2025-04-14
Immigrato siriano accoltella a morte un passeggero sulla metro di Berlino
L’aggressore, fuggito a piedi, è stato colpito dagli spari della polizia ed è deceduto.La scena è di quelle che Berlino non dimenticherà facilmente: sangue sui sedili del convoglio, urla, corpi a terra e sirene che squarciano il silenzio del primo pomeriggio. È sabato, pochi minuti dopo le 15. Sulla linea U2 della metropolitana, all’altezza della stazione Sophie-Charlotte-Platz, un uomo si accascia sul marciapiede. Ha una ferita al petto, profonda. Fatale. Si è appena lasciato dietro un’aggressione improvvisa, consumata sotto gli occhi dei passeggeri. Secondo quanto accertato da polizia e Procura, tutto è cominciato poco prima, alla fermata di Kaiserdamm. Due uomini, un quarantatreenne siriano e un ventinovenne tedesco, salgono sullo stesso treno, ma su vagoni diversi. Non si conoscono. Poi, però, accade qualcosa. Forse per un litigio. In pochi secondi scatta la violenza. Il siriano, già noto alle forze dell’ordine per aggressioni, resistenza a pubblico ufficiale e violazioni della legge sugli stupefacenti, tira fuori un coltello da cucina dalla cintura dei pantaloni. Affonda la lama tre volte. Uno dei fendenti colpisce dritto al petto, attraversa la cassa toracica, raggiunge un ventricolo. Il ventinovenne riesce a scendere alla stazione successiva. Barcolla, cade. Muore poco dopo, nonostante il disperato tentativo dei soccorritori. Il suo aggressore fugge a piedi lungo la strada che porta al Castello di Charlottenburg, una delle mete preferite dai turisti nel weekend. Ma non fa molta strada. Due agenti della polizia tedesca lo intercettano. Ha ancora il coltello in mano. Si avvicina. Minaccia. Uno dei poliziotti spara. Almeno tre colpi. Che lo centrano alla coscia, al torace, al collo. Il siriano viene soccorso, portato in ospedale e operato d’urgenza. Ma, ieri mattina, muore. La Procura ha aperto un’indagine per omicidio colposo a carico dell’agente che ha sparato. Si tratta di una procedura automatica, nonostante l’intera sequenza sia stata ripresa da alcune telecamere di sorveglianza (le immagini sono già al vaglio degli inquirenti). «L’aggressore», ha dichiarato il portavoce della polizia, Florian Nath, «si è lanciato contro gli agenti puntando il coltello. I poliziotti hanno quindi sparato diversi colpi». La versione combacia con quella dei testimoni presenti. Le autorità escludono, almeno per ora, qualsiasi matrice terroristica islamista. Nessun elemento, dicono, collegherebbe l’aggressione a un atto premeditato o ideologicamente motivato. Ma restano molte domande senza risposte. Al momento, per esempio, non c’è ancora un movente. Il procuratore ha spiegato che, addirittura, allo stato attuale, «non c'è alcun indizio a provare che i due si conoscessero». Si tratterebbe quindi di un’aggressione del tutto casuale. Il treno era affollato. Tantissime persone hanno assistito alla scena. Alcuni hanno filmato. Il corpo del ventinovenne è rimasto per ore sulla banchina, coperto da un telo termico, in attesa dell’autorizzazione del magistrato per la rimozione. Poco distante, i tecnici della polizia scientifica scattavano foto, raccoglievano reperti. La metropolitana è tornata alla normalità solo nella tarda serata di sabato. La notizia ha fatto il giro dei notiziari tedeschi. E Berlino si interroga. Si punta il dito sulla sicurezza dei trasporti pubblici. La presenza di armi bianche, l’aggressività crescente, i precedenti del siriano noti ma evidentemente sottovalutati. L’aggressore era già stato fermato più volte. Eppure era libero. E se ne andava in giro con un coltello addosso. In mezzo a decine di persone. Fino al gesto estremo. Il procedimento penale a suo carico verrà ora archiviato per morte del reo. Ma l’episodio ha riacceso il dibattito sulla sicurezza. È l’ennesima tragedia urbana a Berlino. Due vite spezzate in meno di 24 ore. E troppe domande ancora sospese.
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