2020-02-16
Il Movimento sfila contro i vitalizi per fingere di non essere cambiato
Il M5s manifesta per levare i privilegi alla Casta anche se ora ne fa parte. Ed esulta per una partecipazione che non è paragonabile a quella degli inizi. Luigi Di Maio difende Alfonso Bonafede. Ancora insulti alla «Iena» Roma.Per quello che doveva essere un gol a porta vuota, cioè un grido contro i vitalizi comprensibilmente detestati dalla stragrande maggioranza degli italiani, i grillini - asfaltati dai sondaggi e dalle ultime prove elettorali - hanno scelto la piazza più piccola tra tutte quelle delle manifestazioni politiche a Roma: non l'immenso spazio del Circo Massimo, non quell'enorme piazza San Giovanni che strapparono alla sinistra nel 2013 (con 200.000 persone a sentire Beppe Grillo), non la grande piazza del Popolo. Nulla di tutto ciò: ma solo la piccola, lunga ma strettissima, piazza Santi Apostoli, adeguatamente ridimensionata dal palco, e riempita con militanti scesi da 90 pullman arrivati da tutta Italia. Risultato? A occhio, 4.000 o 5.000 persone, ben schiacciate a beneficio di fotografi e telecamere.Per tutta la manifestazione, più ancora dell'urlo-hashtag #MaiPiùVitalizi, si è sentito negli interventi un sottofondo di malessere, di consapevolezza del vicolo cieco in cui il Movimento si trova. Malessere a cui i dirigenti più noti hanno cercato di opporre una specie di training autogeno. Tra i volti più noti, Riccardo Fraccaro: «Ma quant'è bello il Movimento 5 stelle, al di là di come lo descrivono. Non ce n'è per nessuno. Ne abbiamo da vendere di energia per ottenere quello che vogliamo, e poi per difenderlo». A seguire, il ministro del Lavoro, Nunzia Catalfo: «Ogni giorno ci dicono perché il reddito di cittadinanza non va bene. Ma il reddito ha fatto crescere il cosiddetto Pil». Testuale: «Il cosiddetto Pil». Dopo di lei, l'intervento più atteso, quello di Luigi Di Maio, capo politico appena dimessosi. Vestitino scuro, camicia bianca, senza cravatta, il ministro degli Esteri parte con una spiegazione un po' romanzata sulla bandiera italiana: «Vorrei che tutti voi guardaste la bandiera che sventola… Voi siete quella bandiera. Non so quanti di voi conoscano il significato di quei colori. Il primo verde significava la natura, la natura dei diritti naturali, eguaglianza e libertà. Il bianco rappresenta la fede, credere nella verità, l'impegno preso. Il rosso è l'amore per il nostro Paese». Il titolare della Farnesina canta con la piccola folla una strofa dell'inno, e poi torna a un classico del repertorio grillino: «Vogliamo uno Stato in cui gli onesti vanno avanti e i furbi vengono puniti». E infine il passaggio politico più significativo, la difesa piena dell'amico Guardasigilli, Alfonso Bonafede, nel mirino dopo i pasticci sulla prescrizione: «Dopo tanti opportunisti abbiamo un ministro della Giustizia tutto d'un pezzo e noi lo dobbiamo difendere. E dobbiamo difendere le sue riforme, come quella sulla prescrizione, che dice una cosa sola: non esistono scorciatoie». Introdotto proprio da Di Maio, anche Bonafede si è unito al training autogeno: «Dobbiamo combattere alcune resistenze al cambiamento, non cedendo mai alle provocazioni. Quando porti avanti il cambiamento, è normale che ci siano resistenze forti. Ma incontro tanti che mi dicono: “Non mollare"». Penultimo intervento, quello della reginetta della piazza, Paola Taverna, vicepresidente del Senato, tornata ai suoi standard ruspanti e a un romanesco da battaglia: «Nun ce stanno cittadini de serie A e de serie B… Ogni vorta c'attaccano pe' facce sentì inadeguati… Pe' dacce la sensazione che nun te lo meritavi, che eri diverso… Eh nooo! Er diritto è nostroooo». Ovazione della piccola folla, e la Taverna non si tiene più: «Guardate 'sta piazza… Ditece se ce semo o nooo… Cinquant'anni de politica che c'ha distrutto nun se cambiano in due anni». Fino al gran finale: «Ce dicevano: “Siete morti, siete in agonia…". No, semo perfetti. I risultati se cominciano a vedé, e il resto se deve ancora vedé. Ciao mamma, quanti attacchi ingiusti…». Dopo questo momento cult, le conclusioni di Vito Crimi, il nuovo reggente. Chiama sul palco accanto a sé Sara e David: «Direte: ma chi sono? Sono quelli che hanno lanciato questa manifestazione in Rete. L'esempio del riscatto e della rinascita: il ruolo degli iscritti, dei cittadini». A seguire, il fervorino per fare coraggio ai militanti. «Il nostro orgoglio, siamo un movimento di cittadini per ripetere le cose più basiche: equità, giustizia, solidarietà». E ancora: «Qualcuno ci ha dato per finiti. Ma non aveva fatto i conti con voi, con i cittadini. Quello che abbiamo fatto non si tocca, dal reddito di cittadinanza alla Spazzacorrotti, e nessuno deve mettere becco sulla prescrizione». Conclusione: «Siamo moderati nei toni, non nell'anima». E il grido finale : «Onestà, onestà». Va detto che sempre ieri, Crimi, ospite di Maria Latella su SkyTg24, ha fatto sapere: «Non ci sono alternative al Conte bis». Da segnalare, in piazza, gli insulti contro l'inviato delle Iene Filippo Roma, aggredito verbalmente e poi allontanato: «Servo, vai dai tuoi padroni». Fuori dalla piazza, invece, il messaggio su Facebook, un po' alla Manuel Fantoni del celebre film di Carlo Verdone, di Alessandro Di Battista dall'Iran, che fa sapere di essere con il cuore accanto ai militanti: «Sono arrivato in treno a Khorramshahr da Teheran», scrive dalla località che si trova «lungo il fiume Arvand (Shatt al Arab in arabo), che segna il confine con l'Iraq. Viaggiare con i mezzi pubblici è il primo modo per provare a capire un Paese». Dibba non lo sa, ma è quello che pensano ogni giorno i romani aspettando i bus che non arrivano del sindaco grillino, Virginia Raggi.
Giorgia Meloni al Forum della Guardia Costiera (Ansa)
«Il lavoro della Guardia Costiera consiste anche nel combattere le molteplici forme di illegalità in campo marittimo, a partire da quelle che si ramificano su base internazionale e si stanno caratterizzando come fenomeni globali. Uno di questi è il traffico di migranti, attività criminale tra le più redditizie al mondo che rapporti Onu certificano aver eguagliato per volume di affari il traffico di droga dopo aver superato il traffico di armi. Una intollerabile forma moderna di schiavitù che nel 2024 ha condotto alla morte oltre 9000 persone sulle rotte migratorie e il governo intende combattere. Di fronte a questo fenomeno possiamo rassegnarci o agire, e noi abbiamo scelto di agire e serve il coraggio di trovare insieme soluzioni innovative». Ha dichiarato la Presidente del Consiglio dei Ministri Giorgia Meloni durante l'intervento al Forum della Guardia Costiera 2025 al centro congresso la Nuvola a Roma.
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