
Per la Corte le famosissime tre strisce «non hanno carattere distintivo in tutta Europa». La causa è iniziata dopo che un'azienda di scarpe belga si era vista respingere un logo con due bande perché troppo simile a quello del colosso tedesco. Titolo giù del 2,27%.La notizia è di quelle a cui si fatica a credere. Il Tribunale dell'Ue ha confermato la nullità del marchio Adidas perché l'azienda «non ha provato che tale marchio ha acquisito, in tutto il territorio dell'Unione, un carattere distintivo in seguito all'uso che ne era stato fatto», si legge nella sentenza. di cultoTutto è iniziato nel 2014, quando l'ufficio dell'Unione europea per la proprietà intellettuale (Euipo) ha registrato il logo con «tre strisce parallele equidistanti di uguale larghezza, applicate sul prodotto in qualsiasi direzione». Ma nel 2016 ha annullato la decisione accogliendo la domanda dell'impresa belga Shoe branding Europe, ritenendo il marchio «privo di qualsiasi carattere distintivo». Nel 2008 la Shoe branding Europe aveva acquistato Patrick che, essendo stato fondato nel 1892, era il marchio sportivo più antico d'Europa, da sempre contraddistinto da due strisce, una di fianco all'altra, ma con un'angolazione diversa rispetto a quelle di Adidas. La Shoe branding Europe aveva chiesto di poter registrare il logo, ma aveva ricevuto un no perché era troppo simile a quelle di Adidas. Di fronte al rifiuto, era partita subito al contrattacco.Quello che Adidas avrebbe dovuto dimostrare era che le tre strisce, indipendentemente dalla direzione, nel tempo avevano acquisito un carattere distintivo che permetteva ai consumatori di riconoscere subito i suoi prodotti. Le tre strisce, secondo la Corte, invece, sono un comune marchio figurativo e quindi non rilevanti per la registrazione. Come non lo sono le due di Shoe branding Europe. Secondo i giudici, Adidas si è procurata le prove necessarie solo in cinque Paesi dell'Ue su 28. Il colosso tedesco si potrà appellare alla Corte europea di giustizia. «Nonostante questa decisione non ci soddisfi», dicono dall'azienda, «accetteremo le utili linee guida che la corte ci vorrà dare per proteggere il nostro marchio a tre strisce applicato in qualsiasi direzione su qualsiasi nostro prodotto in futuro». Ieri il gruppo ha perso in Borsa il 2,27%%, chiudendo a 267,1 euro.Pare davvero impossibile non riconoscere un marchio noto in tutto il mondo, reso famoso da miti come il velocista Jesse Owens, il pugile Muhammad Ali e calciatori come Lionel Messi, Zinedine Zidane e David Beckham. Il gruppo ha anche collaborato con il rapper Kanye West, che ha disegnato la linea Yeezy, lo stilista Jeremy Scott che ha creato un modello con le ali, e con il cantante Pharrell Williams, che ha lanciato le Superstar, tutte colorate. Sono tantissimi i modelli di culto, fra cui le Gazelle, le scarpe di Jamiroquai, e le Stan Smith. Niente, secondo il Tribunale Ue le tre strisce si perdono nel nulla della loro semplicità. Eppure le origini di Adidas risalgono al 1924, quando Adolf «Adi» Dassler fondò un'azienda calzaturiera con suo fratello Rudolf (che poi diede vita alla Puma). L'idea era quella di creare scarpe per lo sport che potessero offrire il massimo comfort e proteggere dagli infortuni. Fu così che nacquero le prime scarpe per l'atletica con tacchetti indossate da Lina Radke, vincitrice dell'oro negli 800 metri piani alle Olimpiadi del 1928. In quell'occasione apparvero per la prima volta anche le strisce laterali. All'inizio erano solo due e avevano uno scopo puramente funzionale: servivano infatti a mantenere e sostenere la struttura della scarpa. L'avvocato«La sentenza è recentissima. È molto importante e dovrà essere esaminata con attenzione», spiega l'avvocato Iuri Maria Prado, esperto in materia di proprietà industriale e intellettuale, «In breve, il Tribunale ha ritenuto il marchio depositato da Adidas “intrinsecamente" privo di carattere distintivo. Per capirsi: quel certo marchio, relativo a una certa qualificazione grafico cromatica delle tre strisce non sarebbe idoneo a identificare il prodotto per il quale è chiesta la registrazione come proveniente da un'impresa determinata». Ma quel marchio lo conoscono tutti. «Nel procedimento si discuteva in qualche modo anche di questo aspetto: e cioè del fatto che quel certo marchio, in forza dell'uso che ne è stato fatto, avesse o no “acquisito" quel carattere distintivo. E il Tribunale ha ritenuto che quell'acquisizione non ci sia stata, in particolare perché le prove offerte parevano riferirsi in realtà a marchi diversi, sempre in qualche modo relativi alle tre strisce ma non a quello depositato. È la parte più notevole della decisione. Ora la tutela, cioè la protezione del marchio, è stata negata. E si immagina che la controversia proseguirà anche su quei profili ulteriori relativi appunto al “rafforzamento" del marchio nella percezione del pubblico».
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