuno può abbozzare un'ipotesi di risposta, considerando che non risulta che Formigli abbia mai vinto guerre mondiali. Sta di fatto che l'allarme coronavirus è improvvisamente ricomparso ieri sui media britannici, ma solo per descrivere il disastro in corso nelle capitali dell'Europa continentale. Ecco il Daily Telegraph: «Rabbia in Europa mentre le regole Covid innescano rivolte», con eloquenti immagini di fuochi e guerriglia urbana a Bruxelles. La realtà (ieri pomeriggio registrata per la prima volta perfino dall'edizione online del Corriere, il quotidiano italiano che più di tutti, con le sue corrispondenze, aveva descritto Johnson come una via di mezzo tra un pagliaccio e un pericolo pubblico) è che a Londra, pur compiendo scelte controverse e audaci, hanno fatto la scommessa giusta.Ricapitoliamo la tabella di marcia del governo Uk. Dapprima una campagna vaccinale acceleratissima, già dagli ultimi giorni del 2020, al ritmo di 6-700.000 somministrazioni al giorno. Su questa base, da marzo in poi, una sequenza di riaperture assai anticipate: prima le scuole, poi i pub e i teatri, quindi gli stadi. In teoria il freedom day definitivo sarebbe dovuto scattare a fine giugno, con la fine di qualunque restrizione. Ma il diffondersi della variante Delta ha indotto Johnson a posticipare tutto al 19 luglio. In quelle settimane, Johnson ha perfino ipotizzato l'eventuale entrata in vigore in autunno di un limitato green pass riservato ai grandi eventi. Risultato? PI media conservatori (in testa il Telegraph e lo Spectator) lo hanno attaccato, rivendicando la storia di un Paese dove la carta di identità neppure esiste, e accusandolo di paternalismo all'europea. Lo Spectator ha addirittura descritto il primo ministro britannico come una specie di Mary Poppins sotto il titolo «Nanny Boris» (non certo un complimento, nelle intenzioni del magazine). E così Johnson ha ancora una volta seguito i suoi istinti di conservatore libertario, riaprendo tutto il 19 luglio e cestinando qualunque ipotesi di pass vaccinale o di restrizione. Limitandosi a tenere in un cassetto un piano B, nel caso in cui la situazione fosse peggiorata. Per qualche settimana, effettivamente, i contagi sono molto saliti, ma ricoveri e decessi sono sempre rimasti sotto controllo. A un certo punto, poi, anche i casi di positività hanno raggiunto un fisiologico plateau, schiacciandosi e quindi decrescendo. E, a meno di sorprese, Londra sta vincendo la partita. Qual è stato, dunque, il mix efficace? Ottima campagna vaccinale (assai accelerati anche i ritmi della somministrazione della terza dose: il 25% degli over 12 ha avuto il suo booster), nessun obbligo, nessuna restrizione, e anche la scelta di una controllata circolazione del virus. È proprio il Corriere a registrare l'opinione di sir John Bell, docente di medicina a Oxford: «Una delle cose interessanti è che potrebbe ben essere che il ritardo nel lockdown e il vasto livello di circolazione della malattia ci abbia fornito una protezione a lungo termine». E ancora: «Si può argomentare che l'esposizione al virus ora stia pagando i suoi dividendi, perché abbiamo molte persone che hanno avuto una infezione naturale». Consiglio del prof per il Natale: «Ordinare il tacchino, perché andrà tutto bene».La scelta britannica è stata tutt'altro che avventata: far circolare il virus proprio nei mesi in cui, stando all'aria aperta, il pericolo era inferiore. Ottenendo contestualmente un buon livello di immunità naturale, aggiuntiva al lavoro svolto dal vaccino. E infatti Johnson e il suo ministro della Sanità, Sajid Javid, possono oggi confermare la linea. Ecco Javid sull'obbligatorietà: «Non penso che sia qualcosa che considereremo mai». Archiviato pure il piano B. Secondo Bojo, «non ci sono motivi per introdurli».Dopo la crociata economica e geopolitica contro Astrazeneca (a favore di Pfizer-Biontech), e dopo la mostrificazione mediatica ai danni di Johnson, tra Bruxelles-Berlino-Parigi-Roma, avranno l'onestà intellettuale di scusarsi con i britannici? Dalle parti di Palazzo Chigi, qualcuno commise una gaffe clamorosa, provando a sostenere che Londra non dovesse ospitare le semifinali e la finale degli Europei di calcio. Chi lo ricorderà al premier?<div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem1" data-id="1" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/immunita-naturale-rischi-calcolati-londra-2655776859.html?rebelltitem=1#rebelltitem1" data-basename="spahn-denigra-il-vaccino-tedesco" data-post-id="2655776859" data-published-at="1637612674" data-use-pagination="False"> Spahn denigra il vaccino tedesco Meglio una Rolls Royce o una Mercedes? De gustibus non est disputandum, chiaro. Ma uno si aspetterebbe da un politico tedesco un po' di patriottismo. Certo, il celebre marchio automobilistico britannico è ormai da oltre vent'anni proprietà del gruppo tedesco Bmw. Ma la sua immagine non è forse comunque più inglese di quella di Mercedes? Fatto sta che Jens Spahn, ministro della Salute del governo tedesco, guidato dalla cancelliera uscente Angela Merkel, si è lanciato ieri in un'equazione che ha provocato non pochi mugugni. In conferenza stampa ha definito quello prodotto da Moderna come «la Rolls Royce» dei vaccini e quello di Pfizer come «la Mercedes». Dicendo questo ha di fatto contraddetto l'intera campagna vaccinale del governo tedesco, che ha puntato sul vaccino studiato da Ugur Şahin e Özlem Türeci, moglie e marito, figli di immigrati turchi, fondatori dell'azienda farmaceutica tedesca Biontech, e realizzato insieme alla statunitense Pfizer. Due critiche sono arrivate anche dal suo partito «gemello». Il leader bavarese della Csu, Markus Söder, ha definito la comunicazione del ministro «disastrosa»: «Porta a un'inutile incertezza tra la popolazione». Ma a che cosa si deve questa svolta? La risposta sta nei magazzini. «Purtroppo l'impressione è che insisteremo su Moderna solo per evitare la scadenza di quei vaccini nel primo trimestre del 2022», ha detto Spahn in conferenza stampa. «Questo è un aspetto importante ma non è quello decisivo», ha aggiunto. Peccato poi abbia pronunciato una frase che sembra contraddittoria: «Quello che è decisivo è che le nostre riserve di Biontech stanno diminuendo così velocemente che a partire dalla prossima settimana non saremo in grado di consegnare più di 2-3 milioni di dosi a settimana». La situazione è tale che il ministro ha inviato una lettera ai medici dei Stati federati, avvertendo che, a causa di una mancanza di rifornimenti sufficienti di dosi Biontech, il richiamo dovrà essere effettuato anche con dosi Moderna. Una circostanza che ha aperto forti polemiche in Germania. Il governo tedesco è tornata a spingere sulla campagna vaccinale esortando i cittadini ad aderire per bloccare la corsa del Covid-19. Ieri sono 30.643 i nuovi contagi registrati dal Robert Koch Institut in 24 ore. Secondo gli esperti il dato risente dell'effetto del weekend ed è di molto superiore a quello della settimana scorsa (23.607 casi). L'incidenza settimanale su 100.000 abitanti è di 386,5, si legge nel bollettino. I morti sono stati 62, Il tasso di ospedalizzazione nelle terapie intensive è di 5,34 sui 10.000 abitanti, una soglia ancora lontana dal record federale che fu di 15,5, raggiunto nel dicembre scorso. Ci sono però Stati federali, come Sassonia, Turingia e Baviera, dove il tasso di occupazione dei posti letto è molto più alto e si devono già trasferire i pazienti. Ma il paragone automobilistico non è l'unica dichiarazione pronunciata ieri da Spahn ad aver fatto aggrottare qualche sopracciglio. Ce n'è un'altra, molto dura: «Probabilmente entro la fine di questo inverno, come a volte si dice cinicamente, praticamente tutti in Germania saranno vaccinati, guariti o morti». Il ministro ha puntato il faro sulla «molto contagiosa variante Delta» sottolineando che «con grande probabilità le persone non vaccinate contrarranno il coronavirus». «Ecco perché», ha aggiunto, raccomandiamo così urgentemente la vaccinazione». Parole per alcuni drammatiche, a dimostrazione della gravità della situazione. Per altri, convinti che minacciare l'apocalisse non spinge le persone a vaccini, spaventose. Di certo, un'occasione colta al volo da Walter Ricciardi, consigliere di Roberto Speranza, che su Twitter ha rilanciato l'appello del ministro Spahn alla vaccinazione. Un occhio alla Germania per spargere un po' di terrore in Italia.
Il Gran Premio d'Italia di Formula 1 a Monza il 3 settembre 1950 (Getty Images)
Elbano De Nuccio, presidente dei commercialisti (Imagoeconomica)
Pier Silvio Berlusconi (Ansa)