2019-06-18
Il Superenalotto finisce in Senato
Ansa
Il Parlamento si muove e si interessa del gioco del Superenalotto. Un recente interrogazione al Senato, a firma principalmente grillina, chiede direttamente al ministro dell'Economia, Giovanni Tria, se «sia conoscenza dell'esito della procedura di selezione e se siano state valutate le eventuali criticità di qualsiasi natura relativamente ai soggetti partecipanti, considerati anche gli intrecci azionari e societari sul piano internazionale dei concorrenti, in relazione al valore strategico e di interesse nazionale della rete di raccolta dei giochi». Dopo una serie di pareri e valutazioni tecniche, per il rinnovo della concessione del concorso a totalizzatore nazionale, che solo nel 2017 ha portato nelle casse dello Stato 1,5 miliardi, il Tesoro ha deciso di proseguire sulla strada della gara. Una scelta in controtendenza rispetto a quella fatta solo un anno e mezzo fa dal precedente esecutivo, che aveva ritenuto più sicuro e conveniente riassegnare il servizio a Lottomatica. Ad alzare i toni della diatribe è stato l'arrivo di un terzo player ceco che si è andato ad aggiungere ai due soliti e storici contendenti: Sisal e Lottomatica. La concessionaria straniera è rappresentata lungo la penisola da Italian gaming holding che a sua volta «è collocata nell'ambito del gruppo societario Emma capital, fondato da Jiri Smeic, e partecipa con il 25%», si legge nell'interrogazione, «dalla società Sazka group. Il restante 75% della Sazka è posseduto dalla Kkcg di Karel Komàrek». Quest'ultimo è considerato da Forbes uno dei più influenti miliardari del mondo e la stampa ceca lo ha definito più volte imperatore del petrolio e del gioco d'azzardo. Tra le controllate della Kkcg figura una società, la Moravia gas storage, detenuta in joint venture al 50% con la russa Gazprom. I senatori firmatari, che vanno da Elio Lannutti a Maria Domenica Castellone , si chiedono se il Mef abbia contezza della scala societaria che porta interessi core italiani al di fuori dei confini e se possano esserci relazioni tra i cechi e un altro player italiano con il rischio di creare un monopolio implicito. Tanto più che il gruppo ceco ha avuto problemi in varie località. «In Austria», ha scritto recentemente un quotidiano nazionale, «dove Sazka, dopo anni di sforzi, è riuscita a salire al 34% di Casinos Austria, colosso da 4 miliardi di fatturato, i cechi non fanno altro che litigare con il socio Novomatic, che con il suo 17% doveva consentirgli di prendere il controllo della società, ma che continua a votargli contro in assemblea. Cosa che fa anche il socio pubblico Obib (33%), impedendogli così di nominare i suoi amministratori e di avere la maggioranza nel board. La vicenda è stata portata davanti ad un arbitrato internazionale». Idem in Grecia e a Cipro.
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Tra i due concorrenti Sisal e Lottomatica, nella gara per l'assegnazione del concorso si inserisce la ceca Sazska, partner di Gazprom. I grillini chiedono al Mef di fare verifiche.Il Parlamento si muove e si interessa del gioco del Superenalotto. Un recente interrogazione al Senato, a firma principalmente grillina, chiede direttamente al ministro dell'Economia, Giovanni Tria, se «sia conoscenza dell'esito della procedura di selezione e se siano state valutate le eventuali criticità di qualsiasi natura relativamente ai soggetti partecipanti, considerati anche gli intrecci azionari e societari sul piano internazionale dei concorrenti, in relazione al valore strategico e di interesse nazionale della rete di raccolta dei giochi». Dopo una serie di pareri e valutazioni tecniche, per il rinnovo della concessione del concorso a totalizzatore nazionale, che solo nel 2017 ha portato nelle casse dello Stato 1,5 miliardi, il Tesoro ha deciso di proseguire sulla strada della gara. Una scelta in controtendenza rispetto a quella fatta solo un anno e mezzo fa dal precedente esecutivo, che aveva ritenuto più sicuro e conveniente riassegnare il servizio a Lottomatica. Ad alzare i toni della diatribe è stato l'arrivo di un terzo player ceco che si è andato ad aggiungere ai due soliti e storici contendenti: Sisal e Lottomatica. La concessionaria straniera è rappresentata lungo la penisola da Italian gaming holding che a sua volta «è collocata nell'ambito del gruppo societario Emma capital, fondato da Jiri Smeic, e partecipa con il 25%», si legge nell'interrogazione, «dalla società Sazka group. Il restante 75% della Sazka è posseduto dalla Kkcg di Karel Komàrek». Quest'ultimo è considerato da Forbes uno dei più influenti miliardari del mondo e la stampa ceca lo ha definito più volte imperatore del petrolio e del gioco d'azzardo. Tra le controllate della Kkcg figura una società, la Moravia gas storage, detenuta in joint venture al 50% con la russa Gazprom. I senatori firmatari, che vanno da Elio Lannutti a Maria Domenica Castellone , si chiedono se il Mef abbia contezza della scala societaria che porta interessi core italiani al di fuori dei confini e se possano esserci relazioni tra i cechi e un altro player italiano con il rischio di creare un monopolio implicito. Tanto più che il gruppo ceco ha avuto problemi in varie località. «In Austria», ha scritto recentemente un quotidiano nazionale, «dove Sazka, dopo anni di sforzi, è riuscita a salire al 34% di Casinos Austria, colosso da 4 miliardi di fatturato, i cechi non fanno altro che litigare con il socio Novomatic, che con il suo 17% doveva consentirgli di prendere il controllo della società, ma che continua a votargli contro in assemblea. Cosa che fa anche il socio pubblico Obib (33%), impedendogli così di nominare i suoi amministratori e di avere la maggioranza nel board. La vicenda è stata portata davanti ad un arbitrato internazionale». Idem in Grecia e a Cipro.
Nella prima mattinata del 28 ottobre 2025 la Guardia di Finanza e la Polizia di Stato hanno eseguito numerose perquisizioni domiciliari in tutta Italia ed effettuato il sequestro preventivo d’urgenza del portale www.voltaiko.com, con contestuale blocco di 95 conti correnti riconducibili all’omonimo gruppo societario.
Si tratta del risultato di una complessa indagine condotta dal Nucleo Operativo Metropolitano della Guardia di Finanza di Bologna e dal Centro Operativo per la Sicurezza Cibernetica per l’Emilia-Romagna, sotto la direzione del Pubblico Ministero Marco Imperato della Procura della Repubblica di Bologna.
Un’azione coordinata che ha visto impegnate in prima linea anche le Sezioni Operative Sicurezza Cibernetica delle varie Regioni e gli altri reparti territoriali della Fiamme Gialle nelle province di Bologna, Rimini, Modena, Milano, Varese, Arezzo, Frosinone, Teramo, Pescara, Ragusa.
L’operazione ha permesso di ricostruire il modus operandi di un gruppo criminale transnazionale con struttura piramidale tipica del «network marketing multi level» dedito ad un numero indeterminato di truffe, perpetrate a danno anche di persone fragili, secondo il cosiddetto schema Ponzi (modello di truffa che promette forti guadagni ai primi investitori, a discapito di nuovi investitori, a loro volta vittime del meccanismo di vendita).
La proposta green di investimenti nel settore delle energie rinnovabili non prevedeva l’installazione di impianti fisici presso le proprie abitazioni, bensì il noleggio di pannelli fotovoltaici collocati in Paesi ad alta produttività energetica, in realtà inesistenti, con allettanti rendimenti mensili o trimestrali in energy point. Le somme investite erano tuttavia vincolate per tre anni, consentendo così di allargare enormemente la leva finanziaria.
Si stima che siano circa 6.000 le persone offese sul territorio nazionale che venivano persuase dai numerosi procacciatori ad investire sul portale, generando un volume di investimenti stimato in circa 80 milioni di euro.
La Procura della Repubblica di Bologna ha disposto in via d’urgenza il sequestro preventivo del portale www.voltaiko.com e di tutti i rapporti finanziari riconducibili alle società coinvolte e agli indagati, da ritenersi innocenti fino a sentenza definitiva.
Nel corso delle perquisizioni è stato possibile rinvenire e sottoporre a sequestro criptovalute, dispositivi elettronici, beni di lusso, lingotti d’oro e documentazione di rilevante interesse investigativo.
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