2019-08-26
Il Vaticano pur di spalancare i porti si farà andar bene anche l’eutanasia
«La Stampa» rivela che la maggioranza dei cardinali è compatta nel sostegno alla creatura Pd-M5s perché darà una svolta sugli immigrati, padre Antonio Spadaro benedice. L'esecutivo sarà una disgrazia sui temi etici? Amen.Di sicuro non ha la maggioranza nel Paese. A fatica la conquisterà in Parlamento. Però il governo del pateracchio, Pd e M5s, una maggioranza sicura se l'è già assicurata: quella del Vaticano. Da qualche cosa bisogna pur cominciare, no? Una paginata della Stampa ci fa sapere a caratteri cubitali che «i cardinali aprono al governo giallorosso». E si tratta di un'indicazione autorevole perché La Stampa è l'ex quotidiano dell'attuale portavoce del Papa, Andrea Tornielli. Giornale dunque molto vicino alle altissime gerarchie. Non a caso, pochi giorni fa, ha ospitato l'ultima e clamorosa intervista politica al Pontefice, in cui quest'ultimo schierava l'intera Chiesa sui nuovi fondamenti pastorali: sant'Ursula d'Europa, il dogma della raccolta differenziata e la demonizzazione di Hitler-Salvini. In pratica la nuova teologia della liberazione. Dalla Lega. Come sapete, il nuovo Vangelo secondo Francesco ha suscitato parecchie perplessità nelle parrocchie sparse per l'Italia e nei fedeli semplici che ancora vanno a messa (i superstiti). Ma evidentemente ha trovato terreno fertile tra i porporati, sempre più propensi a confondere il rosso del martirio con quello della bandiera della sinistra. Uno di loro, infatti, parlando ieri in modo anonimo al quotidiano torinese, s'è prodigato in elogi del Partito democratico, dicendosi fiducioso che gli ex comunisti «compenseranno la difettosa preparazione culturale dei grillini». Chissà che si aspetta il cardinale: la patristica di Nicola Zingaretti? La summa teologica di Luca Lotti? L'esegesi biblica di Maria Elena Boschi? In ogni caso, dopo aver professato piena fiducia nel venerabile Graziano Delrio, l'autorevole fonte della Stampa si dice sicuro che con i dem ci sarà «più serietà nei comportamenti pubblici». In effetti. Ci crediamo. Per informazioni chiedere ai risparmiatori delle banche. O, in alternativa, citofonare al Csm. Ma il Cardinale Senza Volto, dietro il paravento dell'anonimato, si lascia andare anche oltre. Intanto critica Salvini perché ha chiesto udienza al Papa senza seguire i protocolli standard. Una colpa grave, si capisce, soprattutto di fronte a un Papa che ha rotto tutti i protocolli standard (e non solo quelli). Ma ancora di più Salvini è colpevole di difendere i valori cristiani, come per esempio quelli della famiglia composta da mamma e papà (non da genitore 1 e genitore 2). Però, ecco, lo fa in un modo che non va bene. E perché non va bene? «Su certi argomenti ha ragione, però non interpreta il pensiero di un cristiano vero». Sarà anche qui fuori dai protocolli standard? Chi lo sa. «Vedere vincere Salvini ci farebbe male», conclude comunque il cardinale portavoce della maggioranza dei cardinali che vuole il governo giallorosso. E a rigor di logica suonerebbe un po' strano. Perché vi farebbe male? Perché vuole incontrare il Papa? Perché si ispira a valori cristiani? Perché difende la famiglia? Perché «su certi argomenti ha ragione»? No, è chiaro. «Vedere vincere Salvini ci farebbe male perché non possiamo accettare che costringa in mare decine di disperati». Ecco il punto. Ora si potrebbe discutere all'infinito, come stiamo facendo da mesi, se la politica dei porti chiusi davvero «costringe in mare decine di disperati» o se di disperati in mare ce ne fossero di più quando governava l'illuminato (dai cardinali) Pd. I numeri sembrano propendere per la seconda ipotesi. Ma non possiamo pretendere che le alte gerarchie vaticane si calino negli angusti limiti delle umane statistiche. Loro guardano oltre. Però, ecco, ci resta un dubbio: davvero in Vaticano pensano che valga la pena buttare a mare tutti i valori etici su cui la Chiesa si batte da secoli per un cambiamento della politica immigratoria? Per tornare a fare dell'Italia il centro d'accoglienza dell'Europa? Per riversare di nuovo nelle baraccopoli e nelle periferie migliaia e migliaia di sedicenti profughi che bighellonano e delinquono? Possibile? Possibile a tal punto che il Cardinale Senza Volto lo dichiara in modo esplicito. E piuttosto agghiacciante. «Avranno mano libera sulle questioni etiche», però dall'altro lato ci sarà «un modo più umano di affrontare l'emergenza immigrazione». Uno scambio perfetto. Do ut des. La resa totale dell'etica cattolica in cambio del via libera alla linea Bonino. E che questa sia la scelta politica del Vaticano, seppur non ufficiale, sembra evidente. La paginata della Stampa, che segue l'intervista a Bergoglio di qualche giorno fa, viene infatti sostenuta con l'intervento dei pezzi da novanta. Con l'opinione di padre Bartolomeo Sorge, ex direttore di Civiltà Cattolica, che equipara Salvini ai mafiosi («comandano con l'odio, fingendosi religiosi»). E poi con il solito padre Antonio Spadaro (attuale direttore di Civiltà Cattolica): «No al sovranismo, ho visto in pericolo la dignità». E poi che le formule vuote del direttore dell'Osservatore Romano, Andrea Monda, che però ci tiene a mettere la sua firma su questo endorsement. E infine con l'analista politico Francesco Occhetta, che si spinge anche a scegliere il premier della nuova maggioranza giallorossa: Marta Cartabia. Un po' fuori tempo massimo, ma tant'è. L'importante è aprire le porte alla nuova maggioranza che farà infuriare gli italiani, farà a pezzi la famiglia, ridurrà in cenere i principi etici cristiani. Ma manderà a casa l'odiato Salvini. E tanto basta, in Vaticano, per «tirare un sospiro di sollievo». Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Inciucio. Poi si lamentano se le chiese si svuotano.
Giorgia Meloni ad Ancona per la campagna di Acquaroli (Ansa)
«Nessuno in Italia è oggetto di un discorso di odio come la sottoscritta e difficilmente mi posso odiare da sola. L'ultimo è un consigliere comunale di Genova, credo del Pd, che ha detto alla capogruppo di Fdi «Vi abbiamo appeso a testa in giù già una volta». «Calmiamoci, riportiamo il dibattito dove deve stare». Lo ha detto la premier Giorgia Meloni nel comizio di chiusura della campagna elettorale di Francesco Acquaroli ad Ancona. «C'é un business dell'odio» ha affermato Giorgia Meloni. «Riportiamo il dibattito dove deve stare. Per alcuni è difficile, perché non sanno che dire». «Alcuni lo fanno per strategia politica perché sono senza argomenti, altri per tornaconto personale perché c'e' un business dell'odio. Le lezioni di morale da questi qua non me le faccio fare».
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