2020-12-06
Il piano di D’Alema: lo schema Ursula per tenere Giuseppi a Palazzo Chigi
L'ex premier riunisce la sinistra e pontifica: « Serve un campo democratico largo».«Questa crisi è antropologica, epocale, mette in campo la necessità di beni comuni globali. Anche il sovranismo risponde al bisogno della politica, di dare risposte a chi chiede protezione. Quindi o noi siamo all'altezza della sfida o la destra tornerà a vincere». Così l'ex premier Massimo D'Alema partecipando a “Il cantiere della sinistra", l'evento organizzato dalla Fondazione Italianieuropei, di cui è presidente. «L'idea, che è stata nostra, che si vince al centro, corrispondeva a una società diversa: oggi c'è una radicalizzazione sociale di quello che era il centro. Di fronte alla regressione nazionalista serve un campo democratico largo, come quello che ha votato a favore la nuova presidente della Commissione. Ma quel campo è più debole se non c'è dentro la sinistra. Tutti noi abbiamo ritenuto che l'ambizione maggioritaria potesse essere interpretata da un appannamento delle nostre identità. Il risultato è stato che non siamo in grado di dare una forza politica rappresentativa nemmeno al 30% che avrebbe bisogno di una grande forza della sinistra, organizzata, coesa, ovviamente non autosufficiente. La lotteria delle primarie non funziona nella nostra società. Si finisce per degenerare in un partito sommatoria di comitati elettorali». Invece per D'Alema serve un nuovo partito federato esattamente come quello che in Europa ha permesso la vittoria di Ursula von der Leyen. La ricetta è stata distribuita ai partecipanti del webinar. Da Matteo Renzi fino a Dario Franceschini, passando per Nicola Zingaretti e il veltroniano Goffredo Bettini. A fare da padre nobile dell'assise virtuale c'era pure Giuliano Amato, classe 1938. Assenti ma convitati di pietra i rappresentanti dei 5 stelle e di Forza Italia. I due elementi politici su cui in queste settimane la sinistra sta esercitando fortissimo pressing. In taluni casi in accordo e in altri invece in disaccordo. Il caso degli azzurri su cui muovono sia Bettini che Renzi. Un conto è la medesima confederazione, un altro gli ambiti di pertinenza e di potere. Il motivo dell'incontro di ieri sebbene offuscato dai temi sui massimi sistemi dell'anti destra. «La sirena populista dell'odio si è rivelata inefficace davanti all'emergenza Covid, l'antieuropeismo non è la soluzione. Dobbiamo ritornare a un fondamento della nostra costituzione come l'articolo 3, ossia rimuovere gli ostacoli che si frappongono alla realizzazione dell'individuo», ha concluso D'Alema. Un pensiero che lo accomuna al leader di Italia viva. «Il punto non è popolo contro élite, ma populismo contro politica», ha detto Renzi. «O noi scommettiamo sulla politica oppure il populismo tornerà a vincere perché quel modello non appartiene solo alla destra». Sulle risorse del Mes grimaldello per il futuro governissimo, ha aggiunto Renzi, serve una grande battaglia che «va affrontata fino in fondo, perché bisogna investire di più e quei soldi servono». Il futuro della sinistra italiana sembra assieme ai 5 stelle, «un'alleanza nata per contrastare la destra e destinata a durare», come ribadito da Dario Franceschini, ministro per i Beni culturali. «Non solo abbiamo fermato la destra, ma abbiamo fatto di più perché questa alleanza è inesorabile se vogliamo continuare a governare. Bisogna solo decidere se fare l'alleanza prima o dopo elezioni», ha concluso Franceschini. Un interessante webinar, almeno per chi ha avuto la forza di seguirlo fino in fondo, perché porta allo scoperto la mission di chi comanda veramente dentro il Pd e i suoi partiti satelliti. I contenuti sembrano solo il mezzo per raggiungere l'obiettivo.
«Roast in peace» (Amazon Prime Video)
Dal 9 ottobre Michela Giraud porta in scena un esperimento di satira collettiva: un gioco di parole, sarcasmo e leggerezza che rinnova la tradizione del roast con uno stile tutto italiano.