2019-11-17
Antonio Martino: «Il Mes è l’ultima follia di un’Ue sbagliata»
Parla l'ex ministro di Silvio Berlusconi: «Il Fondo salvastati è frutto di politiche demenziali, favorirà un ritorno alla finanza allegra. Conte non ne riferisce in Parlamento? Quest'assenza di trasparenza è pericolosa e antidemocratica, i cittadini devono sapere».«È l'ennesima follia europea». Quando sente parlare di Fondo salvastati, Antonio Martino affila i termini e dismette il proverbiale velluto dell'eloquio. Economista, studioso della Costituzione, due volte ministro nei governi Berlusconi, il professore messinese è l'ideale per farci comprendere il perimetro nel quale si sta preparando l'ultimo provvedimento shock di Bruxelles, quello che anche l'ex governatore di Bankitalia, Ignazio Visco, ha definito una trappola. Del nuovo salvastati si sa poco; solo che dragherà altro denaro italiano (fino a qui abbiamo versato 60 miliardi) e che potrebbe essere varato sulle nostre teste nel 2020. Il premier Giuseppe Conte non avverte il bisogno di enunciarne i capisaldi e neppure di rendere note le trattative fra sherpa europei. Ma il fatto che anche Giampaolo Galli (Pd), economista prodiano, l'abbia battezzato «calamità immensa», agita trasversalmente i sonni degli esperti.Professor Martino, è in arrivo un'altra mazzata tipo bail-in?«È l'ennesima manifestazione della follia di un'Europa che si è indirizzata verso decisioni sbagliate. Dopo il Fiscal compact e il Quantitative easing, ecco un'altra assurdità. E lo sostiene un europeista di prima mano, figlio fra l'altro di un signore che l'Europa ha contribuito a realizzarla davvero: mio padre Gaetano Martino».Da cosa deriva il suo scetticismo verso un salvastati con procedure automatiche per la stabilizzazione dei rischi sui debiti sovrani?«Premesso che esiste il concreto pericolo che il semplice annuncio della sua introduzione per scongiurare i default inneschi una tempesta per timore di un default, sono contrario nel merito. Negli Stati Uniti da due secoli c'è un governo federale e la parola spread è inglese: perché non se ne parla mai a Washington? Perché laggiù ogni Stato è libero di adottare la politica tributaria che preferisce. Il Texas non ha l'imposizione sul reddito, altri sì. Ci sono Stati con tassi di interesse alto e altri con tassi bassi, a seconda del deficit».E questo che significa?«Significa che se lo Stato con una finanza allegra fallisce, a nessuno viene in mente che un altro debba comprargli i titoli. Semplicemente fallisce. Non è scritto da nessuna parte che se l'Italia non riesce a vendere sul mercato i suoi titoli di Stato glieli debba comprare la Germania. Queste politiche sono demenziali. Finiremo con il versare altre decine di miliardi altrimenti destinati alla crescita, senza la certezza di poterne beneficiare un domani».Che effetti avrebbe un simile provvedimento?«Se venisse introdotto, gli Stati sarebbero rassicurati rispetto al disavanzo in eccesso, che sarebbe totalmente assorbito dal fondo. Da questo deriverebbe un disincentivo ad essere virtuosi e un incentivo al ritorno alla finanza allegra».Mi passi la battuta: ma allora lei è euroscettico.«Guardi, dare dell'euroscettico di questi tempi non è una critica ma un complimento. Nella storia i danni più grandi li hanno provocati i dogmatici, non gli scettici. Adolf Hitler, Josip Stalin, Pol Pot non erano scettici ma graniticamente dogmatici».Qui c'è anche un problema di trasparenza. Il premier Conte non ne parla, in Parlamento ne sanno poco o niente. Dal punto di vista costituzionale è accettabile che tutto ciò stia arrivando circondato da una coltre di silenzio?«La mia laurea in giustisprudenza risale al 1964, non sono un profondo esperto. Ma ritengo che sia antidemocratico e pericoloso che non se ne sia parlato, che il tema non venga portato a conoscenza dei cittadini. Questo è un tradimento della democrazia, è un comportamento anticostituzionale. Non dimentichiamoci che, fino a prova contraria, la sovranità appartiene ancora al popolo».Il mantra del pareggio di bilancio è giusto?«È una regola fondamentale e condivisa, queste iniziative sono il contrario rispetto all'Europa immaginata dai padri fondatori. Dovremmo saperlo perché anche nel plasmare la Costituzione italiana due protagonisti come Ezio Vanoni e Luigi Einaudi - il primo democristiano favorevole alla programmazione, il secondo liberale e liberista - concordarono sull'importanza del pareggio di bilancio. Articolo 81, ultimo comma. Ma gli euroburocrati di oggi non hanno memoria storica e passano da una follia all'altra».Si può ancora fermare il salvastati 2.0 che sta arrivando in silenzio come il famigerato bail in?«Sono pessimista, anche se esserlo ti fa soffrire due volte: quando prevedi una calamità e quando si realizza. Ma non vedo nessun popolo sovrano in grado di fermare questa macchina impazzita. È uno dei motivi della Brexit».Per favore ci spieghi.«Se fossi un inglese sarei indignato nel sapere che politici non eletti in Inghilterra debbano decidere senza interpellarmi sui destini economici inglesi. Così si perde sovranità».Perché a Bruxelles continuano a non capirlo?«Le rispondo con una metafora. Benedetto XV diceva che la prova delle radici divine della Chiesa era nel fatto che il clero non era ancora riuscito a distruggerla. Cristo promise l'immortalità della Chiesa, ma nessuno ha mai promesso l'immortalità dell'Europa».
Manifestazione a Roma di Ultima Generazione (Ansa)