2022-11-06
Il popolo chiede sicurezza, Biden gli dà aborto
I sondaggi danno i democratici in affanno in vista del voto di midterm. Colpa anche dello scollamento dagli elettori: fra i cittadini cresce il timore per omicidi e aggressioni, mentre i dem inseguono solo temi ideologici. Prevista a breve la ricandidatura di Donald Trump.Mentre il voto di midterm del prossimo 8 novembre si avvicina, i dem appaiono sempre più in affanno. Un recente sondaggio del think tank progressista Data for Progress dà i repubblicani avanti di quattro punti: un dato in linea con altre rilevazioni condotte dalla Cnn e dalla Quinnipiac University. D’altronde c’è poco da stupirsi. Sempre più fissati con l’aborto, i democratici si ritrovano vulnerabili sulle questioni che stanno principalmente a cuore a gran parte dell’elettorato: inflazione, immigrazione clandestina e sicurezza. Sì, proprio la sicurezza. Se ne parla poco in Italia, ma, a ben vedere, questo tema è considerato centrale da molti cittadini statunitensi. Un sondaggio di Morning Consult di ottobre ha rilevato che il 62% degli americani considera l’ordine pubblico un aspetto prioritario per il voto di martedì prossimo. Tra l’altro, secondo la stessa rilevazione, solo il 31% degli elettori risulta convinto che per l’amministrazione Biden la lotta al crimine costituisca realmente un dossier urgente. Un altro sondaggio Ipsos di ottobre ha rilevato che gli americani tendono a considerare i repubblicani più affidabili nel contrasto al crimine violento rispetto ai dem (39% a 30%). A metà del mese scorso, The Hill riferiva che «il tasso di omicidi è aumentato nel 2020, secondo le statistiche federali sulla criminalità, sia nelle città a guida repubblicana sia in quelle a guida dem. Le stime delle statistiche sulla criminalità nazionale di Ah Datalytics e del Council on Criminal Justice rilevano che i tassi di omicidi sono leggermente diminuiti negli ultimi due anni, ma sono ancora molto alti rispetto a prima della pandemia di Covid-19». Tuttavia, proseguiva la testata, «le analisi rilevano che altre tipologie di reato, come furti e rapine, sono in aumento». Certo, è pur vero che l’Fbi ha annunciato una lieve diminuzione del crimine violento nel 2021. Tuttavia, come sottolineato dal sito Axios un mese fa, «quasi il 40% delle forze dell’ordine a livello nazionale, inclusi il dipartimento di polizia di New York City e il dipartimento di polizia di Los Angeles, non ha denunciato i propri dati sui crimini del 2021 all’Fbi». Una mancanza di informazioni che non consente quindi di avere una situazione effettivamente chiara. A rendere il quadro ancor peggiore per i dem sta un recentissimo report del think tank conservatore Heritage Foundation, secondo cui, al 30 giugno scorso, le prime tre città con il più alto numero di omicidi risultano Chicago (con 304 casi), Philadelphia (con 240) e New York (con 197): si tratta di tutti grandi centri urbani amministrati da sindaci del Partito democratico. Non solo: buona parte delle prime 30 città con il più alto tasso di omicidi risulta a guida dem (si pensi solo a Baltimora, Birmingham, Washington, Cleveland, New Orleans, St. Louis, Milwaukee, Minneapolis, Richmond, Dallas, Los Angeles, Oakland e San Francisco). Secondo il rapporto della Heritage Foundation, 14 delle 30 città suddette hanno procuratori distrettuali sostenuti dal magnate George Soros (o comunque considerati a lui vicini). È per esempio il caso della procuratrice di Chicago, Kim Foxx, che ricevette dal miliardario due milioni di dollari per la sua rielezione nel 2020. Un altro caso è quello del procuratore di Philadelphia, Larry Krasner, che ha ottenuto da lui 1,3 milioni di dollari. D’altronde, secondo il Daily Mail, il magnate avrebbe speso circa 40 milioni per sostenere le campagne di 75 procuratori distrettuali progressisti nel corso degli ultimi dieci anni. In tutto questo, stando a Cnbc, Soros, nell’attuale tornata elettorale, avrebbe versato 128 milioni, gran parte dei quali sarebbe andato al super Pac Democracy II (che sostiene, neanche a dirlo, candidati del Partito democratico). «Nelle 14 città con procuratori sostenuti da Soros, ci sono stati 1.752 omicidi, che rappresentano il 68% degli omicidi nelle 30 principali città col più alto numero di omicidi negli Stati Uniti», si legge nel report della Heritage Foundation. Non va tra l’altro trascurato che, in alcuni casi, sono stati gli stessi sindaci dem a non apprezzare il lassismo dei procuratori distrettuali legati a Soros. Negli ultimi anni, si sono per esempio registrate delle tensioni su questo fronte tra la stessa Foxx e il sindaco di Chicago, la democratica Lori Lightfoot. Già dai tempi della campagna elettorale per le presidenziali del 2020, Donald Trump aveva rispolverato lo slogan «law and order» di nixoniana memoria. Un Trump che vede molti suoi candidati essere estremamente competitivi nell’ambito di queste midterm (in Pennsylvania, Ohio e Nevada per esempio). E che, secondo Axios, avrebbe intenzione di annunciare una nuova discesa in campo per la Casa Bianca il prossimo 14 novembre (una data che però non sarebbe stata ancora definitivamente fissata). Va da sé che l’ex presidente punta a intestarsi il merito di un’eventuale (e non certo improbabile) vittoria repubblicana martedì prossimo: è quasi certo che l’elefantino riconquisterà la Camera dei rappresentanti, conservando al contempo buone chance di riprendersi anche il Senato. In tutto questo, il fatto che immigrazione clandestina e ordine pubblico figurino tra i principali temi dell’attuale campagna elettorale fa indirettamente gioco a un Trump, che ha sempre considerato tali dossier i propri cavalli di battaglia. È quindi in tal senso che il vessillo «law and order» potrebbe rappresentare la strada principale per un ritorno in campo dell’ex presidente.