2020-09-25
Il governo pronto alla sanatoria per i dirigenti irregolari di Zingaretti
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Giuseppe Conte e Nicola Zingaretti (Ansa)
Nell'ultimo decreto in discussione al Senato è stato inserita una norma ad hoc perchè 48 dirigenti assunti dal segretario del Pd siano regolarizzati. A luglio una sentenza del consiglio di Stato aveva definito quelle posizioni dirigenziali illegittime. Laura Corrotti (Lega): «Se dovesse passare l'emendamento della sanatoria dei dirigenti esterni si creerebbe un vero vulnus democratico».Il governo di Giuseppe Conte è pronto a una sanatoria per regolarizzare i dirigenti che il governatore Nicola Zingaretti ha assunto in modo irregolare nel corso dei due mandati in regione Lazio. Nell'ultimo decreto in discussione al Senato è stato inserito un emendamento ad hoc, che permette alle amministrazioni locali di assumere anche senza rispettare le percentuali imposte dalla legge. La storia va avanti da anni. Ma lo scorso 17 luglio una sentenza del Consiglio di Stato ha stabilito che la giunta del segretario del Partito democratico ha violato la legge sin dal 2013 assumendo 48 dirigenti dall'esterno, 6 apicali e 42 di grado più basso, con stipendi che variano tra i 120.000 e i 180.000 euro. Già nel 2015 il Tar aveva definito illegittime queste assunzioni. Zingaretti si è sempre difeso sostenendo sin dall'inizio che era sua intenzione assumere il personale migliore. Ma per farlo ha dovuto aggirare i vincoli di legge. Dopo la sentenza del Tar del 2015 c'era stato un nuovo ricorso al consiglio di stato, dopo l'ennesima sentenza della Cassazione. La sentenza ora è definitiva. E ha stabilito che, «la ricerca all'esterno di professionalità deve seguire alla verifica del possesso dei requisiti richiesti in capo a soggetti già appartenenti ai ruoli dell'amministrazione e, quindi, anche tra i funzionari direttivi di categoria D». E poi: «Nella fattispecie all'esame del collegio, al contrario, accertata l'impossibilita di ricoprire i posti attraverso dirigenti interni, il direttore della direzione regionale risorse umane ha pubblicato gli avvisi per il conferimento dell'incarico all'esterno. Tale procedura deve ritenersi, dunque, viziata in quanto rivolta in via esclusiva nei confronti del personale dirigenziale, e non anche di quello direttivo». Ora la giunta non ha nuove modalità di ricorrere. L'emendamento a palazzo Madama prevede che «non sono calcolati gli incarichi anche di livello dirigenziale da conferire nell'ambito delle strutture della diretta collaborazione con l'organo politico delle amministrazioni […]». Non c'è solo questo. Terminate le elezioni la giunta di regione Lazio sta per approvare una legge che «prevede varie disposizioni di modifica di leggi regionali, per le quali è urgente intervenire al fine di consentire l'esecuzione di impegni assunti dall'Amministrazione regionale nella procedura di concertazione con il Dipartimento per gli Affari regionali e le Autonomie della Presidenza del Consiglio dei Ministri, in sede di valutazione da parte del medesimo Dipartimento della legittimità costituzionale». In pratica diversi provvedimenti che negli ultimi anni erano stati varati dalla giunta rischiavano un ricorso alla Consulta dopo le obiezioni rilevate dallo stesso governo giallorosso.Laura Corrotti, consigliere della Lega, parla di scambio alla Verità: «Zingaretti si illude di poter barattare una vera e propria sanatoria sulle procedure illegittime adottate dalla giunta negli ultimi sette anni in materia di dirigenti esterni, in cambio della rinuncia della Regione Lazio a costituirsi nel giudizio di legittimità costituzionale su una serie di leggi regionali impugnate recentemente dal Governo giallorosso di fronte alla Consulta». Il Carroccio è pronto alle barricate: «Le leggi regionali non possono essere merce di scambio per regolamenti di conti interni, alle spalle dei cittadini laziali», dice ancora Corrotti. «Se in Senato dovesse passare l'emendamento della sanatoria dei dirigenti esterni si creerebbe un vero vulnus democratico, in quanto si cancellerebbero con un colpo di spugna anni e anni di processi a causa della reinterpretazione fittizia e retroattiva di una norma di vent'anni fa, fatta ad uso e consumo delle esigenze politiche del segretario del Partito Democratico." Così Laura Corrotti, consigliere Lega Regione Lazio»