2025-03-06
Il piano Ue per l’auto non molla il green e corre verso il muro della guida autonoma
Stop alle multe sulla CO2 ma resta il divieto ai motori termici Pochi fondi e un’irrealistica spinta alle macchine connesse.La soluzione alla crisi dell’auto passa, secondo Bruxelles, attraverso una rincorsa della Cina e degli Stati Uniti nel settore dei veicoli a guida autonoma e nello sviluppo di una competitiva industria delle batterie. Il commissario europeo ai Trasporti, Apostolos Tzitzikostas, ieri ha presentato il piano di azione dell’automotive, di cui in parte erano stati anticipati i contenuti. Un piano fumoso nelle prospettive con tanti annunci, pochi soldi, poca sostanza e con alta dose di burocrazia normativa in arrivo. È stato confermato il blocco delle sanzioni per la violazione degli standard di emissioni di CO2 introdotti a gennaio. Le case automobilistiche avranno tre anni per mettersi in regola. Un lasso di tempo nel quale però ci dovrebbe essere un’accelerazione nella vendita di auto elettriche che ancora non si vede e non è chiaro in base a cosa il trend dovrebbe cambiare. Tzitzikostas ha spiegato che «la Commissione proporrà un emendamento mirato al regolamento sulle norme di CO2. Se adottato, consentirebbe ai produttori di auto di soddisfare i propri obiettivi di conformità calcolando la media delle loro prestazioni su un periodo di tre anni che va dal 2025 al 2027, consentendo loro di compensare eventuali carenze in uno o due anni con risultati in eccesso negli altri anni, mantenendo al contempo l’ambizione generale sugli obiettivi del 2025». Come possa avvenire questo scatto in avanti non lo dice. Ribadisce però, qualora qualcuno si fosse messo strane idee in testa, che «resta il traguardo fissato al 2035 con lo stop ai nuovi veicoli a motore endotermico, valutando anche altre tecnologie» per rilanciare il comparto. In un comunicato, la Commissione parla genericamente di «incentivi per passare a veicoli a emissioni zero». Dice che «collaborerà attivamente con gli Stati membri per ottimizzare questi sistemi di incentivi per i consumatori». Una formula molto vaga che lascerebbe intendere per la Ue una doppia veste: finanziatore e ruolo di coordinamento-supervisione. Tutto molto vago.Punto chiave del rilancio dell’auto sarà, secondo Bruxelles, l’innovazione. Il che si traduce nell’ambizione, velleitaria, di far concorrenza agli Stati Uniti e alla Cina sul fronte dei veicoli a guida autonoma (il modello è quello della Tesla) e delle batterie, dimenticando che l’Europa è indietro di decenni sulle tecnologie. Una rincorsa destinata a fallire. Ecco quello che ha detto Tzitzikostas: «Il primo grande cambiamento è l’innovazione: c’è bisogno di più ricerca e sviluppo, dobbiamo riprenderci la leadership nel settore dei veicoli automatici e connessi. Nessun Paese oggi ha un programma completo per l’utilizzo di tali veicoli ma la Cina e gli Usa sono più avanti perché effettuano già test su strada». Tra le misure previste da Bruxelles ci sarà un’alleanza europea dedicata ai veicoli connessi e autonomi che riunirà gli stakeholder e dovrebbe aiutare a sviluppare il software condiviso e l’hardware digitale necessari per dare vita a questa tecnologia. Per sostenere la filiera e la produzione interna di batterie, saranno stanziati 1,8 miliardi di euro in due anni. Saranno incentivati accordi di libero scambio e partnership vantaggiose per l’economia dell’Unione, così come le iniziative di leasing sociale e gli incentivi all’acquisto per spingere la domanda di vetture elettriche e facilitare l’implementazione delle reti di ricarica. Il presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, ha ribadito il concetto che «è necessario smarcarsi dalla dipendenza dall’estero e fare leva sulle competenze e sulla produzione a livello europeo. Voglio vedere la nostra industria automobilistica europea spiccare il volo. Promuoveremo la produzione nazionale per evitare dipendenze strategiche, in particolare per la produzione di batterie. Ci atterremo ai nostri obiettivi sulle emissioni concordati, ma con un approccio pragmatico e flessibile». Un programma ambizioso per i quali non si intravedono grandi fondi. Oltre a 1,8 miliardi per spingere l’industria delle batterie, altri soldi, «circa un miliardo di euro sostenuti dal programma Orizzonte Europa nel periodo 2025-2027», andrebbero per lo sviluppo della guida automatizzata. Non parliamo di cifre importanti se paragonate agli investimenti attuati finora dalla Cina o negli Usa. Non poteva mancare poi l’introduzione di una dose di burocrazia con l’avvio delle nuove norme sull’etichettatura ambientale: dal 2026 le auto dovranno riportare informazioni trasparenti sulla provenienza dei materiali e sulla CO2 generata nella produzione. Nel piano della Commissione c’è anche un accenno al rischio occupazionale legato alla fine delle auto endotermiche. L'esecutivo europeo propone collaborazione «con le parti sociali e gli Stati membri per aumentare i finanziamenti del Fondo sociale europeo plus (Fse+), sostenendo i lavoratori che desiderano riqualificarsi e cercare nuove opportunità di lavoro». Un pannicello caldo per una crisi epocale che già sta impattando in modo duro sull’occupazione.
Jose Mourinho (Getty Images)