2023-07-28
Il grande abbaglio del fotovoltaico. Miliardi buttati per restare a secco
Dall’inizio del secolo, il mondo impegna un trilione di dollari l’anno nella tecnologia solare e in quella eolica. Nel 2022 la domanda di energia è cresciuta, ma le rinnovabili hanno coperto solo l’85% di questo incremento.La politica energetica della Ue poggia su alcune grandi illusioni. Una di queste è che il nostro fabbisogno energetico possa essere soddisfatto senza ricorrere a petrolio, carbone e gas. Impossibile. Anzi dirò di più: è un suicidio anche solo ridurre il contributo dalle fonti fossili senza alcuna programmazione di sostituirle con fonti altrettanto valide.Guardiamo i fatti. Da almeno 15 anni il mondo impegna denaro pubblico nelle tecnologie eolica e fotovoltaica, con circa 1 trilione di dollari l’anno ma, rispetto al 2021, mentre la domanda d’energia elettrica nel 2022 cresceva di oltre il 2%, solo l’85% di questo incremento è stato soddisfatto da eolico e fotovoltaico. Insomma, trilioni di dollari dei contribuenti in tecnologie con lo scopo dichiarato di voler ridurre, fino ad azzerare, l’uso del carbonio, ma che non hanno soddisfatto neanche l’incremento del fabbisogno e senza che sia stato evitato l’uso di neanche un atomo di carbonio. Non un dannato, singolo atomo. Di una cosa non mi capacito: come sia mai possibile che, al cospetto di questi fatti, chi ci governa sia ancora lì a governarci. Verrebbe da prenderli a pedate: a due a due, finché non diventano dispari. Per comprendere la vita miserabile che stanno prospettando ai nostri figli, bisogna guardare la curva di produzione del petrolio, di cui già scrivevo alcuni giorni fa (curva di Hubbert). E, visto che la prospettiva dichiarata è l’azzeramento dei combustibili fossili entro il 2050, la curva che si trova nel grafico qui in alto è del petrolio, ma potrebbe parimenti essere quella dei combustibili fossili, il cui uso, iniziato a metà del diciannovesimo secolo, sarebbe azzerato a metà del ventunesimo. La curva di Hubbert l’ho rappresentata nel contesto di 4000 anni, in modo che sia evidente il suo essere il segno caratteristico di questa nostra civiltà, la civiltà dei combustibili fossili. Essa è il marchio con cui i posteri ci identificheranno, esattamente come noi identifichiamo con le piramidi, l’Acropoli di Atene, il Colosseo e il castello, le civiltà egizia, greca, romana e medievale.Guardiamola attentamente, questa figura: dentro la curva a campana c’è la fonte energetica che ha alimentato il mondo per appena 200 anni. Quale fonte ha alimentato l’umanità nelle migliaia di anni a sinistra della curva? Il Sole. Al 100%. Sotto forma di legna da ardere e forza muscolare di animali e uomini. Cioè, in quest’ultimo caso, schiavi. Il bottino delle guerre di una volta erano gli schiavi, cosicché anche quelle di una volta erano guerre, spesso, per l’accaparramento delle risorse energetiche. Tutte le civiltà del mondo antico conobbero la schiavitù: in quelle greca e romana gli schiavi erano tra il 30 e l’80% della popolazione. Ma la schiavitù non è il tabù di 2000 anni fa: nel 1812, le condizioni di un buon 90% della popolazione della Russia erano quelle di servi della gleba e negli Usa del 1860 v’erano quattro milioni di schiavi su 30 milioni d’abitanti. L’affrancamento dalla schiavitù occorse grazie all’invenzione delle macchine termiche, alimentate dai combustibili fossili. Dobbiamo ringraziare Dio per essere nati sotto la curva di Hubbert, giacché alla sinistra di essa, quando l’energia che alimentava il mondo era 100% energia dal Sole, la vita era miserabile. Sotto la curva di Hubbert, l’energia solare ha contribuito per meno del 9%. In definitiva, l’energia solare è l’energia del passato.I Verdi del «Sole-che-ride» vorrebbero farci credere che quelli a destra della curva di Hubbert saranno gli anni del ritorno dell’energia dal Sole grazie a eolico e fotovoltaico. Ma sono illusioni: gli impianti eolici e fotovoltaici erogano sì energia, ma non garantiscono potenza (anzi, peggio: garantiscono potenza pari a zero quando il vento non soffia o il Sole non brilla). La loro funzione, pertanto, è una sola: quando stanno erogando energia (e quando quell’energia viene effettivamente utilizzata), essi consentono di risparmiare combustibili fossili per la produzione di energia elettrica.Emergono, ora, due punti cruciali. Il primo punto è che i combustibili fossili non servono solo a produrre energia elettrica (che è la sola cosa che fanno gli impianti eolici e fotovoltaici), ma servono anche ad altro. Il petrolio serve per produrre derivati per migliaia di prodotti che la nostra civiltà usa (carburante anche per decine di migliaia di aerei e navi, lubrificanti, plastiche, etc.). Il gas naturale serve per produrre carburante per l’autotrazione e fertilizzanti per l’agricoltura. Il carbone serve nelle fornaci per la produzione dell’acciaio.Il secondo punto è che, a destra della curva di Hubbert, non ci sono combustibili fossili da risparmiare, cosicché quegli impianti alternativi - la cui unica funzione, abbiamo detto, è di evitare di bruciare combustibili fossili per produrre elettricità - non avranno alcuna funzione e saranno obsoleti.Ma guardiamo ancora la figura: a sinistra della curva, dalla notte dei tempi fino a 200 anni fa, la Terra è stata popolata da meno di 1 miliardo di abitanti. Nei 200 anni sotto la curva, siamo diventati 8 miliardi. Il ritorno, a destra della curva, in uno stato simile a quello alla sinistra di essa, comporterà inevitabilmente la morte di 7 miliardi di noi, con buona parte del restante miliardo ridotto alla schiavitù. E questo perché l’impresa eolica e fotovoltaica è destinata a fallire.Potrebbe quell’impresa non fallire? No, perché ha già provato essere un fallimento in Germania, che è il Paese che più di tutti vi ha impegnato risorse economiche: a fronte di un consumo elettrico tedesco pari al 2% di quello del mondo, il 7% della capacità eolica e fotovoltaica mondiale è in Germania, ed è pari a 135 gigawatt, ugualmente divisi tra le due tecnologie. Ma eolico e fotovoltaico contribuiscono solo al 30% (20% da eolico e 10% da fotovoltaico) del fabbisogno elettrico tedesco che è di 67 gigawatt. Insomma, i 135 gigawatt alternativi tedeschi hanno prodotto appena 21 gigawatt elettrici (14 da eolico e 7 da fotovoltaico). Lo sforzo economico sostenuto possiamo tranquillamente stimarlo superiore a 210 miliardi di euro, di cui 70 per l’eolico e 140 per il fotovoltaico. Il fallimento di entrambi è eclatante, quello del fotovoltaico faraonico: la Germania ha speso almeno 140 miliardi per impianti fotovoltaici che producono meno di 7 gigawatt elettrici. Per produrli col nucleare sarebbe stato sufficiente un impegno economico inferiore a 30 miliardi. Inoltre, mentre la vita degli impianti nucleari è dell’ordine di 60 anni, quelli fotovoltaici vivono meno di 30 anni. Infine, quella da fotovoltaico è elettricità scadente, nel senso che è prodotta solo se brilla il sole.La politica energetica di chi sta governando l’Europa è, allora, irresponsabile: non può, non dico raggiungere, ma neanche avvicinarsi agli obiettivi dichiarati, ma il solo tentativo di farlo sarà un suicidio e il carissimo prezzo che la presente generazione sta pagando lascerà in mutande quella futura. Finché siamo in tempo, fermiamo i mercanti di eolico e fotovoltaico e fermiamo chi sta governando l’Europa.
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.