2023-03-05
Il razzo italiano Vega torna a volare. Parigi subentra al fallimento di Kiev
Il Trattato del Quirinale sblocca Avio, dopo l’esplosione del 2022. Il lancio entro l’anno.La rinnovata cooperazione tra Italia e Francia passa anche attraverso il settore aerospaziale. E prende forma da un nuovo tentativo di lancio (entro la fine di quest’anno) del vettore Vega C, costruito da Avio e Arianegroup. Dopo i mesi difficili tra il premier Giorgia Meloni e il presidente Emmanuel Macron, dovuti anche al fallimento del lancio, nel dicembre scorso, per colpa di una componente in carbonio che la nostra azienda Avio aveva richiesto in Ucraina, la visita in Italia del ministro dell’Economia francese, Bruno Le Maire, sembra aver riportato le lancette ai tempi della firma del Trattato del Quirinale. Si ricomincia da capo, insomma. In una nota congiunta con il ministro delle imprese e del made in Italy, Adolfo Urso («Diciassette punti per una strategia industriale dell’Unione europea»), viene ricordata anche la cooperazione nel settore dello spazio. «A testimonianza di ciò», si legge nella nota, «la Francia e l’industria francese renderanno disponibile la capacità industriale necessaria nel breve periodo per assicurare un pronto ritorno al volo di Vega C e lavoreranno assieme all’Italia per assicurare un utilizzo sostenibile di Vega C». Il vettore è di sicuro all’avanguardia, ma i ritardi e i fallimenti dei tre lanci hanno fatto perdere terreno all’Europa a vantaggio di americani e cinesi. L’intesa spaziale tra Italia e Francia arriva proprio nei giorni in cui una commissione d’inchiesta indipendente ha comunicato le sue conclusioni sull’incidente del 20 dicembre del 2022, quando Arianespace aveva annunciato la perdita della missione Vega C Vc22 dopo il suo lancio alle 22.47 nella Guyana francese. La missione trasportava i satelliti Pléiades Neo 5 e 6, per osservazione della Terra per conto di Airbus Defence and space. I motori di Vega C sono costruiti da Avio, che in questi mesi ha lavorato con i suoi ingegneri per capire cosa fosse successo i 20 dicembre. Le prime indagini, condotte subito dopo il lancio con i dati di volo disponibili, hanno confermato che i sottosistemi del lanciatore avevano reagito agli eventi come previsto, ma che la causa del guasto era stata dovuta a un progressivo deterioramento dell’ugello del motore Zefiro 40. Nello specifico, la commissione ha confermato che la causa è stata un’inaspettata erosione termomeccanica di una componente in carbonio dell’ugello che Avio aveva acquistato in Ucraina, dalla società Youjnoye. Altre indagini hanno portato alla conclusione che il problema sarebbe stato proprio materiale scelto dagli ucraini, che non è denso in maniera uniforme e che soprattutto non era stato verificato perché non contemplato nei test previsti per assicurarsi la qualità. Da mesi in Francia criticano la scelta di Avio di essersi rivolta agli ucraini, anche perché sarebbe stata dovuta solo a una mera esigenza di riduzione dei costi delle materie prime, prima dell’invasione della Russia. La commissione ha comunque concluso che questo specifico materiale non può più essere utilizzato per il volo. Al contrario, non è stato riscontrato alcun problema nel design del motore Zefiro 40. Avio sta implementando da subito una soluzione alternativa per l’ugello di Zefiro 40 con un altro materiale, questa volta prodotto dai francesi di Ariane Group (che hanno accettato di cooperare), già in uso per gli ugelli Zefiro 23 e Zefiro 9 di Vega. Una task force guidata dall’agenzia spaziale europea e Arianespace ha iniziato il percorso a tappe tracciato dalla commissione: si prevedono test e analisi aggiuntivi al fine di garantire la solidità della qualificazione del nuovo materiale, come l’attuazione di «una serie di azioni volte a garantire una produzione di lanciatori affidabile e sostenibile a lungo termine». La data di lancio prevista è la fine del 2023.