2022-12-17
Il Pd querela la realtà: «parte lesa» è l’Italia
Enrico Letta (Imagoeconomica)
Al posto di chiedere scusa, Enrico Letta convoca la Commissione di garanzia del partito, «affinché gli esponenti coinvolti siano più liberi». «Agiremo nelle sedi giudiziarie», dice il segretario. Che vuol far passare i dem per vittime e mettere la stampa sul banco degli imputati.Boom! C’è una svolta nello scandalo delle tangenti incassate da una serie di europarlamentari per «abbellire» l’immagine di Qatar e Marocco: il Pd si ritiene parte lesa. Sì, avete letto bene. Lo ha annunciato il segretario Enrico Letta, il quale ha pregato la Commissione nazionale di garanzia del Partito democratico di riunirsi con la massima urgenza. La sconvolgente notizia è contenuta in una nota dell’ufficio stampa di Largo del Nazareno, con tanto di spiegazione della necessità di organizzare con la massima sollecitudine l’appuntamento. «Ciò al fine di assumere le determinazioni più opportune, a garanzia dell’onorabilità della comunità dei democratici e delle democratiche e a tutela degli stessi esponenti chiamati in causa, affinché siano più liberi di esporre le proprie ragioni e fornire i chiarimenti che saranno richiesti dalle autorità inquirenti».Naturalmente noi ci rallegriamo che il segretario del Pd abbia finalmente ritrovato la parola e sia intervenuto su una vicenda dai contorni inquietanti. Comprendiamo la sorpresa di trovarsi davanti funzionari che se ne vanno in giro con valigie piene di banconote e onorevoli che custodiscono in casa sacchi di soldi. La sorpresa fa brutti scherzi e a volte provoca un’improvvisa afasia, che pare essere quanto successo a Letta. Tuttavia, non si capisce che cosa possa fare la Commissione di garanzia del Pd per tutelare gli esponenti del partito chiamati in causa dai magistrati, salvo sospenderli, cioè salvo non fare nulla. Il segretario nel comunicato dice che onorevoli e dirigenti coinvolti, così saranno più liberi di esporre le proprie ragioni e di fornire i chiarimenti richiesti dai magistrati. Premesso che alcune delle persone coinvolte non sono libere, per il semplice fatto che l’autorità giudiziaria ha disposto per loro un soggiorno obbligato dietro le sbarre, e dunque è certo che se anche Letta convocherà urgentemente la Commissione di garanzia, questa non potrà ascoltare gli esponenti chiamati in causa. Poi c’è da dire che per fornire i chiarimenti richiesti dagli inquirenti non serve parlare con i funzionari del partito, ma con quelli della Procura. Sono i pm a cui devono rivolgersi gli esponenti chiamati in causa, non gli organi del Pd. Però, la parte più curiosa del comunicato del segretario pro tempore (dal 26 settembre Letta ha gettato la spugna, ma a oggi le correnti non si sono ancora messe d’accordo su chi lo debba sostituire) è quella finale, laddove annuncia che il Partito democratico conferma di essere parte lesa in questa vicenda e agirà conseguentemente in tutte le sedi giudiziarie. Con chi è incazzato nero (copyright Roberto Speranza) il tenero Enrichetto? Con Antonio Panzeri, l’onorevole che ha percorso tutta la carriera dentro il Pci per poi approdare al Pds, quindi ai Ds, infine al Pd, lasciandolo però di recente per arruolarsi in Articolo Uno? Vuole citarlo in giudizio per le vacanze da 100.000 euro con famiglia al seguito? Oppure per i 600.000 euro in contanti che custodiva sotto il letto? O, ancora, per i numerosi contatti con 007 di Paesi poco democratici? Forse è incavolato con Francesco Giorgi, l’assistente parlamentare cresciuto nelle file del Pd milanese e arricchito nei corridoi del Parlamento europeo? Oppure ce l’ha con Andrea Cozzolino, l’europarlamentare che, oltre a scrivere mail accorate per evitare che il Qatar finisse nella lista nera dei Paesi che non rispettano i diritti umani, si faceva fotografare in compagnia di Panzeri e dell’ambasciatore del Marocco? Il buon senso porterebbe a credere che il segretario con la valigia sia furibondo con tutti e tre e per questo minacci di adire le vie legali. Per denaro o per ingenuità, tutti i succitati esponenti della sinistra unita sono finiti nel mirino della magistratura belga: alcuni arrestati, altri (non c’è solo Cozzolino) solo sfiorati dall’inchiesta. Eppure, contro il comune senso del pudore che dovrebbe indurci a pensare che Letta sia inferocito con chi lo ha messo nei guai, abbiamo la sensazione che il Nipotissimo agiti le sue minacce di querela contro di noi. Sì, Enrichetto sembra intenzionato più a perseguire la stampa che si occupa dello scandalo che chi si è messo in tasca centinaia di migliaia di euro fingendo di difendere i diritti umani. Anche sulla questione della parte lesa c’è poi da ridire. A noi sembra che la parte lesa sia costituita dagli italiani, di cui si è danneggiata la reputazione all’estero, e dagli oppositori ai regimi di Africa e Medio Oriente, i quali sono passati per le armi mentre qualcuno passa alla cassa. Purtroppo, dopo la batosta elettorale che lo ha costretto alle dimissioni, si ha la sensazione che Letta sia partito per la tangente e non si renda conto che è il suo partito a dover chiedere scusa, non le vittime.
Lo stabilimento Stellantis di Melfi (Imagoeconomica)
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