2020-10-31
Il Papa ha un problema: confonde i fedeli
Le interpretazioni delle frasi di Francesco sugli omosessuali hanno portato molto turbamento nel popolo. Che non sa più come conciliare le sue novità con la dottrina di sempre. In un momento in cui anche il culto è umiliato dalle messe vietate e poi igienizzate.Dopo le recenti esternazioni di Jorge Mario Bergoglio in materia di unioni omosessuali si è tornati a pronunciare spesso, anche da parte di esponenti della Chiesa, la parola «diritto». Ci sarebbe un diritto degli omosessuali a vedere tutelata legalmente la loro unione, ci sarebbe un loro diritto ad avere figli, ci sarebbe un diritto a formare una famiglia. La Chiesa (a volte a proposito, a volte a sproposito) si occupa spesso dei diritti delle persone, ma sembra trascurare quelli che, in fondo, sono i diritti che più dovrebbero starle a cuore: il diritto che Dio ha di ricevere il culto nelle forme dovute e il diritto che i fedeli hanno di essere guidati in modo coerente dai pastori, in linea con la dottrina di sempre.liturgia svilitaCirca i diritti di Dio, vediamo quanto lo spettacolo sia degradante. Se già prima del Covid la liturgia era spesso oltraggiata e ridotta a happening, ora, in tempi di pandemia, abbiamo avuto prima le messe vietate e poi le messe igienizzate, con una serie di conseguenze (divieto di ricevere Gesù eucaristia sulla bocca, divieto di inginocchiarsi) che hanno ancor più svilito l'azione liturgica e dimenticato del tutto il diritto divino.Circa i diritti dei fedeli, le continue giravolte e l'ambiguità ormai manifesta del magistero di Bergoglio fanno tutto tranne che confermare i fratelli nella fede. Almeno da Amoris laetitia in poi, passando per la Laudato si', la Dichiarazione di Abu Dhabi, il Sinodo amazzonico, la Pachamama e adesso l'enciclica Fratelli tutti (solo per ricordare le tappe salienti), i fedeli sono stati sottoposti a una continua destabilizzazione, che li lascia sconcertati, disorientati, dubbiosi e anche tristi.Il Papa che ama tanto le periferie dovrebbe andare nelle parrocchie e ascoltare un po' la gente. Dopo le frasi contenute nel film Francesco sugli omosessuali, sono moltissimi i fedeli che, ormai completamente confusi, si chiedono: ma dobbiamo davvero seguire il Pontefice lungo questa strada? E così era stato con l'Amoris laetitia in materia di comunione ai divorziati risposati, così con la Laudato si' in materia di rapporto tra uomo e ambiente, così con Abu Dhabi circa la volontà divina e le diversità tra le religioni, così con il culto tributato in Vaticano all'idolo chiamato Pachamama, così con l'idea di fraternità contenuta in Fratelli tutti, più vicina a quella della massoneria e dell'Onu che a quella cristiana. Da molto, troppo tempo ormai Pietro non conferma i fratelli nella fede, ma conferma i lontani nel loro errore (ricevendone in cambio l'applauso) e confonde i fratelli, lasciandoli in balia dello sconcerto e del turbamento.teologia traballanteE pensare che Bergoglio, a parole, prende tanto spesso le difese del popolo e dice che in esso c'è addirittura una teologia. E allora? Perché non fa che sconcertarlo e confonderlo?Nel Codice di diritto canonico è scritto che «i fedeli hanno il diritto di ricevere dai sacri pastori gli aiuti derivanti dai beni spirituali della Chiesa, soprattutto dalla parola di Dio e dai sacramenti». E che «i fedeli, consapevoli della propria responsabilità, sono tenuti a osservare con cristiana obbedienza ciò che i sacri pastori, in quanto rappresentano Cristo, dichiarano come maestri della fede o dispongono come capi della Chiesa».Già, ma se i maestri della fede parlano in modo ambiguo, o dicono cose palesemente in contrasto con la fede che ci è stata trasmessa da generazioni, come si deve comportare il fedele? Fin dove può arrivate l'obbligo di obbedienza? Come pretendere che un fedele possa obbedire a ciò che è palesemente contrario alla fede cattolica e alla retta dottrina?anticorpi spiritualiIl Codice, in un altro canone, stabilisce che «i fedeli sono liberi di manifestare ai pastori della Chiesa le proprie necessità, soprattutto spirituali, e i propri desideri» e che «in modo proporzionato alla scienza, alla competenza e al prestigio di cui godono, essi hanno il diritto, e anzi talvolta anche il dovere, di manifestare ai sacri pastori il loro pensiero su ciò che riguarda il bene della Chiesa; e di renderlo noto agli altri fedeli, salva restando l'integrità della fede e dei costumi e il rispetto verso i pastori, tenendo inoltre presente l'utilità comune e la dignità delle persone». Ma la maggior parte dei fedeli non ha una preparazione specifica e comunque si sente in imbarazzo quando si tratta di manifestare il proprio turbamento.Faccio riferimento al Codice non per ridurre il tutto a una faccenda di norme, ma per sottolineare che la Chiesa si è sempre posta il problema.Alle prese, come siamo, con questa pandemia, e quindi già sbandati e in difficoltà per tanti motivi, sarebbe assai caritatevole da parte dei pastori ricordarsi dei diritti di Dio (Deus non irridetur!) e dei diritti dei fratelli a essere confermati in quella fede che, sola, può fornire gli anticorpi che più contano: quelli spirituali.