2019-10-31
«Il Pd lasci perdere la magistratura e affronti la Lega nella battaglia politica»
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Il Tar di Cagliari respinge i ricorsi del centrosinistra che voleva annullare l'elezione di 8 consiglieri del Carroccio per vizi procedurali nella presentazione delle liste. Michele Pais, presidente del consiglio regionale: «La magistratura dovrebbe essere lasciata fuori da questioni non giudiziarie». Il consigliere Dario Giagoni: «Alle opposizioni ricordo che le battaglie si vincono con la lotta politica, non nelle aule di tribunale». Ci sono voluti quasi nove mesi, ma il nuovo consiglio regionale della regione Sardegna, votato a febbraio, ha ora una sentenza del Tar di Cagliari che ne stabilisce la validità, nonostante la pioggia di ricorsi che si sono susseguiti in questi mesi. La vicenda è di per sé complessa, si inserisce nei gangli della burocrazia italiana, ma svela anche un disinvolto uso della magistratura per tentare di delegittimare gli avversari politici. La vicenda parte durante delle elezioni in Sardegna di quest'anno. E riguarda la presentazione della liste elettorali della Lega di Matteo Salvini. Il Pd, ma anche altri partiti, contestano il modo in cui sono stati stilate le liste. Presentano così ricorso, sostenendo che ci sarebbero stati vizi formali da parte dei leghisti. Parte così l'iter burocatico, contro un partito che ha appoggiato la candidatura del governatore Christian Solinas, conquistando 81.421 voti con l'11,4%. C'è chi ne è certo. La sentenza dei giudici potrebbe portare il Carroccio fuori dal Palazzo di via Roma, imponendo la sostituzione di ben otto consiglieri regionali, tra cui anche il presidente del Consiglio, Michele Pais. «Ma noi abbiamo creduto sempre nella giustizia – spiega Pais alla Verità -. Questa prima sentenza certifica che era tutto regolare. Dispiace che il Partito democratico abbia voluto approfittare della giustizia per delegittimare il voto popolare. La magistratura non dovrebbe essere mai sfruttata per queste cose». Della stessa opinione anche il consigliere Dario Giagoni che spiega come il Pd «abbia cercato di invertire la volontà popolare, cancellando quasi 90.000 voti di cittadini sardi che credevano nel cambiamento. Mi domando cosa sarebbe successo se il Tar non avesse dato ragione. Un merito va agli avvocati della Lega che ci hanno seguito. Alle opposizioni ricordo che le battaglie si vincono con la lotta politica, non nelle aule di tribunale». La vicenda verteva sia sull'accoglimento della lista della Lega alle elezioni, sia su chi aveva definito le liste elettorali. Per i ricorrenti contro i consiglieri del Carroccio non erano state espletate tutte procedure burocratiche e inoltre le candidature non sarebbero state decise dal leader Matteo Salvini ma da altri delegati, non legittimati. Entrambi i punti sono stati ribaltati dalla difesa. ll Tar ha respinto quindi i ricorsi presentati dagli avvocati di presentati dagli avvocati di Luca Pizzuto, Pietro Cocco e Andrea Tunis, secondo i quali nella presentazione delle liste del Carroccio erano state commesse delle irregolarità. I legali della Lega, Federico Freni e Evaristo Maria Fabrizio, quindi l'hanno spuntata. «Apprendo con nostra grande soddisfazione che il Tar ha smontato il teorema dei ricorrenti, relativo al presunto ed indimostrato difetto di poteri in capo all'amministratore del partito, onorevole Giulio Centemero. Ancora una volta abbiamo potuto dimostrare la piena, assoluta ed indiscussa legittimità dell'operato del partito», spiega Freni a La Verità.
Iil presidente di Confindustria Energia Guido Brusco
Alla Conferenza annuale della federazione, il presidente Guido Brusco sollecita regole chiare e tempi certi per sbloccare investimenti strategici. Stop alla burocrazia, realismo sulla decarbonizzazione e dialogo con il sindacato.
Visione, investimenti e alleanze per rendere l’energia il motore dello sviluppo italiano. È questo il messaggio lanciato da Confindustria Energia in occasione della Terza Conferenza annuale, svoltasi a Roma l’8 ottobre. Il presidente Guido Brusco ha aperto i lavori sottolineando la complessità del contesto internazionale: «Il sistema energetico italiano ed europeo affronta una fase di straordinaria complessità. L’autonomia strategica non è più un concetto astratto ma una priorità concreta».
La transizione energetica, ha proseguito Brusco, deve essere affrontata con «realismo e coerenza», evitando approcci ideologici che rischiano di danneggiare la competitività industriale. Decarbonizzazione, dunque, ma attraverso strumenti efficaci e con il contributo di tutte le tecnologie disponibili: dal gas all’idrogeno, dai biocarburanti al nucleare di nuova generazione, dalle rinnovabili alla cattura e stoccaggio della CO2.
Uno dei nodi principali resta quello delle autorizzazioni, considerate un vero freno alla competitività. I dati del Servizio Studi della Camera dei Deputati parlano chiaro: nel primo semestre del 2025, la durata media di una Valutazione di Impatto Ambientale è stata di circa mille giorni; per ottenere un Provvedimento Autorizzatorio Unico ne servono oltre milleduecento. Tempi incompatibili con la velocità richiesta dalla transizione.
«Non chiediamo scorciatoie — ha precisato Brusco — ma certezza del diritto e responsabilità nelle decisioni. Il Paese deve premiare chi investe in innovazione e sostenibilità, non ostacolarlo con inefficienze che non possiamo più permetterci».
Per superare la frammentazione normativa, Confindustria Energia propone una legge quadro sull’energia, fondata sui principi di neutralità tecnologica e sociale. Uno strumento che consenta una pianificazione stabile e flessibile, in linea con l’evoluzione tecnologica e con il coinvolgimento delle comunità. Una recente ricerca del Censis evidenzia infatti come la dimensione sociale sia cruciale: i cittadini sono disposti a modificare i propri comportamenti, ma servono trasparenza e dialogo.
Altro capitolo centrale è quello delle competenze. «Non ci sarà transizione energetica senza una transizione delle competenze», ha ricordato Brusco, rilanciando la necessità di investire nella formazione e nel rafforzamento della collaborazione tra imprese, università e scuole.
Il presidente ha infine ringraziato il sindacato per il rinnovo del contratto collettivo nazionale del settore energia e petrolio, definendolo un esempio di confronto «serio, trasparente e orientato al futuro». Un modello, ha concluso, «basato sul dialogo e sulla corresponsabilità, capace di conciliare la valorizzazione del lavoro con la competitività delle imprese».
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