2022-07-31
Il Pd blinda Di Maio a Modena. Calenda tiene in ansia i dem e Renzi rimugina la vendetta
Enrico Letta e Luigi Di Maio (Ansa)
Da «mai con» a «mi candido con il partito di Bibbiano e a due passi da quel paese» E fa alleanza con Bruno Tabacci. Il leader di Azione decide oggi, mentre il senatore di Iv...Alla fine dirà di sì perché 12 seggi blindati non si trovano sotto l’ombrellone. E poi Mara Carfagna e Mariastella Gelmini sono arrivate con la promessa del posto fisso. Al più tardi domani Carlo Calenda scioglierà la riserva e consumerà il matrimonio con Enrico Letta, esattamente come fece alle amministrative di Roma, schierandosi con Roberto Gualtieri un minuto dopo la fine del primo scrutinio. L’uomo dei valori occidentali è stato convinto ancora una volta dalle poltrone piddine garantite dall’ingresso nella Babele rossa. Al Nazareno ne ha strappate altre 8, ma quelle i suoi candidati dovranno sudarsele strada per strada contro gli elettori della sinistra-sinistra che detestano il liberismo un tanto al chilo del rigassificatore dei Parioli.Formidabile Accozzaglia La Formidabile Accozzaglia prende forma ed è più corpulenta dei vecchi dinosauri prodiani. Va da Emma Bonino a Nicola Fratoianni, da Lorenzo Guerini a Roberto Speranza, dalle ex madame forziste al Verde europeo Angelo Bonelli che mette subito le carte in tavola: «Contrasteremo Azione nel merito ma non frammenteremo il fronte antisovranista». Al suo buon cuore, anche perché andando solo con Sinistra italiana (alleanza Cocomero, fuori verde dentro rossa) non avrebbe mezza possibilità di superare lo sbarramento del 3%. Il meno convinto dal blob democratico è proprio Calenda, per questo ha tenuto sulla corda il Pd per una settimana facendo imbufalire la triade postmarxista Andrea Orlando, Peppe Provenzano, Francesco Boccia, praticamente gli orfani di Giuseppe Conte. Il leader di Azione sa di non avere alcun credito nell’elettorato di sinistra e teme di perdere percentuali al centro; la stessa Fondazione Einaudi che supporta il partito mostra scetticismo. Ma il potere è una calamita, soprattutto se può essere mascherato da un evocativo réfrain: «Evitare che l’Italia finisca nelle mani di sovranisti e populisti». Per convincerlo a chiudere l’accordo con Letta sarebbe intervenuto da Bruxelles anche Paolo Gentiloni. Da domani Azione, portabandiera dell’Agenda Draghi, avrà il simbolo affiancato a quello di Sinistra italiana che per 55 volte ha votato contro il governo Draghi. E questa è coerenza.la babele rossa Calenda dovrà dar prova di avere uno stomaco di ferro anche per un altro motivo. Mentre sfoglia la margherita, Luigi Di Maio ha stretto l’accordo con Bruno Tabacci: correrà sotto le insegne del Centro democratico senza dover raccogliere firme per Insieme per il Futuro. Ed è destinato a entrare nella stessa Babele che ospita tutti gli altri. Da voci inside c’è la conferma che potrebbe essere inserito in una lista bloccata a Modena, praticamente vicino a Bibbiano. Lui che gridava da Facebook: «Mai con il partito di Bibbiano». La nemesi fa più ridere di Ricky Gervais. Lo stesso Calenda continua a ripetere «Di Maio chi?» ma prima o poi sarà costretto a condividere sorrisi con il campione del populismo fattosi tardo-democristiano.La parola d’ordine piddina è: imbarcare tutti tranne Matteo Renzi. Nonostante la supplica di Gennaro Migliore («Vanno bene gli occhi di tigre di Letta, ma al Pd consiglio di avere gli occhi di lince e guardare lontano»), il senatore di Scandicci rimane fuori. Anche per volere di colonnelli come Dario Franceschini e Nicola Zingaretti, divisi su tutto ma uniti nella certezza che «Italia viva porta meno voti di quanti non ne faccia perdere». Così l’ex segretario riformista corre da solo sperando di dragare voti ai centristi traditi da Calenda. E prepara una sorpresa: sarebbe intenzionato a candidarsi a Pisa, la città di Letta, contro il postcomunista Fratoianni, titolare dell’unico seggio per Sinistra italiana. E contro il segretario piddino se dovesse decidere di spostarsi da Siena. gli sgambetti di renziNel frattempo, comincia a marcare la differenza fra il suo programma e la marmellata della Formidabile Accozzaglia. «Nel Pd sono tutti a favore del Reddito di cittadinanza, noi continueremo a combattere contro questa misura», spiega a Radio 24. «Noi siamo per il Jobs act e non per il Reddito di cittadinanza, noi siamo per l’industria 4.0 e non per i banchi a rotelle. Sarò sempre contro Matteo Salvini e Giorgia Meloni ma non posso sconfiggerli evocando il pericolo fascista per non continuare a fare gli errori commessi dalla sinistra negli ultimi 30 anni. Su questi temi, se ci votano, bene. Se pensano invece di voler votare quelli simpatici, che li votino. In tanti chiedono il voto di pancia, io chiedo il voto di testa».Con lo spirito combattivo (e vendicativo) che lo contraddistingue, Renzi studia come muovere le pedine per i duelli elettorali. «Venderemo cara la pelle centimetro su centimetro, ci basta il 3%. E se Letta perde le elezioni, il giorno dopo la sinistra dovrà aprire una riflessione», avrebbe spiegato ai suoi secondo AdnKronos. Il puzzle delle liste è in via di definizione. Detto della sua scelta personale, a pedinare Di Maio come un segugio nel collegio onirico sarà l’economista Luigi Marattin. «Altro che fascismo-antifascismo, la partita si giocherà sull’asse competenza-superficialità». Uno scontro fra titani.
«The Iris Affair» (Sky Atlantic)
La nuova serie The Iris Affair, in onda su Sky Atlantic, intreccia azione e riflessione sul potere dell’Intelligenza Artificiale. Niamh Algar interpreta Iris Nixon, una programmatrice in fuga dopo aver scoperto i pericoli nascosti del suo stesso lavoro.