2019-05-05
Il trasporto locale in Toscana finisce nelle mani di un’azienda francese
Il governatore Enrico Rossi decide di assegnare l'appalto da 3 miliardi, nonostante sia ancora pendente il ricorso del concorrente italiano. Si spacca pure il Pd. Spesso le liberalizzazioni hanno fatto lievitare i costi.In Toscana era una delle gare più appetibili. Quasi 3 miliardi di euro per undici anni, più 190 milioni circa per l'acquisto di nuovi mezzi. Ma il decreto di assegnazione definitiva ad Autolinee Toscane spa, società che fa capo alla francese Ratp (che gestisce anche la metropolitana di Parigi), per il trasporto pubblico su gomma, ha preso tutti in contropiede e ha fatto arrabbiare Mobit, il consorzio delle aziende di trasporto pubblico locale. Braccio di ferroL'ultima parola spetterà al Consiglio di Stato che il 10 ottobre darà il via al procedimento con il quale verrà stabilita la validità della concessione dei servizi Tpl ad Autolinee Toscane spa. Nel frattempo però la Regione Toscana ha spiazzato tutti, assegnando il servizio e scontentando gli imprenditori locali. Sono stati esclusi in un momento difficile per il mercato. Molte aziende sono in difficoltà e la notizia dell'appaltone ai francesi non è stata presa bene. Questi, del resto, sono i potenziali problemi quando si decide di liberalizzare un servizio pubblico: non solo è possibile avvantaggiare i concorrenti stranieri, ma non sempre i prezzi scendono. Secondo uno studio del 2015 della Cgia di Mestre, se si escludono medicinali e telefonia, nei settori che negli ultimi 20 anni sono stati interessati dall'apertura alla concorrenza i prezzi sono aumentati più dell'inflazione: «In molti casi, i settori interessati da questo processo sono passati da un monopolio pubblico che funzionava poco e male a vere e proprie oligarchie di privati che hanno fatto pagare il conto ai consumatori finali». La diatriba va avanti dal 22 luglio 2015, data in cui Mobit scarl e Autolinee Toscane spa presentarono le rispettive offerte economiche. L'affidamento è stato decretato sulla scia di una sentenza della Corte di giustizia europea in linea con l'accordo firmato dalla Regione guidata da Enrico Rossi, Mobit e Autolinee Toscane nel dicembre 2017, in coincidenza con la stipula del contratto che affidava il servizio in via transitoria.L'aggiudicazione provvisoria ad Autolinee Toscana spa era stata già decretata nel marzo del 2016. E proprio in quel momento era cominciata la fase dei ricorsi. Il braccio di ferro giudiziario è stato travagliato. Nel maggio 2017 il Consiglio di Stato aveva annullato la prima aggiudicazione e rimesso alla Corte di giustizia europea alcune questioni interpretative legate alla partecipazione del gruppo francese alla gara.Per la Corte di giustizia europea, la gara effettuata dalla Regione per l'affidamento per ben undici anni, a un unico gestore, del servizio di trasporto pubblico locale si è svolta regolarmente anche nella sua fase finale. E si avvia la fase di passaggio. Anche se a ottobre è prevista l'udienza del Consiglio di Stato sul contenzioso aperto. Fino al 31 dicembre, comunque, il trasporto pubblico locale in Toscana rimarrà all'attuale gestore.A Mobit l'hanno presa davvero male. A commentare è il patron Giuseppe Gori: «Prendiamo atto di una decisione che riteniamo sbagliata e pericolosa contro la quale agiremo in tutti i modi». L'ultima speranza è nel Consiglio di Stato: «Rimaniamo fiduciosi che i giudici del secondo grado sapranno valutare correttamente tutti i temi che gli sono demandati, incluso quello che riteniamo irrisolto del possesso da parte di Autolinee Toscane dei requisiti di partecipazione. Ci limitiamo a ricordare che su questo tema, la Regione aveva utilizzato argomenti che non avevano convinto il Consiglio di Stato».La Corte europea ha evitato di rispondere nel merito riconsegnando alla magistratura amministrativa italiana la decisione definitiva. Ma a sorpresa la Regione Toscana si è avventurata in un'aggiudicazione dalla quale potrebbero nascere ulteriori contenziosi. Passo che ha spaccato il Pd, come dimostrano le critiche del sindaco di Prato Matteo Biffoni e del presidente del Consiglio regionale Eugenio Giani. Nuovi busI sindacati sul contenzioso si girano dall'altra parte, chiedono però «che il rinnovo del parco mezzi non venga interrotto». Molti bus poi sono fermi nei depositi perché non più riparabili. «Il fascino transalpino per la sinistra è evidentemente irresistibile: dopo aver avallato le rivendicazioni d'Oltralpe sulle origini del genio di Leonardo da Vinci, la Regione Toscana forza inspiegabilmente la mano per affidare alla società di proprietà del governo francese Ratp il trasporto pubblico», ha commentato il deputato Giovanni Donzelli di Fratelli d'Italia. Anche per lui è «una scelta incomprensibile che conferma i sintomi di allergia alla tutela dell'interesse nazionale italiano».