2023-07-23
Il nuovo Fisco elimina le sanzioni per chi sbaglia ma è in buona fede
Emendamenti della maggioranza alla legge delega: il contribuente che si affida a un intermediario e commette degli errori non può essere multato, stop alle conseguenze penali per chi collabora.Stop alle sanzioni amministrative per chi sbaglia le dichiarazioni fiscali in buona fede. L’emendamento presentato dalla maggioranza, al testo delle delega fiscale in Senato, prevede infatti l’esclusione delle sanzioni amministrative tributarie per tutti quei contribuenti che pagano le tasse avvalendosi di un professionista qualificato dei sistemi integrati di rilevazione, misurazione, gestione e controllo del rischio fiscale, che di fatto va a certificare l’operato del proprio cliente. Saranno invece applicate le sanzioni per i casi «di violazioni fiscali caratterizzate da dolo o colpa grave, tali da pregiudicare il reciproco affidamento tra l’Amministrazione finanziaria e il contribuente», precisa l’emendamento. In pratica, nel caso in cui si dovesse presentare una dichiarazione, certificata da un commercialista, che successivamente l’Agenzia delle entrate dovesse trovare essere sbagliata o inesatta in qualche sua parte, al contribuente non saranno applicate le sanzioni amministrative, dato che l’errore si presuppone sia stato fatto in buona fede e non con l’intento di voler evadere il fisco. Emendamento che va nella direzione di voler cercare di migliorare i rapporti tra l’Amministrazione finanziaria e i contribuenti, in chiave di una maggiore collaborazione e fiducia reciproca. L’obiettivo del governo, con questa delega fiscale, è infatti proprio quello di operare un cambio di paradigma facendo in modo che il contribuente non sia sempre guardato dall’Agenzia delle entrate come un probabile evasore fiscale. Sulla stessa scia la maggioranza vorrebbe che in delega fiscale si aggiungesse una riduzione di almeno tre anni, dei termini di decadenza per l’attività di accertamento (attualmente sono cinque), nei confronti di tutti quei contribuenti che hanno presentato le proprie dichiarazioni fiscali, certificate da un professionista qualificato dei sistemi integrati di rilevazione, misurazione, gestione e controllo del rischio fiscale, sulle quali l’Agenzia delle entrate ha riscontrato delle incongruenze. Restando sul tema del fisco amico la maggioranza ha presentato altri tre emendamenti, che cercano di ristabilire fiducia nella relazione tra contribuenti e Amministrazione finanziari. Nel primo viene chiesta l’esclusione delle sanzioni penali tributarie, con particolare riguardo a quelle connesse al reato di dichiarazione infedele, per tutti quei contribuenti che hanno aderito al regime dell’adempimento collaborativo e che «hanno tenuto comportamenti collaborativi e comunicato preventivamente ed esaurientemente l'esistenza dei relativi rischi fiscali», precisa il testo. Nel secondo viene chiesto all’Amministrazione finanziaria di valutare la portata degli elementi probatori raccolti prima di emettere un avviso di accertamento. Nel terzo emendamento, infine, si punta ad una riduzione del debito per tutti quei contribuenti che hanno una passività fiscale che dura da più di 15 anni e non hanno mai avuto riduzioni o sconti di nessun genere. In questo caso, se il contribuente per tutto il tempo è stato in regola con i pagamenti della rateizzazione, al compimento del quindicesimo anno, si vorrebbe introdurre una riduzione del debito. Inoltre, c’è anche la volontà di voler consentire un generale accesso ad eventuali meccanismi di definizione agevolata per tutti i debiti, fiscali e contributivi a prescindere se siano o meno affidati agli agenti della riscossione. Un rinnovato rapporto con il fisco passa anche attraverso sanzioni ragionevoli. Proprio per questo è stato depositato un emendamento che vuole razionalizzare il sistema introducendo maggiore proporzione tra l’ammontare della sanzione e la gravità della violazione commessa, rideterminando le pene applicabili a tutte le violazioni di carattere formale. Emendamenti sono poi stati presentati anche per cercare di semplificare i rapporti tra imprese e pubblica amministrazione, per quanto riguarda i pagamenti. In questo caso l’obiettivo è accelerare le procedure relative ai rimborsi, ampliando il ricorso all'istituto della compensazione, per tutte quelle attività che forniscono beni o servizi alla Pa. Sull’Iva si vuole aggiungere una razionalizzazione della disciplina sui servizi di teleriscaldamento e l’esenzione dell’imposta sulle prestazioni di chirurgia estetica che sono volte a curare malattie o problemi di salute. Infine, per rendere il fisco più semplice e comprensibile si punta ad una maggiore digitalizzazione e ad un linguaggio più comprensibile. Nel primo caso gli emendamenti della maggioranza vogliono dare la possibilità ai contribuenti di pagare i tributi, anche quelli locali, usando il Rid o il Web (senza l’adozione di software di compilazione e invio). Sul rendere il fisco più comprensivo l’obiettivo è invece quello di aggiornare e semplificare il linguaggio, evitando richiami normativi non indispensabili e assicurando che ciascuna disposizione normativa sia semanticamente chiara e concettualmente autosufficiente.
Antonella Bundu (Imagoeconomica)
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