2020-10-28
Il Pd gioca la carta governo ombra per commissariare l’avvocato
Andrea Marcucci propone un «comitato di salute pubblica». Mentre Matteo Renzi alza la cresta contro il premier: «Noi non siamo yes man». Crolla il tabù della sostituzione di Conte, che rosica: «I distinguo mi sorprendono».«Non appena la pandemia ci darà un attimo di tregua, si porrà il tema del cambio del premier e dell'allargamento della maggioranza. Se Lega e Fdi ci staranno, nascerà un esecutivo di unità nazionale. In caso contrario, almeno il 70% dei parlamentari di Forza Italia hanno già garantito il loro sostegno». Parole e musica di un big della maggioranza giallorossa: il tabù della sostituzione in corsa di Giuseppe Conte è crollato. La situazione è degenerata, le ultime scomposte mosse del premier ciuffato, come ieri ha anticipato La Verità, hanno aperto la strada al cambio di premiership. Opinionisti e commentatori che lo idolatravano, ora ne criticano ogni mossa. I sondaggi sono in caduta libera. I partiti della maggioranza non lo sopportano più. I tempi della sostituzione? Non appena sarà possibile svolgere le consultazioni al Quirinale, impensabili in un momento come questo, e quando i mercati internazionali avranno la certezza di una crisi lampo, quindi con un nuovo governo già pronto. Due gli scenari. Il primo, un governo di unità nazionale; il secondo, un governo giallorosso ma con un altro premier, magari Dario Franceschini o una figura tecnica come Marta Cartabia, ex presidente della Corte costituzionale. Nella Lega, fanno discutere le dichiarazioni di Giancarlo Giogetti contenute nell'ultimo libro di Bruno Vespa: «A mio giudizio», dice Giorgetti, «dovremmo votare nel 2022 dopo aver rieletto Mattarella, con l'intesa che possa presto riallineare il Parlamento all'ultimo referendum costituzionale». «Giorgetti da tempo è favorevole a un governo di unità nazionale», sussurrano nel Pd. Ma i vertici del partito di Matteo Salvini frenano: «La Lega», dicono alla Verità fonti del Carroccio, «non pensa a governi di unità nazionale, dopo questo governo ci sono le elezioni. Per Mattarella c'è grande stima ma per ora la presidenza della Repubblica non è un tema all'ordine del giorno. La Lega è concentrata ad affrontare l'emergenza economica ed evitare l'emergenza ospedaliera». Giorgia Meloni si tira fuori: «Noi non entriamo», dicono ambienti di Fratelli d'Italia alla Verità, «se gli altri lo vogliono fare, facciano». La crisi è aperta, anzi apertissima. «È un appello urgente a tutti i partiti», afferma con toni drammatici il capogruppo del Pd al Senato, Andrea Marcucci, «a tutti i gruppi parlamentari. Siamo in una situazione di emergenza del Paese, si abbandonino gli istinti alla rivolta, e le provocazioni. Il governo faccia la prima mossa e costituisca un comitato di salute pubblica, condividendo le informazioni e le decisioni, serve un luogo vero di unità nazionale. Le opposizioni facciano un passo indietro: ci sono momenti, in cui viene prima il Paese». Marcucci di fatto propone un governo ombra di unità nazionale, con dentro maggioranza e opposizione, che commissari Conte. Nel governo, la sensazione è che gli aiuti previsti dal decreto Ristori non placheranno i tumulti. «Condivido la proposta di Andrea Marcucci», afferma il senatore del Pd Gianni Pittella, «di un comitato di salute pubblica. È in gioco il futuro del Paese».La proposta di Marcucci viene raccolta da Forza Italia: «Dal Pd», dice il capogruppo al Senato, Anna Maria Bernini, «arrivano segnali di fumo per la nascita di un comitato di salute pubblica in cui si condividano le decisioni. È una linea di cui Forza Italia, attraverso i ripetuti e inascoltati appelli del presidente Berlusconi, è stata la prima fautrice. Non sono le opposizioni a dover fare un passo indietro», aggiunge la Bernini, «è il governo che dovrebbe fare un passo avanti uscendo dal bunker». Torna ad attaccare il premier e il Pd (che ieri aveva criticato i suoi rilievi agli ultimi provvedimenti) anche Matteo Renzi, che chiede modifiche al dpcm: «Siamo in maggioranza», argomenta Renzi, «ma non siamo mai stati e mai saremo yes man. Prima ci insultano, poi ci ignorano, poi ci danno ragione senza ammetterlo. I decreti vanno adottati su base scientifica», aggiunge il leader di Italia viva, «non su emozioni passeggere». «Ho ribadito», chiarisce alla Stampa il ministro delle Politiche agricole, Teresa Bellanova, «che la chiusura dei ristoranti alle 18 fosse sbagliata, come peraltro indicavano le Regioni, e così quella di palestre, cinema, teatri. Lo stesso Cts aveva avanzato dubbi sull'utilità della chiusura anticipata. Chi ha fatto sforzi e investimenti per mettersi in regola non deve sentirsi tradito. E le scuole devono restare aperte».«Per varare questo dpcm», replica Conte riferendosi a Renzi, «abbiamo iniziato a riunirci come capidelegazione di tutte le forze politiche, e c'era anche Italia viva. Dalle 6 del mattino all'una di notte siamo stati sempre insieme, coinvolgendo ministri competenti e Regioni. Abbiamo incontrato i capigruppo di maggioranza e opposizione. All'una di notte abbiamo raggiunto l'accordo. Non è il momento di operare distinguo», sottolinea Conte, «prefigurando cosa piace o non piace all'opinione pubblica. Dobbiamo mettere il Paese in sicurezza. Altri distinguo del giorno dopo, francamente mi sorprendono. Incontrerò i capigruppo: bisogna essere sempre aperti al confronto e non ritenerci infallibili. Il dpcm è quello», tiene duro Conte, «dobbiamo riportare la curva sotto controllo. È facile fare da contrappunto, ma è più difficile proporre misure alternative. Quella sera, la notte del dpcm, proposte alternative utili a riportare giù la curva del contagio non ce ne sono state».